La chiusura dell’indice regionale Msci Asia Pacific si avvia al livello più alto da nove mesi: sia il mercato giapponese che quello cinese registrano netti progressi. I negoziati sul fiscal cliff vedono avvicinarsi le distanze fra Obama e i repubblicani, sul punto cruciale dell’ammontare di reddito oltre il quale scattano gli aumenti di imposte: dal limite concesso da Boehner (il presidente repubblicano della Camera) di un milione di dollari e quello indicato inizialmente da Obama (250mila) si è passati, per concessione del Presidente, a 400mila.
La logica di questo tipo di negoziati (leggermente levantini) spinge per un accordo, anche se non sono da escludere impuntature che però non dovrebbero durare a lungo. L’altro motivo di ottimismo asiatico sta nella nuova amministrazione a Tokyo: l’anno prossimo scade il mandato del governatore della Banca del Giappone e di due altri membri del direttorio, e le nuove nomine, di spettanza governativa, non potranno che favorire la rivoluzionaria politica monetaria (fissazione di un obiettivo di inflazione del 2-3%) voluta dal nuovo primo ministro.
L’euro si mantiene elevato, poco sotto quota 1,32 e l’oro, come il petrolio, si sono ripresi con le altre materie prime, in vista di un rafforzamento della ripresa Usa e non solo.