Un’ondata di vendite travolge oggi i mercati, in scia alle previsioni nere della Federal Reserve e alla risalita dei contagi in alcuni degli Stati nordamericani. I listini europei, già negativi, peggiorano con l’apertura in ribasso Wall Street e chiudono in profondo rosso. Francoforte -4,39%; Parigi -4,71%; Madrid -5,02%; Londra -4,01%.
Piazza Affari è sulla stessa lunghezza d’onda, -4,81% e compie un tuffo in profondità a 18.806 punti base, nel giorno in cui l’Istat certifica i danni da lockdown sulla produzione industriale italiana di aprile: -19,1% mese su mese, -42,5% su base annua. Per gli autoveicoli il fermo è totale: -100 mese, -98,4% se confrontato ad aprile 2019. Una Caporetto attesa, ma non per questo meno amara e in ogni dove, anche nel resto d’Europa, le ferite da Covid sanguinano: Zara mette i lucchetti a 1200 punti vendita, mentre Lufthansa si prepara a lasciare a casa 22000 dipendenti a tempo pieno.
L’emergenza coronavirus “nel mondo sta peggiorando anche se in Europa è migliorata”, dice l’Oms e il Fondo monetario avverte: la crisi potrebbe spingere fino a 100 milioni di persone all’estrema povertà, anche si governi hanno messo in campo misure straordinarie per un ammontare di 10.000 miliardi di dollari. Il Governatore della Fed, ieri ha ammesso che la ripresa dell’economia dopo lo shock richiederà anni, mentre il Pil Usa scenderà del 6,5% nel 2002 e non salirà certo del 2%, come previsto a dicembre. Sul fronte sanitario spaventano le notizie di nuovi casi in Texas, più di 2mila ieri e gli aumenti in Florida e California. Il segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, in un’intervista a Cnbc, dice “non possiamo chiudere di nuovo tutto”, piuttosto dobbiamo tornare al Congresso a chiedere altri soldi.
Il timore che questa situazione si protragga più a lungo di quanto sperato nelle scorse settimane spaventa il petrolio, che vede allontanarsi una massiccia ripresa di richiesta di carburante. Il Brent perde il 6,85% e scende a 38,87 dollari al barile; Wti -8%, 36,43 dollari al barile. Si cerca rifugio nell’oro, che sale di oltre un punto a 1742,75 dollari l’oncia. L’euro-dollaro è piatto, a 1,136.
In Piazza Affari il listino principale vede 39 titoli su 40 in perdita. Si parte da Cnh -11,82%, che dopo aver festeggiato nei giorni scorsi il debutto a Wall Street della partecipata Nikola (-2,5% a NY), oggi piange la concorrenza nel settore del camion elettrici di Tesla (-2,45%). Nella galassia Agnelli sprofonda ulteriormente Fca, -7,7%, nella prospettiva di dover affrontare una lunga indagine antitrust della Ue per la fusione con Psa (-10% a Parigi) e di essere costretta a rinviare la data del matrimonio. In sintonia Exor -7,71%. Giù Pirelli -8,54%.
Le banche restano sotto pressione, insieme allo spread, Unicredit -7,87%; Banco Bpm -7,82%. Sul secondario il differenziale di rendimento fra decennale italiano e tedesco sale a 186 punti base (ma dopo aver superato in mattinata i 190) e il tasso del Btp si ferma a 1,44%. Atlantia cede il 9,16%, in attesa dei risultati del primo trimestre, a mercati chiusi. Male Telecom -8,21%. Fra i titoli petroliferi, Saipem -7,51%. Per la moda il prezzo più alto viene pagato da Ferragamo -7,33%. Fanno meno peggio le utility, ma Diasorin è l’unica big cap in progresso, +2,32%.