Nuovo aumento dei tassi di interesse in settembre o pausa del ciclo rialzista? La posizione della Bce è “un deciso forse”, ha detto la presidente Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa che ha seguito l’annuncio relativo al rialzo dei tassi d’interesse di 25 punti base stabilito a luglio. Dopo nove incrementi dei tassi consecutivi, l’apertura della Bce a un possibile stop ha mandato in visibilio le Borse europee, spingendole a chiudere la seduta con rialzi sostenuti e speranzosi. E a Wall Street la musica non cambia, con i tre principali listini che procedono in positivo in seguito alla decisione della Fed (altro rialzo di 25 pb) e alla crescita sopra le attese del Pil statunitense.
Chiusura borse 27 luglio: listini europei in grande spolvero, Milano ai massimi dal 2008
Il rialzo dei tassi era già stato scontato nelle scorse settimane, a contare è stato quindi il nuovo “spirito” mostrato dalla Bce, molto meno falco e molto più colomba. Le Borse europee, già ampiamente positive in mattinata, hanno trovato nelle parole dell’Eurotower la spinta propulsiva necessaria per archiviare la seduta in netto rialzo. Alla fine della corsa Amsterdam e Parigi guadagnano rispettivamente il 2,2%, Francoforte l’1,7%, Madrid l’1,1%. Più arretrata Londra (+0,3%), in attesa che anche la BoE concluda la prossima settimana il ciclo di riunioni delle banche centrali.
Capitolo a parte per Milano: il Ftse Mib ha archiviato la giornata con un rialzo del 2,13% tornando finalmente sopra quota 29mila punti (già superata nella seduta di ieri) a 29.597 punti base, il livello più alto mai toccato dall’agosto del 2008.
Anche Wall Street in rialzo dopo la Fed e il Pil Usa
Seduta positiva a Wall Street, dopo che la crescita economica negli Stati Uniti ha accelerato nel secondo trimestre (+2,4% contro il +2% del primo trimestre) con l’attività che è rimasta ampiamente resiliente nonostante l’aggressivo inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve. Inoltre, i dati macro hanno evidenziato che le pressioni sui prezzi si stanno attenuando, con il Pce price index in aumento del 2,6% nel secondo trimestre. Ieri sera, come ampiamente atteso, la Fed ha annunciato un rialzo dei tassi sui fed funds di 25 punti base, a 5,25-5,50%, livello massimo da 22 anni, ma gli investitori sperano che la Banca centrale Usa sia ormai prossima a prendersi una pausa, potenzialmente lunga, negli aumenti. Le scelte saranno legate ai dati macro, ha ribadito il numero uno della Fed, Jerome Powell.
L’ottimismo di Wall Street deriva anche dagli utili positivi delle Big Tech. Gli occhi di tutti sono concentrati in particolare su Meta, che viaggia in rialzo del 6,7% dopo risultati migliori del previsto e indicazioni forti per il prossimo trimestre. In questo contesto il Dow Jones procede sopra la parità (+0,2%, lo S&P 500 guadagna lo 0,5%, il Nasdaq sale dell’1,1%.
A Piazza Affari volano Stm, Moncler e Stellantis, più arretrate le banche
Le trimestrali mandano in orbita Stm (+8,67%) e Moncler (+7,09%). Sugli scudi dopo i conti anche Stellantis (+5,46%), che festeggia anche la revisione al rialzo delle stime degli analisti e procede in grande spolvero nonostante il taglio delle stime sulle vendite arrivato da Volkswagen (-2,2%). Chiude in territorio ampiamente positivo invece Renault (+2%) dopo aver mostrato una crescita dei ricavi del 27% e una redditività da record e aver alzato le stime sul 2023.
Tornando a Milano, corrono Prysmian (+4,9%), Diasorin (+4,84%) e Azimut (+4,24%). Acquisti dopo le trimestrali anche su Amplifon (+2,28%) ed Enel (+1,46%). Sale Mediobanca (+3,69%) dopo aver pubblicato i risultati migliori di sempre e dopo che l’Ad Alberto Nagel ha dato la propria disponibilità per un nuovo mandato.
Sono invece deboli le altre banche, zavorrate dalla decisione della Bce di azzerare il tasso di interesse che paga agli istituti bancari sulle riserve minime allo scopo di ridurre l’importo erogato dopo un aumento dei tassi senza precedenti. In precedenza l’Eurotower remunerava le riserve minime degli istituti di credito allo stesso livello del tasso sui depositi, che ha aumentato oggi al 3,75%. Secondo il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, la decisione “a sorpresa” della Bce “da ora costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa dalla Bce alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine Tltro”. Secondo gli analisti l’impatto della decisione sulle banche della zona euro sarà di 6 miliardi. In questo contesto Bper perde l’1,61%, Mps l’1,15%. In controtendenza Intesa Sanpaolo (+1,34%) alla vigilia della trimestrale.
Scivolano anche le utility: Erg (-1,08%), Snam (-0,39%), Terna (-0,69%).
Gli altri mercati
Salgono i prezzi del petrolio, con il mercato che prevede una riduzione dell’offerta da parte dei maggiori produttori di greggio allo scopo di controbilancia i timori legati all’aumento dei tassi americani: i future del Wti settembre salgono dello 1,45% a 79,92 dollari al barile, quelli del Brent settembre dello 1,1% 83,85 dollari. Scende sotto quota 29 euro al mwh il prezzo del gas.
Passando al secondario, dopo la Bce lo spread tra Btp e bund è sceso a quota 159 punti base, con il rendimento sul decennale italiano a quota 4,0811 (-0,2%).