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Borse a razzo dopo le parole di Powell, che aumenta i tassi Fed ma esclude una nuova stretta

Pixabay

Non stiamo pensando di alzare i tassi di un altro 0,75%”. Queste parole del presidente della Fed Jerome Powell hanno scatenato ieri sera l’euforia di Wall Street, fino a quel momento quasi piatta dopo l’annuncio, scontato, dell’aumento dello 0,50 (il più robusto dal 2002) e dall’avvio il mese prossimo dei tagli al bilancio della banca. Misure dure, ma necessarie per frenare l’inflazione e, forse, evitare una recessione. Ma il mercato temeva che la scure della Fed non si sarebbe fermata lì. E così il sollievo per lo scampato pericolo ha provocato un finale effervescente, addirittura esplosivo, nella speranza di un’uscita soft dalla fase di iperinflazione.

Volano gli indici: Dow Jones +2,8%, miglior performance dal novembre 2020; S&P 500 +3%, rialzo record dal maggio 2020; Nasdaq +3,2%.

Cala la febbre sui T-bond: il Treasury Note a dieci anni si allontana dai livelli di pericolo intorno al 3% di rendimento, stamattina siamo a 2,93%.

Rallenta anche il dollaro: il cross Eu/Usd sale a 1,061 da 1,051 di ieri sera.

La spinta dei listini americani promette un avvio brillante anche per le Borse del Vecchio Continente. Il future dell’indice EuroStoxx 50 segna +2%.

La scossa rialzista ha investito nella notte i mercati asiatici

Le borse della Cina, rimaste chiuse nelle prime tre sedute della settimana per festività, salgono, dopo un avvio di seduta in calo. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,5%. La prefettura di Shanghai ha fatto sapere che il 70% delle aziende industriali ha ripreso le attività. Ha deluso l’indice PMI non manifatturiero elaborato da Caixin, in aprile sceso sui minimi degli ultimi due anni.

Puntuale è arrivato l’aumento dei tassi di Hong Kong, in difesa del “per” con la valuta Usa. L’autorità monetaria della città ex colonia inglese ha alzato stanotte il tasso di riferimento di cinquanta punti base a 1,25%. Il cross dollaro statunitense, dollaro di Hong Kong, è poco mosso, sui massimi dal 2018.

L’indice Hang Seng sale dello 0,7%. L’Hang Seng Tech, sceso il giorno prima del 3,3%, è in rialzo dell’1,7%.

L’India fa buoni affari con il greggio di Putin

La borsa di Mumbai ha aperto in rialzo dello 0,9%, dal -2,3% del giorno prima. Ieri, a sorpresa, la Banca centrale dell’India ha alzato il tasso d’interesse di quaranta punti base, al 4,4%. La rupia indiana si apprezza, il rendimento del bond indiano a dieci anni è sui massimi degli ultimi tre anni a 7,40%. Di rilievo, sul piano politico, la decisione di Modi di acquistare il petrolio russo, senza aderire alle sanzioni. Ma, scrive Bloomberg, la cattiva notizia per Mosca è che l’India chiede ulteriori forti sconti.

Stanotte, anche la Banca centrale del Brasile ha alzato il costo del denaro: il tasso Selic è stato aumentato dell’autorità monetaria di cento punti base, a 12,75%.

Petrolio, perché slitta l’embargo a Mosca.

Stabile il petrolio attorno ai 108 dollari dopo il rialzo di ieri, in attesa delle sanzioni Ue a Mosca, per ora rinviate perché gli Stati membri hanno bisogno di più tempo per varare il sesto piano di sanzioni contro la Russia. Il pacchetto annunciato da Ursula von der Leyen all’assemblea di Strasburgo (“Elimineremo ogni fornitura di petrolio greggio entro sei mesi”) ha incontrato l’opposizione di Ungheria e Slovacchia che non si accontentano della deroga a fine 2023. Anche Bulgaria e Repubblica Ceca chiedono più tempo.

Da Praga ad Atene, gli Stati chiedono più soldi per lo stop

In discussione, però, non c’è solo la deroga temporale. Gli Stati membri che più dipendono dal petrolio russo, infatti, oltre ad appellarsi ad una transizione più lunga chiedono anche una “compensazione economica”. Soldi in cambio dell’embargo per affrontare le difficoltà. In più la Grecia (insieme ad altri partner mediterranei) si è messa di traverso: non accetta il divieto per le navi europee di trasportare il greggio russo nei prossimi sei mesi. Atene lo considera un danno: significa soltanto che le aziende si rivolgeranno a imbarcazioni extraeuropee, a cominciare dalla Turchia. Una situazione piuttosto intricata. Da cui, però, l’Unione dovrà comunque uscire.

Il piano Ue prevede anche l’esclusione di Sberbank, la prima banca russa, dal sistema dei pagamenti internazionali Swift.

Btp: rendimenti e spread volano. Anche la Bce verso la stretta

Suonano due campanelli d’allarme per il debito italiano ancor prima delle decisioni della Fed. Il rendimento del Btp decennale si ferma sulla soglia del 3%, a quota 2,98%, ai massimi dal marzo 2020. Intanto, nonostante il Bund di pari durata si confermi oltre l’1%, lo spread arriva ad un soffio dei 200 punti. È la conseguenza della pressione (tassi in aumento, cresciuta in frenata) innescata dall’aumento Usa per contenere l’inflazione. Una mossa che già a luglio potrebbe essere imitata dalla Bce, come suggerisce Isabel Schnabel, membro tedesco della Banca. La misura, ha spiegato, sarà preceduta dalla fine degli acquisti della Banca centrale.

È finita la stagione dei titoli sottozero: meno di 100 in circolazione

Sul primario, intanto, la Germania ha assegnato ieri 1,464 miliardi di euro nel green bond 2031 con tasso medio salito a 0,93% da -0,20% dell’asta precedente.

Sui mercati non si contano ormai più di 100 titoli con un tasso negativo. Nel dicembre 2020 erano circa 4.500 per un controvalore di 18 mila miliardi.

In Europa la maglia nera dei listini tocca a Milano (-1,4%), di nuovo sotto quota 24 mila. La giornata è stata negativa per tutti: Parigi -1,2%; Madrid -1,05%; Amsterdam -1,03%; Francoforte -0,49%; Londra -0,9%.

Faccia a faccia Del Vecchio-Zuckerberg sugli occhiali intelligenti.

Milano è stata il teatro di un incontro tra due Big. Mark Zuckerberg, numero uno di Meta, si è incontrato con il re degli occhiali, Leonardo Del Vecchio, primo azionista di Essilor Luxottica, che dal settembre 2020 collabora con il colosso di Silicon Valley nello sviluppo degli occhiali intelligenti.

“È stato bello tornare a Milano per discutere i piani dei nuovi smart glasses”, ha scritto Zuckerberg postando una foto al fianco del fondatore di Luxottica, che indossa il prototipo di un braccialetto con interfaccia che dovrà controllare occhiali e altri dispositivi.

Ieri la concorrente Safilo (-10%) è stata il peggior titolo di Piazza Affari.

Ferrari sbanda (-5,57%), ma gli utili salgono

Sbanda Ferrari (-5,57% sul circuito milanese) dopo la pubblicazione della trimestrale che pure è stata in linea con le aspettative degli analisti. L’amministratore delegato Benedetto Vigna ieri ha svelato anche la motorizzazione della Purosangue, la prima Ferrari con un baricentro più alto del solito che sarà lanciata quest’anno: sarà alimentata da un classico 12 cilindri a V aspirato. Per le novità della Rossa si dovrà attendere il l Capital Markets day che si terrà a Maranello il prossimo 16 giugno. Nel primo trimestre la società ha registrato un utile netto pari a 239 milioni di euro (contro 206 milioni).

La frenata del titolo ha colpito sia il settore a quattro ruote (Cnh Industrial -2,67%, Stellantis -1,29%) che il lusso (Moncler -1,46%). In rosso anche Ferragamo e Brunello Cucinelli.

Il titolo peggiore è stato Campari (-3,79%) su cui Kepler Cheuvreux ha ridotto il rating a hold.

Unicredit verso la svalutazione in Russia

Giornata difficile anche per il credito: Banco Bpm perde il 3,74%. In caduta anche Unicredit: -2,82% alla vigilia dei conti. È prevista la svalutazione delle attività in Russia, per un importo tra 600-700 milioni di euro. Fineco -2,63%, Bper Banca -2,45%. Intesa -1,8%.

Da segnalare lo scivolone delle Edison risparmio: -5,4% dopo il crollo dell’utile netto nel primo trimestre per via del decreto taglia prezzi. Gli interventi del governo hanno fatto scendere i profitti di Edison a 27 milioni, contro i 98 dello stesso periodo di un anno fa.

Enel (-0,88%) ieri ha dichiarato un utile netto nel primo trimestre pari a 1,23 miliardi (in aumento del 21,6%) sopra le attese degli analisti. In testa al listino svetta A2a (+ 2,57%).

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