L’andamento degli indici di manifatturiero e servizi in Europa e negli Usa, nel mese d’agosto, delude le attese e questo da una parte fa risuonare l’ennesimo campanello dall’allarme sull’economia globale, dall’altra accende una nuova luce sulle prossime mosse delle banche centrali, che dovranno tener conto di questa contrazione.
Le Borse reagiscono così oggi con cauto ottimismo al quadro macroeconomico, in attesa che Nvidia (2,1%) stupisca ancora con i suoi numeri trimestrali questa sera, dopo la chiusura di Wall Street e che Christine Lagarde, presidente Bce e Jerome Powell, presidente Fed, parlino venerdì al simposio di Jackson Hole. Oggi JP Morgan scommette ad esempio su una pausa nel ciclo delle strette Bce a metà settembre e prevede un solo ulteriore rialzo di 25 punti base a ottobre.
Europa contrastata, svetta Zurigo piatta Milano
Le piazze europee chiudono dunque in prudente rialzo, mentre a New York gli indici principali sono più convinti con i tech (Nasdaq +1,44%).
Piazza Affari sale dello 0,24%, a 28.233 punti, in buon equilibrio tra i rialzi delle utility e i ribassi dei titoli finanziari.
Zurigo svetta con il suo +0,93% spinta soprattutto dal settore farmaceutico dopo che Roche (+3,81%) ha acceso la speranza di una cura per il cancro ai polmoni. L’azienda avrebbe pubblicato “inavvertitamente” dei dati positivi sulla sperimentazione di un nuovo farmaco, che dovrà passare però ancora molti vagli per essere giudicato efficace.
In zona verde hanno piantato le loro tende anche Londra +0,72% e Amsterdam +0,34%, mentre sono rimaste un po’ in disparte Francoforte +0,15%, Parigi +0,08% e Madrid -0,01%.
Deludono i Pmi, allarma la Germania
L’indice flash Hcob composito dei responsabili acquisti (Pmi) per la zona euro, a cura di S&P Global, considerato un buon indicatore della salute economica complessiva, scende in agosto a 47 da 48,6 di luglio. È il valore più basso dal novembre 2020. Anche il settore dei servizi passa in contrazione (sotto la linea 50) e arretra a 48,3 da 50,9, per la prima volta quest’anno s’inabissa quindi sotto la linea del Piave.
A preoccupare però è soprattutto la locomotiva europea, la Germania, dove l’indice composito tedesco scivola ai minimi da maggio 2020, a causa dell’aggravarsi della flessione della produzione manifatturiera e di una nuova contrazione dei servizi. Il Pmi manifatturiero sale leggermente al 39,1 ma quello dei servizi cala a 47,3.
“Qualsiasi speranza che il settore dei servizi possa salvare l’economia della Germania è evaporato – sostiene Cyrus de la Rubia, capo economista di Hcob – esso sta per congiungersi alla recessione della manifattura, che appare essere iniziata nel secondo trimestre”. E ancora: “Il nostro modello di previsione sul pil, che incorpora le stime Pmi flash, adesso indicano una caduta più profonda dell’economia di quanto stimato in precedenza, almeno dell’1%”.
Contestualmente delude la lettura preliminare degli indici statunitensi. Quello sull’attività manifatturiera, stilato da Ihs Markit, passa a 47 punti da 49 di luglio, quello dei servizi scende a 51 (quindi resta in espansione), ma sotto le stime di mercato.
Acquisti sull’obbligazionario
La possibilità che le banche centrali debbano ora fare i conti anche con questi numeri favorisce l’obbligazionario, benché non tutti gli osservatori siano concordi nel ritenere che la Bce sarà così propensa a tirare il freno a mano. Per Hboc, ad esempio, l’aumento dei salari e dei prezzi nei servizi non giustificherebbe tanto ottimismo.
In ogni caso la seduta chiude positiva per la carta italiana: lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata resta a 168 punti base (-0,21%), ma i tassi vanno giù: rispettivamente al 4,17% (dal 4,31%, ultimo dato di ieri) e al 2,49% (dal 2,63%).
I prezzi sono in rialzo anche per i titoli di Stato Usa e i rendimenti scendono: quello del decennale, al momento è indicato al 4,226% (-2,36%).
Sul versante valutario si attenuano gli effetti dei dati macro-europei e l’euro tratta in lieve rialzo contro dollaro, a 1,0855. Sale la rupia, a 0,0121 contro il biglietto verde con le buone notizie arrivate dalla Luna, l’atterraggio al polo sud del satellite e il successo, per ora, della missione Chandrayaan-3. Qualche giorno fa la Russia ha fallito invece un analogo obiettivo.
Tra le materie prime è in rosso il petrolio, anche se la scorsa settimana, le scorte di greggio negli Stati Uniti sono diminuite ben oltre le attese (-6,134 milioni di barili, secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’Energia, contro attese per un ribasso di 3 milioni di barili). Il Brent cede lo 0,86%, a 83,31 dollari al barile e il Wti segna -0,75% a 79 dollari.
Crolla ad Amsterdam il prezzo del gas, dopo la recente fiammata -14,1%, 36,86 euro al Mwh.
Piazza Affari punta sulle energie rinnovabili
Gli investitori di Piazza Affari hanno puntato oggi sulle energie rinnovabili, premiando Erg +3,53% con una bella ventata di acquisti. A dare la spinta sono stati gli ultimi dati mensili diffusi ieri da Terna, che mostravano una discesa della domanda elettrica a luglio, ma un forte recupero della produzione di energie rinnovabili.
Il quadro favorisce tutto il comparto delle utility con alcuni titoli tra i migliori del listino: Hera +2,58%, Snam +2,31%, Terna +2,15%, A2a +1,62%, Enel +1,24%, Italgas +1,49%.
Finanziari e petroliferi zavorrano però il Ftse Mib. Le perdite più pesanti sono per Unipol, -4,11%, penalizzata dal taglio di rating da 6,35 a 5,60 euro di Kepler Cheuvreux.
Il cattivo umore ha colpito anche le banche: Mps -2,29%, Banco Bpm -0,73%, Unicredit -0,45%.
Seduta di ribassi, infine, per Moncler -1,62% e i titoli petroliferi: Tenaris -0,98%, Saipem -0,47%, Eni -0,28%.
Fuori dal paniere principale si fa largo il titolo del produttore di matite Fila, +4,14%, dopo che ieri sono emersi dettagli sulla quotazione della controllata indiana Doms Industrie.