Stretti tra due fuochi, la variante Omicron e l’attesa di politiche monetarie maggiormente restrittive da parte delle banche centrali, i mercati vivono un’altra seduta all’insegna dell’incertezza, mentre il petrolio cala, i contagi aumentano e la Fed si appresta ad annunciare le sue decisioni.
Piazza Affari è positiva e chiude con un guadagno dello 0,41% a 26.666 punti, guidata da Bper (+6,08%), dopo l’offerta non vincolante per l’acquisto di Carige (+13,65%). Più timida Generali (+0,27%), alla luce del nuovo piano che prevede più utili e maggiori dividendi. Zavorrano il listino i titoli petroliferi e le altre banche.
Sono contrastati gli altri listini europei: Francoforte +0,18%; Parigi +0,47%; Amsterdam -0,04%; Madrid -1,23%; Londra -0,65%.
Wall Street, piatta in avvio, si sta muovendo più continuamente in calo soprattutto con il Nasdaq, mentre i riflettori stanno per accendersi sulla conferenza stampa di Jerome Powell.
QUANTO SARA’ FALCO LA BANCA CENTRALE?
Dopo che il presidente della Fed, poco tempo fa, ha sganciato l’inflazione dall’aggettivo “temporanea” e dopo gli ultimi dati sui rialzi dei prezzi al consumo e alla produzione nel mese di novembre a livelli che non si vedevano da molti anni, le attese degli economisti sono per un tapering più rapido, che passi da un ritiro degli stimoli da 15 a 30 miliardi mese (su 120 miliardi di acquisti mensili), per chiudere a marzo e uno o due rialzi dei tassi nel corso del 2022. Secondo Reuters mosse più restrittive rappresenterebbero una sorpresa in senso “hawkish”.
Al termine della due giorni che si chiude oggi la Fed dovrebbe inoltre comunicare le sue nuove previsioni di crescita e inflazione, e anche i vari banchieri centrali potranno modificare le loro previsioni per i tassi del futuro.
Il problema è che queste decisioni arrivano mentre il mondo si prepara ad affrontare il dilagare della variante Omicron, che a quanto pare è molto peggio di quanto abbiamo visto fin qui.
PER ECDC I VACCINI NON BASTANO CONTRO OMICRON
Il nuovo grido d’allarme sulla variante sudafricana del coronavirus arriva oggi dall’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, secondo cui “la probabilità di un’ulteriore diffusione della variante Omicron è molto elevata e la sola vaccinazione non ci permette di prevenirne l’impatto; è urgente una forte azione per ridurre la trasmissione e contenere l’impatto sui sistemi sanitari. Una rapida introduzione di misure non farmaceutiche è necessaria per ridurre la trasmissione della variante Delta e rallentare Omicron”. Sono queste le parole di Andrea Ammon, direttrice del centro. Tutti i paesi stanno prendendo provvedimenti, Italia compresa che ha fatto irritare Bruxelles, introducendo una quarantena per chi entra nel paese, anche dall’Unione europea e non è vaccinato e prendendo inoltre tamponi per tutti nelle 48 ore precedenti.
“C’è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti – afferma il premier Mario Draghi – da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri paesi la variante è molto diffusa: non credo ci sia molto da riflettere”.
IN CALO IL PETROLIO PER IL TERZO GIORNO CONSECUTIVO
Il contesto globale appare sfavorevole al petrolio, che continua a muoversi in calo (benché meno che nelle ore precedenti).
Secondo l’International Energy Agency (Iea) un aumento dei casi di coronavirus trainati dalla nuova variante danneggerà la domanda globale di petrolio nello stesso momento in cui l’offerta si prepara a crescere, specialmente negli Usa, con le forniture impostate per superare la domanda fino ad almeno la fine del prossimo anno.
In contrasto con tali previsioni l’Opec lunedì ah alzato le previsioni relative alla domanda globale di petrolio per il primo trimestre del 2022.
La scorsa settimana, intanto, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono diminuite per la sesta volta nelle ultime 13 settimane e lo hanno fatto più di quanto atteso dagli esperti. In questo contesto i future di Brent e Wti sono in calo frazionale e trattano rispettivamente intorno a 73,25 dollari al barile e 70,15 dollari.
DOLLARO E T-BOND ALLA FINESTRA
Sul mercato dei cambi il dollaro rimane in attesa di notizie da parte della banca centrale Usa. Il cambio euro-dollaro al momento è sui livelli di ieri intorno a 1,263.
La stessa bonaccia investe i titoli di Stato Usa, con i T-Bond fermi prima delle parole di Powell. Il tasso del decennale è sui livelli della chiusura di ieri, a 1,439%.
IN PIAZZA AFFARI OCCHI PUNTATI SU BPER E GENERALI
Due sono i titoli sotto i riflettori oggi sul listino principale di Piazza Affari, Bper e Generali. La banca modenese è stata premiata dagli acquisti dopo aver annunciato ieri sera un’offerta non vincolante al Fondo Interbancario di Tutela Depositi (Fitd) per l’88,3% di Carige al prezzo di un 1 euro. Bper si è anche impegnata a lanciare un’opa sul restante capitale. Il mercato premia l’offerta che può rappresentare una buona mossa per aggiungere un nuovo tassello alla crescita dimensionale della banca, anche se non si tratta di un deal ‘transformational’ e rimangono dubbi sull’effettivo rilancio della rete. La parola passa adesso alle altre banche che, tramite il Fitd, sono chiamate ad ricapitalizzare Carige per un miliardo di euro.
Bene anche Pop Sondrio, vista come ulteriore target per i piani di crescita di Bper e del suo principale azionista Unipol(+1,28%).
Sono in calo le big Unicredit -1,79%, dopo il balzo di ieri e Intesa -1,03%.
La reazione del mercato è stata abbastanza tiepida invece al piano di Generali, che vede un aumento di dividendi e il primo buyback da 15 anni a questa parte.
Per quanto riguarda le altre blue chip registrano i importanti rialzi i titoli del comparto salute e come Recordati +2,62%, Diasorin +2,38%, Amplifon +2,17%.
Nel lusso rimbalza Moncler +2,57% e, fuori dal paniere principale, Cucinelli (+6,59%), che ieri, a mercato chiuso, ha annunciato di avere alzato la guidance di crescita sui ricavi del 2021.
Bene Stm +2,15%, su cui Moody’s ha alzato il rating a Baa2 da Baa3, con outlook passato a stabile da positivo.
In rosso sono Tenaris -3,09%, Saipem -1,64% ed Eni -1,322%. In calo anche A2a -2,01%.
SPREAD IN CALO IN ATTESA DELLA BCE E INFLAZIONE
Chiude in verde il secondario italiano, alla vigilia delle decisioni della Banca centrale europea: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 128 punti base (-1,49%), con il tasso del Btp che arretra a +0,91% (-0,37% per il Bund).
Intanto l’Istat ha rivisto al ribasso il dato tendenziale relativo all’inflazione italiana di novembre che, in seconda lettura, è al 3,7% (da 3,8%), dato più alto da settembre 2008. Su base mensile si è registrato un aumento dello 0,6 per cento. L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è ancora una volta dovuta in larga parte ai prezzi dei Beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15% a +24,3%), mentre la componente regolamentata, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, registra un lieve rallentamento (da +42,3% a +41,8%).