I listini europei continuano a camminare sulle uova e archiviano una seduta molto volatile, nonostante l’inflazione tedesca di settembre (4,3%, dal 6,1% di agosto) sia risultata inferiore alle attese e faccia sperare l’intera Eurozona, in vista dei dati del blocco. L’altra faccia della medaglia però è un’economia che si piega sotto le strette della Bce, mentre scende la fiducia di consumatori e imprese.
In ogni caso alla fine si può parlare di un piccolo rimbalzo, dopo cinque sedute consecutive in calo. Piazza Affari si apprezza dello 0,54% a 28.163 punti base al traino di un’effervescente Bper +3,15%, dopo la notizia che l’azionista Unipol (+0,35%) ha acquistato un altro 10,2% della Popolare di Sondrio (+1,71%). Nel resto d’Europa: Francoforte +0,69%, Parigi +0,63%, Amsterdam +0,59%, Londra +0,15%. Su tutte brilla Madrid +1,04%.
Sul mercato dei cambi l’euro risale contro dollaro dopo essere sceso, nella notte, sotto quota 1,05. Al momento il cambio è intorno a 1,057.
Si sgonfia un po’ il petrolio, dopo l’esuberanza della vigilia: Brent -0,45%, 93,94 dollari al barile. Continua a scendere il prezzo dell’oro: -0,8%, che cammina sul filo dei 1860 dollari l’oncia.
Il rendimento del Bund si avvicina al 3% e quello del Btp è al 4,91%
Continuano poi a salire inesorabilmente i rendimenti dei titoli di Stato e quello del Bund decennale si avvicina al 3% (2,96%), ai massimi dal 2011. A pesare è anche il fatto che la locomotiva economica europea frena: secondo il Joint economic forecast, il prodotto interno lordo teutonico diminuirà dello 0,6% nel 2023. Si tratta di una forte revisione al ribasso di 0,9 punti percentuali rispetto alla previsione fatta nella primavera di quest’anno.
Sul secondario il tasso del Btp decennale si avvicina pericolosamente al 5% e chiude a +4,91%, per uno spread stabile a 195 punti base (+0,58%). Sul circuito Mts il differenziale ha superato per qualche momento la soglia psicologica dei 200 punti base, e il tasso del titolo italiano è andato al 4,94%.
Intanto la Bce, nel suo ultimo Bollettino scrive che i “rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso. L’espansione potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria saranno più intensi delle attese o in caso di indebolimento dell’economia mondiale, ad esempio per effetto di un’ulteriore decelerazione della Cina”. Sui prezzi: “L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato”. Infine il solito discorso sui tassi: essi hanno raggiunto livelli tali che, “mantenuti per un periodo sufficientemente lungo”, forniranno un contributo sostanziale al ritorno dell’inflazione verso il 2%. Secondo le nuove proiezioni dello staff Bce annunciate al termine della riunione del consiglio direttivo del 14 settembre, l’inflazione dovrebbe scendere dall’8,4% nel 2022 al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.
Nervosa Wall Street; tassi del decennale al top dal 2007
Oltreoceano si muove in progresso Wall Street (DJ +0,52%). Dopo un avvio stonato il nervosismo sembra essersi placato, sperando in un accordo tra democratici e repubblicani per finanziare il governo ed evitare lo shutdown e in attesa che il presidente della Fed Jerome Powell parli questa sera, alle 22 ora italiana. L’inflazione a stelle e strisce non ha riservato grandi sorprese: il dato Pce è aumentato nel secondo trimestre del 2,5%, in base alla terza e ultima lettura, in linea con le attese. Il dato ‘core’, quello depurato dai prezzi energetici e dei prodotti alimentari, è salito del 3,7%, anche questo pari alle attese degli esperti. Confermato il Pil del secondo trimestre al 2,1%, mentre il lavoro si conferma resiliente e le nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono risultate duemila in più, 204 mila totali contro 214 mila attese.
In questo contesto scendono i prezzi dei T-Bond e salgono i tassi, soprattutto nella parte lunga della curva. Il Treasury decennale segna un rendimento del 4,653%, ai massimi dal 2007.
Piazza Affari cautamente ottimista
Piazza Affari appare infine cautamente ottimista. Le banche hanno ripreso quota al traino della Popolare dell’Emilia-Romagna. Salgono Banco Bpm +1,38%, Intesa Sanpaolo +1,09%, Mps +0,71%. Debole Unicredit -0,42%.
I titoli dell’industria si sono mossi in ordine sparso: sono positivi Prysmian +2,94%, Ferrari +2,05%, Stellantis +1,71%, mentre sono in rosso Pirelli -1,79% e Iveco -1,16%.
Nella moda rimbalza Moncler +2,25% e tra i titoli petroliferi si conferma intonata Tenaris +1,13%.
La maglia nera del giorno va a Telecom Italia, -2,52%, con gli investitori impensieriti dal fatto che l’azionista Vivendi ha scritto una lettera al cda del gruppo per chiedere la pubblicazione dei pareri legali richiesti dall’ex monopolista in merito alla modalità di approvazione della vendita di Netco. Secondo gli analisti di Intesa San Paolo “la mancanza di un accordo con conseguente disputa legale resta un potenziale rischio chiave sul deal”. Male Amplifon -1,71% e si confermano deboli le utility, penalizzate dagli alti tassi dei titoli di Stato: Italgas -1,67%, Hera -1,38%.
Salgono ancora i tassi nelle aste
A pochi giorni dall’avvio del collocamento ai piccoli risparmiatori del nuovo Btp Valore, continuano a salire i tassi nelle aste. I Btp a 5 anni hanno spuntato un rendimento del 4,41%, top da agosto 2021; quelli a 10 anni sono andati al 4,93%, massimo da ottobre di 11 anni fa. Nel menù del giorno anche Ccteu a 6 anni per 750 milioni, a fronte di richieste per 1,501 miliardi, a un rendimento del 4,12%; Ccteu a 8 anni per 750 milioni, a fronte di richieste per 1,495 miliardi, a un rendimento del 4,89%.