I mercati asiatici hanno continuato a scendere oggi, segnando il quarto giorno consecutivo in perdita. A tenere i listini verso il basso sono stiati il dato sulla fiducia dei consumatori Usa, che si è rivelato negativo, contrariamente alle aspettative degli analisti, e la perdurante situazione di incertezza politica ad Hong Kong.
L’indice MSCI Asia Pacific scivolava dello 0,1% a 140.20 alle 9:02 del mattino in Giappone, dopo aver raggiunto i minimi degli ultimi quattro mesi ieri. La misura ha subito il maggior declino mensile a settembre in più di due anni e ottobre non sembra essere iniziato sotto migliori auspici. A pesare sui listini i timori di un rallentamento cinese e la fine della politica di stimoli da parte della Fed.
“C’è preoccupazione sui mercati su quando inizierà la politica di rialzo dei tassi negli Stati Uniti” commenta Nader Naeimi, head della dynamic asset allocation di AMP Capital Investors a Sydney. “Crescono anche le preoccupazioni riguardo le proteste a Hong Kong. Se continuano, alcune società potrebbero decidere di lasciare la città-Stato”.
Centinaia di manifestanti si sono assembrati nel luogo ha luogo una cerimonia che ricorda il 65esimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Il Chief Executive di Hong Kong Leung Chun-ying deve affrontare un ultimatum dei dimostranti che chiedono le sue dimissioni e elezioni libere a Hong Kong.
Il giapponese Topix calava in mattinata dello 0,2%, il sudcoreano Kospi cedeva lo 0,5%, dopo che i dati sull’export trimestrale del Paese asiatico si sono dimostrati deludenti. Il neozelandese NZX 50 cedeva lo 0,1% e l’australiano S&P/ASX 200 lo 0,3 per cento.
I mercati di Hong Kong sono chiusi oggi e domani per festività, e le piazza della Cina continentale non lavoreranno fino al 7 ottobre.