I listini europei chiudono una seduta debole, senza aver trovato nel pomeriggio la spinta sperata da Wall Street, tornata alle contrattazioni dopo la festa di ieri e soprattutto dopo l’accordo sul tetto del debito raggiunto nel weekend. All’intesa manca il sigillo del congresso e il percorso potrebbe essere accidentato. A New York i tre indici principali si muovono quindi misti: è in calo il Dow Jones (-0,4%) e sale il Nasdaq (+0,6%), grazie al nuovo boom di Nvidia (+5,6%) che in avvio tocca per la prima volta la capitalizzazione di mille miliardi di dollari dopo averci provato alcuni giorni fa a seguito di previsioni record legate all’intelligenza artificiale.
Pesa in generale sui listini il crollo del greggio, in ribasso del 4% circa e in apprensione sul percorso politico Usa, mentre i segnali di rallentamento dell’inflazione in Spagna (+2,9% a maggio, meno delle attese) e in Italia (-4,8% i prezzi alla produzione in aprile) non sono bastati a sostenere l’umore degli investitori europei.
Apprezzano invece i titoli di Stato, che chiudono una seduta positiva.
Europa in rosso
Piazza Affari perde lo 0,16% ed è una delle migliori, dopo essersi barcamenata tutto il giorno tra gli acquisti sulle utility e le vendite sui titoli oil. Nel resto del continente si fanno sentire i cali di alcuni colossi dell’alimentare per avvicendamenti nel management, mentre la settimana corta di Londra (anch’essa chiusa ieri per festività) riparte in profondo rosso -1,38%. Il bilancio di giornata è decisamente negativo per Parigi -1,29% e Amsterdam -0,97%. Perde lo 0,29% Francoforte, mentre resta nel limbo Madrid -0,09%.
A Milano la Juventus festeggia il patteggiamento
In una giornata finanziaria grigia a Milano, un raggio di sole ha scaldato la Juventus, +4,4%, dopo il patteggiamento con la Procura federale della Figc in merito alla vicenda legata alla cosiddetta “manovra stipendi”. Il club pagherà una sanzione di 718mila euro e altre ammende (di importo inferiore) per i dirigenti ed ex dirigenti coinvolti nella vicenda e dovrebbe chiudere così tutte le controversie legali, evitando il ricorso sulla penalizzazione da 10 punti, che sta scontando nell’attuale campionato, sul caso plusvalenze.
Sul listino principale hanno conquistato il favore degli investitori Prysmian +2,84%, che ieri ha sbandato a seguito dell’annuncio di un cambio al vertice. A favorire il rally odierno ha contribuito il giudizio positivo di Goldman Sachs che scommette ora sulla revisione al rialzo degli obiettivi.
La seduta è positiva per le utility, a partire da A2a +1,58% e Terna +1,65%. Bene Stm, +1,8% grazie alla viva attenzione sul mondo dei chip, dopo che Nvidia ha annunciato che costruirà il più potente supercomputer AI in Israele, dando una spinta a tutti i titoli di società di semiconduttori.
Dopo le recenti perdite è oggi in verde Erg +1,73%, mentre il lusso si fa notare con Moncler +1,24%.
Le banche archiviano una seduta debole, con l’eccezione di Mps +0,24%, sostenuta da quanto detto dal ceo, Luigi Lovaglio, secondo il quale l’istituto senese giocherà un ruolo importante nella costruzione di un terzo polo bancario.
Sul lato negativo del listino ci sono titoli petroliferi ieri in rialzo come Tenaris -2,7% ed Eni -2,35%. Va nuovamente giù Saipem -1,89%.
L’industria perde quota con Leonardo -1,74%. Arretra Nexi -1,73%.
Spread in calo
Il secondario italiano chiude invece una giornata positiva e scendono i tassi anche in Spagna e in Grecia.
Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 182 punti base (-1,62%) e i tassi arretrano rispettivamente a +4,15% e +2,34%.
Il quadro è misto sul primario. Il Tesoro ha collocato infatti in tre aste Btp per un valore complessivo di 9,5 miliardi di euro. Il rendimento lordo di quelli a 5 anni è salito al 3,79% (+2 punti base), mentre quello dei titoli a 10 anni, è sceso di 9 punti base al 4,32%. Nella terza asta, anch’essa a 10 anni, sono stati collocati Btp per 2 miliardi di euro, a fronte di una richiesta di 3 miliardi (rapporto copertura 1,53), con rendimento lordo al 4,24%. In un’altra asta, a 7 anni, sono stati collocati ulteriori 1,5 miliardi di euro in CCTeu, a fronte di una richiesta di 2,7 miliardi (rapporto copertura 1,82), con rendimento lordo al 4,38%, in calo di 7 punti base.