Si muovono incerte le Borse europee indecise se intraprendere la strada dei rialzi e dare credito all’accordo sul fiscal compact europeo mentre i dati che arrivano dall’economia sono tutt’altro che incoraggianti: il Ftse Mib sale del lo 0,61%, il Dax dello 0,98% il Cac dello 0,61%, il Ftse 100 dello 0,65%. Dalla Gran Bretagna, che ha detto no all’accordo spaccando il fronte europeo e avviando un’Europa a due velocità, arriva un’altra doccia fredda. Voci di stampa riferiscono che sono iniziate manovre per fronteggiare il crollo dell’Eurozona.
I vertici della Consob britannica (Financial Service Authority) terranno oggi una riunione con l’Associazione delle Banche Britanniche per mettere a punto un piano contro un possibile crollo finanziario innescato da un eventuale disintegrazione dell’euro. Un segnale forte di fiducia sulla tenuta dell’Eurozona è però arrivato dall’asta spagnola che ha registrato un boom di domanda e ha piazzato oltre 6 miliardi di euro di controvalore (scadenza 2016, 2020, 2021). Il tasso del titolo decennale è però salito al 5,545% dal 5,433% dell’asta precedente.
Reagisce bene anche lo spread tra Btp e bund che, sempre su livelli da record, si restringe però a 484 punti base da 495 (rendimento al 6,77%) e ora viaggia a 480 punti base in discesa. A Piazza Affari sono le banche a trainare il Ftse Mib con rialzi fino al 3,90% della Bpm. Intesa sale del 3,10% e Mps del 2,61%. Il comparto beneficia, in linea con quello europeo, delle voci su una possibile revisione dei parametri dei requisiti di capitalizzazione (il 9% di Core Tier1) con l’obiettivo di prevenire il credit crunch.
Ma nell’incertezza sulla reale portata del fiscal compact e del suo via libera nei vari Paesi dell’eurozona, i listini hanno ridotto il passo in mattinata condizionati da numerosi fattori. A partire dall’allarme della Bce che vede per l’Europa “elevata incertezza” e “considerevoli rischi al ribasso”. Per l’Italia, mentre la manovra si avvia al voto di fiducia domani, la Confindustria ha lanciato l’allarme recessione rivedendo drasticamente al ribasso le previsioni sul Pil a -1,6% da +0,2% per il 2012.
Non brilla neanche la “locomotiva d’Europa” che dopo aver subito nei giorni scorsi la revisione al ribasso delle stime di crescita prima della Bundesbank e poi dell’Ifo, oggi incassa la pesante previsione dell’Istituto tedesco per la ricerca economica Iwh. A livello di eurozona continua poi la contrazione della manifattura per il quarto mese consecutivo dell’indice Pmi di Markit. L’euro continua a trattare sotto la soglia psicologica di 1,30 sul dollaro in area 1,2993 mentre si registrano forti vendite anche sulle commodity.
Il petrolio torna a salire a 95,94 dollari al barile (New York) dopo il crollo di ieri per la decisione dell’Opec di aumentare l’offerta e di alzare il tetto di produzione a 30 milioni di barili al giorno. A Piazza Affari tra i titoli migliori insieme alle banche anche Enel +1,64%. Tra i peggiori ancora Fondiaria Sai -1,65%, Azimut -3,50% e Mediaset -2,94% dopo il downgrade di Goldman Sachs.