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Borse: ancora rialzi per Dax e Nasdaq, ma svetta anche la Turchia

E’ merito di Mario Draghi e Ben Bernanke se il Dax30 e il Nasdaq100, negli ultimi giorni, hanno segnato rialzi straordinari. Le politiche di stimolo della Federal Reserve americana (l’annuncio che l’istituto centrale acquisterà 40 miliardi di dollari al mese fino a quando l’occupazione non si riprenderà) hanno spinto al rialzo l’indice Nasdaq che negli ultimi cinque giorni ha guadagnato l’1,5% portandosi a quota 3.183,95. Dall’inizio dell’anno si tratta di un aumento del 25,35% su cui ha influito positivamente anche il buon andamento del settore high-tech, Apple prima fra tutte.

Anche lo scudo anti-spread presentato dal presidente della Bce ha ridato fiducia ai mercati europei, e soprattutto alla Germania, che si rafforza sapendo di avere le spalle coperte da un’Europa potenzialmente più forte. L’indice della Borsa di Francoforte, il Dax30, ne ha risentito positivamente: nell’ultima settimana ha guadagnato il 2,53%. Dal primo gennaio 2012 il rialzo è stato del 25,43% fino a quota 7.398,00. Ma il piano Draghi ha portato i suoi benefici anche ai Paesi europei considerati più a rischio. Il Ftse Mib di Milano, dopo aver azzerato le perdite da inizio anno ad agosto, dal primo settembre ha guadagnato l’8,94% a 16.455,81. L’Ibex di Madrid, nonostante continui ad essere sotto il valore del primo gennaio per almeno sette punti percentuali, ha cominciato la risalita e negli ultimi tre mesi ha guadagnato il 24,15%.

Nel frattempo però l’emergente Turchia continua a fare scintille. In testa alla classifica mondiale da inizio anno ha guadagnato il 32,97% a 68,167.94. A premiare l’Instanbul Stock Exchange è stata la disciplina dell’economia turca: il rapporto debito/Pil è al 42%, il Pil negli ultimi due anni è cresciuto intorno al 9% (anche se per il 2012 si prevede una crescita ridotta al 3,9% a causa della crisi europea) e il deficit si è ridotto al 10% del Pil, su cui continuano a pesare le massicce importazioni di energia. Anche il settore bancario è solido (la quota di non performing loan è inferiore al 3%) e redditizio (l’attività di credito nel primo semestre 2011 è cresciuta del 40%).

 

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