Malgrado la chiusura negativa di Wall Street, i mercati asiatici sono risaliti. Lo yen stabilmente sopra quota 118 contro dollaro ha confortato il Nikkei, mentre la borsa cinese è salita fortemente, raggiungendo il livello più alto da tre anni a questa parte. Dietro questa performance ci sono varie ragioni. Da una parte il collegamento con Hong Kong ha dato accesso all’investimento borsistico (entro limiti giornalieri peraltro piuttosto alti) agli investitori esteri, ampliando liquidità e platea. Dall’altra parte, in una economia eterodiretta, la politica monetaria si va facendo più permissiva.
L’indice regionale MSCI Asia Pacific sta salendo, per la prima volta da quattro giorni. Dopo la forte ripresa di ieri l’oro è tornato a calare e quota 1204 $/oncia. Il petrolio ha seguito la strada inversa e dopo la forte caduta di ieri è risalito a 68,5 $/b (WTI – il Brent segna 72,1). Sia il metallo giallo che l’oro nero, tuttavia, oscillano lungo un trend discendente.
L’euro è stabile a 1,246 contro dollaro. Si è ripreso, dopo la conferma del mantenimento dei tassi guida da parte della Reserve Bank, il dollaro australiano. Leggermente positivi i futures su Wall Street.