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Borse asiatiche in calo, scende il rublo

Dopo la chiusura negativa di Wall Street anche i mercati asiatici aprono col segno meno, ma Shanghai, dopo quattro giorni, torna a salire, sia pure modestamente: le esportazioni cinesi sono aumentate più del previsto a dicembre, del 9,7% sull’anno, mentre l’import è diminuito, probabilmente a causa dei beni energetici. 

Comunque, il solo surplus dell’ultimo mese dell’anno ha sfiorato i 50 miliardi di dollari, ciò che non sembra molto compatibile con una cambiamento del modello di sviluppo da uno fondato sull’export a uno tirato dalla domanda interna. L’indice regionale MSCI Asia Pacific perde lo 0,4%, con il Nikkei a -0,8%.

Il dato forte del giorno è l’ennesima scivolata del petrolio, che, nel primo pomeriggio giapponese, quota 45,3 $/b (46,5 il Brent, con un differenziale che ormai tende a sparire). Legata alle vicende del greggio è un’altra scivolata, quella del rublo, che segna oltre 63 per dollaro.

Leggero regresso del cambio dell’euro, che va a 1,185 contro dollaro, così come dello yen (118.7). L’incertezza che aleggia nei mercati favorisce l’oro, che si arrampica a 1236 $/oncia. I futures sugli indici di Wall Strret segnano +0,2%.


Allegati: Bloomberg

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