X

Borse: Asia in rialzo, i vaccini spingono l’Europa

Photo by Dimitri Houtteman on Unsplash

L’accordo sul dossier Autostrade è arrivato alle 5 del mattino, dopo una notte di negoziati costellata di rotture e malumori.

Alla fine, salvo sorprese, l’intesa raggiunta nella maggioranza e fra il Governo e i Benetton prevede i seguenti punti:

  • lo scorporo di Aspi da Atlantia;
  • l’ingresso di Cdp nel capitale di Aspi in posizione di controllo (51%) assieme ad altri partner pubblici e privati;
  • la discesa di Atlantia (ieri +1,5% in Borsa) nel capitale Aspi a una quota attorno al 10-12%;
  • riduzione dei pedaggi;
  • aumento dei risarcimenti.

La soluzione lascia irrisolte numerose questioni, ma sembra comunque assai meno impervia e pericolosa della revoca, che avrebbe comportato il rischio di risarcimenti fino a 23 miliardi di euro. A rendere ancora più complicata la trattativa con Aspi è stato anche lo scambio di accuse all’interno della maggioranza.

ASIA IN SALITA NELL’ATTESA DEI PIL CINESE

Sui mercati finanziari le tensioni italiane hanno avuto ovviamente un’eco ridotta. Stamattina, in Asia, il Nikkei di Tokyo guadagna l’1,3% nel finale di seduta, l’S&P ASX 200 di Sidney l’1,5%. Mumbai ha aperto in rialzo dell’1%. Scendono le borse della Cina: Shanghai Composite -1,1% e Hang Seng di Hong Kong -0,3%.

Ieri il Dow Jones ha guadagnato il 2,2%, miglior seduta delle ultime due settimane. S&P 500 +1,3%, Nasdaq +0,9%.

I future sono positivi. E sono positivi anche quelli sulle Borse europee.

A giustificare l’ennesimo rally del Toro sono sia le notizie positive che, per paradosso, i segnali d’allarme che possono favorire l’intervento di governi e banche centrali.

MODERNA ANNUNCIA: VACCINO PIÙ VICINO

La nota più lieta l’ha fornita Moderna: la società biotech ha detto che tutti i pazienti ai quali ha somministrato il suo vaccino sperimentale hanno sviluppato gli anticorpi che uccidono il virus.

Dalle prime trimestrali Usa emerge una fotografia inquietante della situazione del credito. I prestiti a rischio di JPMorgan, Citi e Wells Fargo sono saliti a 28 miliardi di dollari, più che nel 2008.

Intanto gli operatori guardano con inquietudine ai numeri del Pil cinese in uscita stanotte. Si prevede un aumento dell’1,2% (da -6,8% del trimestre precedente) ma all’incremento della produzione non corrisponde un aumento dei consumi.

TRIMESTRALI: SALE JP MORGAN, CROLLA WELLS FARGO

A ridare carburante al rally sono stati i segnali negativi che hanno attivato l’immediata reazione della Fed. “La politica monetaria – ha detto Lael Brainard, governatrice della Fed – non dovrà limitarsi a stabilizzare l’economia, ma dovrà essere accomodante fino a quando non si sarà arrivati a una piena ripresa dell’occupazione e a un livello di inflazione del 2%”.

“Una fitta nebbia di incertezza ci circonda e i rischi sono al ribasso”, ha concluso con un tocco poetico la bionda banchiera centrale, sottolineando che “sarà vitale mantenere i sostegni all’economia.

Contrastati i risultati delle grandi banche. JP Morgan ha chiuso in rialzo dopo risultati migliori delle stime. Citigroup ha perso quasi il 4%. Wells Fargo, la terza delle grandi banche degli Stati Uniti, ha pubblicato conti del trimestre deludenti e ha perso il 5%.

In attesa dei dati di Goldman Sachs, Morgan Stanley e Bank of America, in arrivo nelle prossime 48 ore, si può già rilevare la crescita anche in Usa della liquidità parcheggiata dai clienti sul conto corrente: JP Morgan ha detto che i depositi sono saliti del 27% rispetto a un anno fa, a 1.900 miliardi di dollari, +5% rispetto al primo trimestre.

TRUMP CANCELLA LO STATUS SPECIALE DI HONG KONG

Ieri sera Donald Trump ha firmato la legge che colpisce i dirigenti della Cina ritenuti responsabili di aver organizzato la repressione nella ex colonia inglese. Inoltre, nel corso di una conferenza stampa organizzata nel giardino della Casa Bianca, ha anticipato la fine dello status commerciale privilegiato per Hong Kong.

Petrolio in rialzo sulle aspettative di un forte calo delle scorte di greggio degli Stati Uniti: l’American Petroleum Institute lo prevede nell’ordine dei milioni di barili.

RECOVERY FUND, IN SALITA LA STRADA PER L’ACCORDO

Si avvicinano i grandi appuntamenti della settimana, ma i mercati europei hanno scelto ieri la prudenza, anche perché prevale l’impressione che il vertice sul Recovery Fund di fine settimana non sarà decisivo.

Oggi il premier Giuseppe Conte riferisce in Parlamento in vista del Consiglio europeo del 17 luglio. Al termine, sarà votata una risoluzione della maggioranza. Intanto, prosegue il lavoro diplomatico delle cancellerie per trovare un accordo sul Recovery Fund. La cancelliera ha ricevuto il premier spagnolo Pedro Sánchez, atteso domani anche da Emmanuel Macron. Il primo ministro olandese Mark Rutte ha ribadito la posizione dei Paesi frugali e ha chiesto che i “sussidi europei comportino condizioni molto rigide e vengano decisi solo se saranno effettivamente fatte riforme serie”. Pesa inoltre la paura della ripresa dell’epidemia, che ha spinto ieri Macron ad annunciare, nel discorso del 14 luglio, il ritorno dell’obbligo della mascherina dal primo agosto.

Secondo Eurostat, a maggio, quando gli Stati membri hanno iniziato ad allentare le misure di contenimento Covid-19, la produzione industriale destagionalizzata è aumentata del 12,4% nell’area dell’euro e dell’11,4% nell’Ue, rispetto ad aprile 2020.

Milano (-0,62%) recupera nel finale parte dei ribassi e chiude a 19.879 punti.

SOFFRE IL TECH: STM PERDE PIÙ DEL 4%

Copione simile anche sulle altre piazze. Pesa la brusca discesa del settore tecnologico, in sintonia con la flessione del comparto negli Usa, nel timore che la California inasprisca il lockdown per arginare un’ondata di contagi da coronavirus. Le tedesche Sap ed Infineon lasciano sul terreno il 4%, così come l’olandese Asml. Non fa eccezione Stm (-4,18%).

Soffre Francoforte (-0,87%). L’indice tedesco della fiducia, lo Zew, si è attestato a 59,3 punti a luglio dopo essere salito a 63,4 punti a giugno.

Parigi -0,97%. Perde colpi il lusso: Hermès -2,79%. La peggiore è Madrid (-1,02%).

JOHNSON CACCIA HUAWEI, PECHINO FURIBONDA

Londra è praticamente invariata. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha ordinato che le apparecchiature Huawei vengano eliminate completamente dalla rete 5G britannica entro il 2027, suscitando l’ira della Cina. È un clamoroso voltafaccia dopo che, a gennaio, il governo aveva autorizzato il gruppo cinese a realizzare il 35% delle infrastrutture.

Un esponente dell’amministrazione Trump si è incontrato ieri con i delegati di Italia, Francia e Germania per sollecitare la messa al bando dell’azienda cinese, decisione politica ma con pesanti conseguenze per le tlc: Huawei fornisce circa un terzo delle antenne per la telefonia mobile in Europa.

BTP: BENE IL NUOVO 7 ANNI, MA LO SPREAD SALE A 170

Il Btp ha recuperato nel finale, chiudendo in territorio positivo, in linea con i bond euro, dopo le aste a medio-lungo di metà mese.

In chiusura lo spread è a 170 punti base dai 169 della seduta precedente. Il tasso del decennale si attesta in area 1,21%, dopo aver chiuso a 1,24% lunedì.

Il Tesoro ha collocato 10 miliardi di euro complessivi, il massimo dell’offerta, nel nuovo titolo a 7 anni e nelle riaperture del 3 e del 20 anni, con rendimenti in calo.

VOLA BPER, UBI “TRADITA” DA CATTOLICA

L’incertezza si è riflessa nell’andamento debole del comparto bancario, privo di spunti di rilievo: Fa eccezione Bper, la più tonica (+5,5%) davanti a Mediobanca (+1,73%) e Banco Bpm (+1,22%). Perde colpi Ubi (-1,26%) dopo che Cattolica Assicurazioni ha deciso che aderirà all’Ops lanciata da Intesa Sanpaolo. Cedente l’altra big Unicredit (-0,6); decisamente meglio Banco Bpm, in salita dell’1,2%.

Robuste vendite anche su Nexi (-2,8%): Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform e il prezzo obiettivo di 17 euro per azione sul titolo.

Related Post

PERDONO COLPI L’AUTOMOTIVE E IL LUSSO

In forte calo gli industriali, penalizzati dalla ripresa delle tensioni tra Usa e Cina. Dietro Stm arretrano Prysmian (-2,31%) e l’automotive: Ferrari -2,05%, Pirelli -2,01%. In controtendenza Cnh Industrial (+0,92%).

Vendite anche sul lusso, con Moncler e Ferragamo che perdono fra 1,7% e 2,7%.

LE REGOLE UE FANNO CROLLARE ENAV

Tra le mid cap, in territorio positivo Sesa (+1,05%), che ha registrato al 30 aprile un utile netto di 42,188 milioni di euro, in crescita del 26,5%.

Tonfo di Enav (-5,15%). Equita Sim ha ridotto dell’8% il prezzo obiettivo a 4,5 euro, confermando il rating hold, dopo che la Commissione Europea ha pubblicato una proposta per l’adozione di misure eccezionali per il 2020-2021.

E-COMMERCE, TOCCASANA PER UNIEURO

Allunga ancora Unieuro (+2,2%) sulla scia del forte balzo di ieri dopo i risultati del trimestre migliori delle attese e del balzo del canale di vendite online. Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 14 euro da 10 euro precedente.

Categories: Finanza e Mercati
Tags: Borsa