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Borse chiusura 12 dicembre: le parole di Lagarde sulla debolezza della crescita annebbiano il taglio dei tassi e accendono la volatilità

Piazza Affari è il miglior listino d’Europa grazie alle banche e al boom di Cucinelli ma perde slancio dopo l’intervento di Lagarde. Pressione sui bond e spread più largo. Wall Street contrastata

Borse chiusura 12 dicembre: le parole di Lagarde sulla debolezza della crescita annebbiano il taglio dei tassi e accendono la volatilità

La Bce ha tagliato il costo del denaro per la quarta volta quest’anno e, con una riduzione dello 0,25%, ha portato i tassi sui depositi al 3%. La misura però era ampiamente attesa e così la reazione dei mercati è stata fredda, per un quadro conclusivo dei listini europei contrastato, mentre Wall Street tratta debole dopo che ieri il Nasdaq ha superato per la prima volta i 20mila punti. A rubare la scena all’Eurotower è stata piuttosto la banca centrale svizzera che ha deciso una sforbiciata dello 0,5%, con effetti più decisi sul franco elvetico.

La foto finale vede Piazza Affari in primo piano con un progresso dello 0,36%, nuovamente in cammino verso i 35 mila punti base. Regina del listino è Cucinelli, +8,04% e si confermano titoli da prima pagina le banche. La carta italiana chiude invece una seduta decisamente negativa: si allarga lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata a 113 punti base e soprattutto salgono i tassi. Il titolo italiano balza al 3,33% (dal 3,2% di ieri) e quello tedesco al 2,19%.

Tornando all’azionario della zona euro: sono timidi i progressi di Francoforte +0,15%, mentre arretrano leggermente Parigi -0,03%, Amsterdam -0,19%, e Madrid -0,23%. Fuori dal blocco anche Londra è praticamente piatta, mentre Zurigo mette a segno un guadagno dello 0,33%.

Campanella stonata a Wall Street, anche se a suonarla è stato Trump

Opening bell stonata oggi a Wall Street, anche se a suonare la campanella, in un tifo da stadio, è stato il presidente eletto Donald Trump. Dal voto di oltre un mese fa la borsa di New York ha messo a segno guadagni stellari, ma oggi prevalgono i realizzi dopo che ieri il Nasdaq ha superato per la prima volta i 20 mila punti base. Al momento il DJ è incolore, il Nasdaq perde lo 0,12%, lo S&P 500 lo 0,1%. 

Sul fronte macro crea qualche nervosismo il rialzo dei prezzi alla produzione del mese scorso (+0,4% contro +0,2% stesso rispetto a ottobre e 3% annuo, contro stime di +2,6%) e stupisce la crescita oltre il previsto delle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, anche se il mercato scommette ancora su un altro taglio dei tassi di 0,25% da parte della Federal Reserve, nel meeting della prossima settimana.

Bce, sembra aprire a nuovi tagli

Restando in tema di banche centrali, gli osservatori sottolineano come il comunicato odierno della Bce e le parole di Christine Lagarde lascino intravedere un percorso di allentamento della stretta anche il prossimo anno, per quattro nuovi tagli attesi. L’Eurotower ha osservato infatti che l’inflazione si muove verso l’obiettivo del 2% nel medio termine e che l’economia mostra segnali di debolezza. Dal comunicato è scomparso il riferimento al fatto di mantenere i tassi su livelli “sufficientemente restrittivi”, vale a dire su un livello che limita la crescita dell’economia.

Francoforte ha ridotto ulteriormente le sue stime di crescita allo 0,7% quest’anno, all’1,1% il prossimi, all’1,4% nel 2026. L’inflazione è vista al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027.

Euro ben intonato; s’indebolisce il franco svizzero

In questa giornata l’euro è ben intonato contro il dollaro, per un cambio che comunque non si stacca molto da 1,05 contro dollaro. Il franco svizzero invece perde quota contro la divisa statunitense e contro la moneta unica. L’euro sale dello 0,5% e tratta a 0,9325.

Il rosso sembra oggi il colore dominante per le materie prime. L’oro spot perde l’1,35% e arretra a 2681,26 dollari l’oncia. Il petrolio si spegne dopo i fuochi della vigilia: il greggio texano, gennaio 2025, tratta sotto i 70 dollari al barile (-1,44%, 69,28 dollari) e il Brent, febbraio 2025, sotto i 73 dollari  (72,59, -1,26%).

Piazza Affari, seduta calda per Cucinelli  

Il titolo di Brunello Cucinelli è stato premiato oggi dagli acquisti e dagli analisti dopo che i vertici, ieri, hanno annunciato una revisione al rialzo dei ricavi per l’anno in corso, all’11%-12% dal 10%, con un quarto trimestre atteso in aumento del 9%, grazie a una crescita dei ricavi retail di circa il 12%. Le vendite vanno bene in tutte le regioni e cosa molto importante, c’è un’accelerazione in Cina. Equita ha portato il prezzo obiettivo sul titolo a 105 euro.

Il settore bancario resta il più effervescente è oggi sono tornati  copiosi gli acquisti su Bper, che chiude in rialzo del 4,9%. Bene inoltre Unipol +1,8%, principale azionista della banca modenese e anche della Popolare di Sondrio +1,49%. Si confermano in evidenza Montepaschi +1,76% e Banco Bpm +1,16%. Buoni progressi anche per le big, Intesa Sanpaolo +1,28% e Unicredit +0,64%.

Tra i titoli della salute resta in denaro Amplifon, +1,1%, che si è fatta notare anche da alcuni broker. In particolare Equita ha aumentato la raccomandazione sul titolo a “buy”, con un prezzo obiettivo confermato a 32 euro e vede una accelerazione della crescita “alla luce della significativa sottoperformance del titolo negli ultimi due anni (-34% rispetto all’Eurostoxx e -66% rispetto al Ftse Mib)”.

Brillano Campari +1,75% e Telecom +1,24%. Pirelli segna +1,54%, in un contesto di indiscrezioni stampa secondo cui Camfin è al lavoro su un maxi-finanziamento per dotarsi delle munizioni necessarie per crescere ulteriormente nel capitale della società, di cui già oggi detiene il 26,1%. Per gli analisti di Intesa Sanpaolo “il potenziale incremento della quota” è “pienamente in linea con quanto il gruppo ha già annunciato”.   

La blue chip che registra il maggior ribasso del giorno è Prysmian, -2,52%, allarmata da una indagine condotta dall’Agcm sui cavi in rame a bassa tensione in Italia. Ancora debolezza per le utility.

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