Piazza Affari ha ballato praticamente da sola oggi in Europa, grazie agli acquisti sui titoli finanziari e sugli industriali. Alla campanella finale il Ftse Mib segna un rialzo dello 0,81%, a 27.275 punti base, mentre nel resto del continente sono poco più che piatte Parigi +0,27% e Francoforte +0,2%, poco meno Madrid -0,22%, Amsterdam -0,09% e Londra -0,32%.
Oltreoceano è partita in sordina Wall Street, che si sta muovendo ora in territorio positivo. Da segnalare il crollo di GameStop (-20%), dopo il licenziamento del ceo Matthew Furlong.
Gli investitori si avviano a chiudere un’ottava interlocutoria, in attesa delle riunioni di Fed e Bce della prossima settimana e alla luce di dati macro da soppesare.
Recessione tecnica in Eurolandia e più disoccupati negli Usa: argomenti a favore delle colombe di Fed e Bce?
La zona euro è in recessione tecnica, secondo i dati di Eurostat, poiché il pil del blocco nei primi tre mesi dell’anno è sceso dello 0,1% rispetto al quarto trimestre 2022, quando si era verificato un medesimo calo. Le differenze tra i vari paesi sono marcate e l’Italia si distingue positivamente con una crescita del pil dello 0,6%, dopo -0,1% negli ultimi tre mesi dello scorso anno. Soffre però un socio di grande peso: la Germania, -0,3%, dopo -0,5%.
Negli Stati Uniti d’altra parte si sta raffreddando il mercato del lavoro, poiché nella settimana terminata il 3 di giugno le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione sono salite al massimo dall’ottobre 2021 (+28mila, a 261mila contro attese di scarse variazioni).
Se da un lato questi dati preoccupano, perché la recessione fa paura, dall’altro incoraggiano, perché fornisce argomenti alle colombe delle banche centrali. Dopo le ulteriori e inattese mosse restrittive di Australia e Canada, infatti tra gli investitori è cresciuto il nervosismo in vista delle riunioni di Fed e Bce. Gli economisti che stimano un ulteriore intervento dello 0,25 da parte di Jerome Powell sono oggi al 30%, ma la maggioranza scommette su una pausa, come per altro annunciato dal numero uno della banca centrale Usa. Le attese per Eurotower sono invece di un nuovo rialzo dei tassi di 25 punti base a giugno e un altro, della stessa entità a luglio.
Si appanna il dollaro
In questo contesto l’euro si muove tonico e il dollaro abbassa le piume, per un cambio intorno a 1,077. I rendimenti dei T-Bond a breve scadenza, quelli più sensibili ai tassi, risultano in calo.
La frenata del biglietto verde favorisce la ripresa dell’oro, +1,4%, a 1967,60 dollari l’oncia.
Si muove in rosso il petrolio, mentre prosegue la risalita del gas ad Amsterdam (+2,54%, 27 euro al Mwh) a causa dei ritardi nella riapertura dell’impianto norvegese Hammerfest Lng.
Piazza Affari tonica con Mediobanca e Stellantis
Mediobanca è la blue chip migliore del giorno, con un guadagno del 2,3%. Sul Ftse Mib sono in luce anche le due banche più grandi, Intesa +0,91% e Unicredit +0,95%, mentre rallenta ma resta ugualmente tonica Monte Paschi, +0,74% che guarda a futuri matrimoni. Banco Bpm si apprezza dello 0,94%, dopo aver portato a termine una nuova emissione Green Senior Non Preferred, con scadenza cinque anni e possibilità di rimborso anticipato a giugno 2027, per un ammontare pari a 750 milioni di euro. Gli ordini hanno raggiunto 1,3 di euro. Il titolo è stato emesso a un prezzo pari a 99,955% e paga una cedola fissa del 6%.
Prosegue in altalena la settimana di Finecobank, +1,94%.
L’industria è in evidenza con Stellantis +1,44%, Leonardo +1,7%, Cnh +1,51%.
Timida Telecom, +0,36%, che aspetta le offerte migliorative delle due cordate interessate ad acquistare la rete, da un lato il fondo Usa, KKr, dall’altro Cup e Macquarie.
I maggiori ribassi del giorno sono per Diasorin -0,59%, Amplifon -0,71%, Nexi -0,59%, Saipem -0,3%.
Spread in calo. Rallentano le richieste di Btp Valore
Sul secondario lo spread tra Btp decennale benchmark e omologo tedesco scende a 170 punti base (-1,69%), con tassi rispettivamente a +4,12% e +2,42%.
Ha rallentato oggi la domanda di Btp Valore, nella quarta giornata di collocamento e dopo un avvio col botto. A un’ora dalla chiusura le richieste erano superiori ai due miliardi, che portano la domanda complessiva a circa 17 miliardi di euro.