L’inflazione Usa nel mese di novembre è cresciuta in linea con le attese e il Toro scalpita nuovamente a Wall Street, soffiando soprattutto sul Nasdaq (+1,56%), che si muove ai massimi storici. I listini europei chiudono invece in cauto rialzo, con l’eccezione di Madrid (-1,45%). C’è attesa ovviamente per la riunione della Bce di domani, che dovrebbe tagliare i tassi dello 0,25%, mentre la Bank of Canada ha deciso oggi una maxi sforbiciata di 50 punti base (al 3,25%), in previsione degli effetti che i dazi promessi da Donald Trump avranno sulle prospettive economiche.
Piazza Affari è la migliore e sale dello 0,6%, grazie al recupero di Leonardo (+3,06%) e Saipem (+2,57%) e al balzo di Telecom (+2,96%), anche se il settore bancario risulta un po’ defilato.
Madrid è appesantita dal calo di Inditex (-6,58%), casa madre di Zara, che ha presentato una trimestrale deludente. Inoltre l’importante comparto creditizio spagnolo si tinge di rosso a causa dei realizzi.
Per il resto Francoforte segna +0,41%, Londra +0,3%, Parigi +0,39%, Amsterdam +0,3%.
A New York corrono le megacap, in particolare Tesla (+2,7%) e Alphabet (+ 4%).
LEGGI ANCHE Borsa oggi 11 dicembre diretta
Prezzi al consumo in crescita negli Usa
Il mese scorso i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono cresciuti del 2,7% annuo (contro il 2,6% di ottobre) e dello 0,3% su base congiunturale (da 0,2%). Anche l’inflazione core, al netto di elementi più volatili come energia e alimentari, non ha riservato sorprese (+3,3% e + 0,3%), inducendo gli esperti a scommettere su un taglio della Fed a dicembre. Secondo il FedWatch Tool del Cme Group, le probabilità di una riduzione dei tassi di 25 punti base sono aumentate dall’87,8% di ieri al 96,7% di oggi.
Un’ulteriore riprova dell’andamento dell’inflazione si potrà avere domani con i prezzi alla produzione.
Il quadro sta favorendo una ripresa degli acquisti sui titoli di Stato, con un conseguente calo dei rendimenti, mentre il dollaro non accenna a piegare la testa.
Dollaro ancora forte, splende l’oro
Il dollaro resta in primo piano sui mercati e non flette di fronte all’andamento dell’inflazione e alle attese di una Fed disponibile a un nuovo taglio. Il biglietto verde, ringalluzzito anche dal programma “America First” sale al momento contro le principali valute. L’euro, dopo aver recuperato per qualche ora, un cambio intorno a 1,05, tratta sotto quella soglia a 1,049. Lo yen si piega a 152,45.
Inoltre, scrive Reuters, anche lo yuan va giù. Pechino sta prendendo in considerazione una svalutazione della moneta cinese contro quella Usa per ridurre l’impatto dei dazi. Sono deboli, sottolinea l’agenzia finanziaria, anche le valute più esposte alla Cina: il dollaro australiano è in calo dello 0,17% a 0,6362 dollari e il kiwi dello 0,22% a 0,5783, dopo essere entrambi scivolati ai minimi da un anno in seguito ai dati sull’inflazione Usa. Infine la valuta coreana scivola rispetto al dollaro dello 0,43%.
Un altro investimento che sta facendo gola in questi giorni è l’oro, nuovamente vicino al suo massimo storico. Lo spot gold tratta in progresso dello 0,74% a 2713,81 dollari l’oncia, mentre il future febbraio 2025 sale dell’1,34% a 2754,94 dollari.
La seduta appare positiva anche per il petrolio, favorito dalle attese di un taglio del costo del denaro Usa, sebbene l’Opec abbia tagliato nuovamente le previsioni per la crescita della domanda globale per il 2024 e il 2025.
Il contratto di gennaio del greggio texano si apprezza dell’1,4% e si avvicina a 70 dollari al barile; il future Brent febbraio 2025 sale quasi di un punto percentuale, per un prezzo poco sotto 73 dollari.
La propensione al rischio riporta in auge anche il bitcoin, che si muove oggi oltre i centomila dollari, con un progresso del 4% circa.
Piazza Affari, utility in ribasso
Il principale listino di Piazza Affari appare oggi frenato da titoli ritenuti difensivi come quelli delle utility, mentre dopo molte sedute di recupero arretra anche Stellantis (-0,6%).
Tra i maggiori ribassi del giorno ci sono quindi Hera -0,87%, Italgas -0,27%, A2a -0,87%, Terna -0,46%, Enel -0,26%.
Nella sanità perde Diasorin -0,91%, mentre non abbassa il tono Amplifon +1,93%. Tra titoli petroliferi in rialzo soffre Eni -0,22%, dopo la tragedia di Calenzano.
Le blue chip più effervescenti di oggi si sono avvantaggiate di giudizi positivi di vari broker. In particolare Saipem ha incassato la conferma della raccomandazione overweight e ha alzato il target price a 3,4 euro dai precedenti 3,2 euro.
Tra i titoli finanziari si illumina Generali +2,36%. Nell’industria tornano sugli scudi Prysmian +1,9% e Interpump +1,55%.
Le banche sono poco mosse oggi. Banco Bpm è piatta, dopo il rally seguito all’Ops di Unicredit (+0,4%) che sta innescando tante speculazioni. L’attenzione resta alta anche su Anima (+1,61%). Fonti finanziarie citate da vari media indicano che l’acquisto di azioni della sgr milanese da parte del gruppo Caltagirone non sarebbe finito: la salita dal 3,2% al 5,3% di Anima preluderebbe a un nuovo arrotondamento della quota fino a un potenziale 9,9%, il limite oltre il quale occorre il via libera Bce; e sotto il quale non sono necessarie comunicazioni alla Consob.
Spread e tassi stabili
Lo spread arretra leggermente oggi tra il decennale italiano e quello tedesco, fermandosi a 107 punti base, con il tasso del Btp invariato al 3,2% e quello del Bund in leggera salita al 2,13%.
Il mercato si aspetta che domani la Bce tagli i tassi di 25 punti base, ma si farà attenzione all’atteggiamento dei vari componenti del Board e al ritmo che la banca centrale vorrà imprimere a un allentamento della stretta in futuro, pur sapendo già che Eurotower ribadirà che l’atteggiamento dipenderà dai dati.