Il caro prezzi negli Stati Uniti delude i mercati, ma non spegne la voglia di azionario in Europa, con gli investitori positivamente impressionati dai risultati trimestrali. Così le borse europee chiudono un’altra seduta in rialzo, nonostante l’avvio e l’andamento negativo di Wall Street.
Piazza Affari è l’unica in leggero calo, -0,14% e, dopo aver toccato nuovi massimi dal 2008, si ferma a 37.531, a causa delle vendite sulle utility e di banche contrastate. Una spinta positiva è venuta invece da Nexi, +3,8%. Il titolo della regina di pagamenti digitali ha trovato spunti negli scenari disegnati dalla stampa, secondo cui Poste (-0,14%) vuole chiudere entro pochi giorni l’operazione di “swap”, rilevando da Cdp il 9,8% di Tim (+0,3%) in cambio del 3,8% che la società possiede in Nexi, aggiungendo un conguaglio in denaro. Una mossa che, secondo gli analisti, potrebbe facilitare il matrimonio con la francese WorldLine.
Francoforte aggiorna ulteriormente i suoi massimi con un progresso dello 0,52%, Madrid svetta con +1,12%, seguono Amsterdam +0,39%, Parigi +0,17%, Londra +0,31%. Nell’azionario europeo brilla Heineken (+14,33%), ai massimi dal 2023 dopo che l’azienda produttrice di birra ha presentato utili migliori del delle stime, ha avviato un buyback e prevede un’ulteriore crescita dell’utile operativo tra il 4% e l’8% nel 2025. Il settore bancario trova spunti di ottimismo nei risultati dell’olandese Abn Amro (+8,21%), con i risultati del quarto trimestre che hanno superato le previsioni del mercato.
Wall Street in rosso con inflazione e Powell
Wall Street si muove in rosso, anche se i listini riducono le perdite rispetto all’avvio e in questo il momento il Dj cede lo 0,62%, lo S&P 500 lo 0,44%, il Nasdaq lo 0,23%. A frenare la propensione al rischio sono stati i dati sull’inflazione di gennaio: +0,5% mese, contro attese di +0,3%; +3% annuo, contro stime di una conferma di +2,9%, come nel mese di dicembre. L’indice core, al netto di energia e alimentari, sale del 3,3% rispetto a gennaio 2024 e dello 0,4% su dicembre, in tutti e due i casi sopra le attese degli analisti. Di conseguenza, sostiene Bloomberg, i trader scommettono su uno slittamento del prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Fed a dicembre e non più a settembre come precedentemente atteso.
Tra l’altro ieri il presidente della Fed Jerome Powell ha ricordato che l’economia Usa è forte e che la banca centrale non ha fretta di tagliare i tassi. Così ora il peso delle novità sull’inflazione fa dire al banchiere, nel suo secondo giorno di testimonianza al Congresso, che la Fed “è vicina ma non ha ancora raggiunto l’obiettivo” e che “vogliamo tenere” i tassi a livello “restrittivo, al momento”. Intanto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump stamattina aveva sfoderato un post sulla piattaforma di Truth Social di questo tenore: “I tassi di interesse dovrebbero essere abbassati, cosa che andrebbe di pari passo con le prossime tariffe!!!”.
Petrolio in calo
Dopo un’impennata in corrispondenza con i dati sull’inflazione, ripiega il dollaro nei confronti dell’euro. La moneta unica tratta a 1,037.
Resta solido invece il progresso della divisa statunitense contro lo yen (+1,25%) per un cambio di 154,35.
Tra le materie prime risultano poco mossi i prezzi dell’oro, mentre il Brent arretra e i future di Brent (75,72 dollari al barile) e Wti (72,05 dollari) cedono oltre l’1,6% a seguito di un aumento delle scorte Usa, anche se l’Opec stima un aumento della domanda nel 2025-2026 grazie ai trasporti.
Ripiega il gas ad Amsterdam, dopo il recente rally, con i prezzi che si spostano intorno a 55 euro al Mwh.
Piazza Affari, banche contrastate
Il principale barometro di Piazza Affari, il settore bancario, oggi non ha trovato una direzione univoca.
La Banca popolare di Sondrio (+2,11%) segna uno dei maggiori rialzi del listino, dopo aver precisato ieri sera che l’Ops lanciata da Bper (+0,4%) non riflette il percorso di creazione di valore della banca in ottica “stand alone” e che l’offerta non è stata in alcun modo sollecitata, né preventivamente discussa o concordata.
Sono negative Mps -1,34% e Unicredit -0,66%, i cui destini sembrano incrociarsi in quel crocevia d’interessi che è Generali (+0,53%), di cui la banca guidata da Andrea Orcel detiene il 5,118% secondo i dati Consob. Arretra leggermente anche Mediobanca (-0,44%), oggetto di un’offerta pubblica di scambio da parte di Siena, con lo sconto sul prezzo dell’ops che alla vigilia si è allargato fino al 13,3%.
Al centro dell’attenzione però c’era soprattutto Banco Bpm (-0,61%), che ha presentato numeri migliori delle attese (l’utile 2024 sale del 52% a 1,9 miliardi) e ha annunciato il rilancio dell’Opa di Anima (-1,22%) a 7 euro per azione, mentre ha cercato di respingere con più argomenti gli appetiti di Unicredit che ha lanciato un’ops sulla banca.
Nella parte negativa del listino si trovano oggi molte utility: Hera -1,95%; A2a -1,5%; Terna -1,02%; Enel -0,93%.
Cede lo 0,43% anche Italgas che ha visto l’utile 2024 saltare a 506,6 milioni di euro, con una crescita del 15,2%.
Nel settore delle tlc, Telecom Italia è poco mossa nel giorno in cui il cda ha approvato l’offerta vincolante per l’acquisto della partecipazione totalitaria detenuta da Tim in Sparkle, ricevuta ieri da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze e di Retelit che valorizza Sparkle 700 milioni di euro. La firma dei contratti, si legge in una nota, avverrà entro l’11 aprile e il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, una volta completate le attività propedeutiche, tra cui l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.
Spread in calo
La carta italiana recupera oggi quanto perso ieri nel confronto con la carta tedesca. Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata torna a 109 punti base, con tassi rispettivamente al 3,57% e 2,48%.