I listini europei chiudono in forte crescita, con Piazza Affari in testa e Wall Street, dopo una buona partenza, si sta muovendo in territorio positivo. A dare tono sono i titoli tecnologici (Nasdaq +1,6%), galvanizzati dai risultati record del secondo trimestre della sudcoreana Samsung (+3,2%). Brillano inoltre i petroliferi, le auto, le banche e più in generale i titoli ciclici, mentre perdono quota i titoli giudicati difensivi.
Milano arriva al traguardo sui massimi di seduta, +3,05% a 21.558 punti base, davanti ad Amsterdam +2,24%, Madrid +2,16%, Francoforte +1,97%, Parigi +1,6% e Londra +1,11%.
Rimbalza con decisione il petrolio, che supera di slancio i 100 dollari. Il Brent tratta al momento in progresso del 4% circa a 104,65 dollari al barile; il greggio sale del 4,8% 103,25 dollari.
Il mercato valutario fa i conti soprattutto con le dimissioni del primo ministro britannico e una conseguente impennata della sterlina. L’euro resta debole, intorno ai minimi da 20 anni contro dollaro, in area 1,056.
Spread oltre 200 punti dopo i verbali Bce
Chiude in rosso invece il secondario italiano, dopo la lettura dei verbali della Bce.
Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si allarga a 203 punti base (+2,71%) e anche i tassi salgono rispettivamente a +3,27% e +1,24%.
Nel board della Bce c’è stato accordo sul fatto che “gradualismo” nel rialzo dei tassi non significa necessariamente azione lenta o a piccoli passi. La maggior parte dei componenti il consiglio ha concordato su un aumento di 25 punti base a luglio, ma alcuni membri avrebbero preferito aprire anche a mosse più consistenti, mentre si attende una stima chiara per settembre.
La determinazione della Fed, nei verbali resi noti ieri, è apparsa più forte nel percorso di rialzi e nella lotta all’inflazione.
Sull’Europa pesa, d’altra parte, un maggior il rischio recessione dovuto alla crisi del gas e in ambito macro ha deluso oggi il dato sugli ordini industriali in Germania a maggio (+0,2% contro stime di +0,4%).
Prometeia: l’Italia crescerà più dell’eurozona
I timori di recessione, per quanto riguarda l’Italia, vengono però attenuati da Prometeia, che a sorpresa nel suo ultimo report ha alzato la previsione del pil italiano per il 2022 al +2,9% (dal precedente +2,2% ipotizzato a marzo scorso), spiegando come “sia nel 2022 sia nel 2023 il nostro Paese dovrebbe crescere più dell’Eurozona”.
A dare sprint è l’andamento superiore alle attese della prima parte dell’anno e questo, unito al fatto che i prezzi dell’energia potrebbero aver toccato i massimi, ha indotto il centro studi alla previsione. Questo non vuole dire che nel secondo semestre le cose andranno proprio bene: perché gli effetti del carovita sulle famiglie e degli aumenti delle tariffe energetiche sulle imprese si faranno sentire anche nel 2023 (anno per il quale la stima del pil era del 2,5%, ora è all’1,9%). In pratica, “la crescita cumulata nel biennio rimarrà identica, ma con una diversa scansione temporale”.
Piazza Affari boom di petroliferi, auto e banche
Boom di petroliferi, auto e banche sul principale listino milanese. In testa c’è Saipem, +24,3%, sulle aspettative – dice un trader a Reuters – che l’aumento di capitale che si chiude lunedì prossimo sia andato meglio del previsto.
Il balzo è a due cifre anche per Tenaris +10,13%, che si avvantaggia di un giudizio positivo di Jefferies. Più cauta Eni, +2,7%.
Ritrova slancio l’automotive: Stellantis +7,09%, Iveco +7,18%, Cnh +6,11%, Pirelli +5,3%.
Tra le banche rimbalzano forte Unicredit +6,59%, Banco Bpm +6,15%, Bper +5,18%, mentre nel risparmio gestito a correre di più è Finecobank +5,1%.
Telecom, al centro dell’attenzione per la presentazione del piano di separazione della rete dai servizi, non ha stupito il mercato e chiude con un rialzo dell’1,18%.
Dopo aver retto l’argine nei momenti bui, perde quota Amplifon -4,35%. Leggeri ribassi per Snam -0,42% e Inwit -0,5%.