La settimana asiatica comincia con un brusco calo della Borsa giapponese, dove sotto tiro è soprattutto Softbank, il primo azionista di Alibaba. In caduta anche il listino di Hong Kong (-1,1%). Al contrario la Borsa neozelandese ha fatto un balzo in avanti a seguito della conferma del Governo conservatore nelle elezioni politiche che si sono tenute sabato. Sul fronte delle materie prime, i prezzi del greggio sono in discesa (-0,3%), insieme a rame e argento (0,2% ciascuno).
Più di 200 azioni salivano nell’MSCI Asia Pacific Index alle 9:23 a Tokyo, mentre 193 erano in calo. L’indice kiwi NZX 50 è aumentato ai massimi da aprile (+1,4) con la conferma di John Key, ex currency trader, a primo ministro neozelandese. Inizialmente anche il giapponese Topix aumentava dello 0,1%, mentre lo yen era trattato ai minimi degli ultimi sei anni. Il dollaro neozelandese cresceva in mattinata dello 0,2%, mentre il won coreano risaliva dai minimi degli ultimi cinque mesi, guadagnanodo lo 0,4 per cento.
Ma ad innervosisre i mercati e far cambiare marcia alle Borse asiatiche maggiori sono state le notizie in arrivo dalla Cina. Sul fronte macro gli economisti prevedono un calo, per il secondo mese consecutivo, dell’indice privato della manifattura cinese. E il ministro delle Finanze di Pechino Lou Jiwei ha confermato che la crescita della maggiore economia asiatica sta subendo spinte verso il ribasso.
“Dopo 24 ore di volatilità causata, tra le altre cose, dal referendum sull’indipendenza scottese e dall’Ipo di Alibaba, oggi i mercati sono più calmi” spiega Evan Lucas, markets strategist di IG a Melbourne. “Resta da vedere che cosa succederà ora, con i mercati concentrati sull’ultimo trimestre del 2014”.
L’australiano S&P/ASX 200 scendeva in mattinata dello 0,2%, mentre il Kospi scivolava a Seul dello 0,6 per cento.
Allegati: L’articolo di Bloomberg