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Borse 22 aprile: il rimbalzo di Wall Street spinge anche l’Europa ma Milano paga l’effetto cedole. Dollaro in caduta, oro al record

Imagoeconomica

I listini europei chiudono poco mossi, mentre Wall Street è in rimbalzo nelle prime ore di scambi, dopo le perdite della vigilia. Tesla guadagna il 4,31% in attesa di presentare i conti a mercati chiusi.

Piazza Affari è in leggero calo, -0,09%, penalizzata dallo stacco cedola da parte di molte aziende, che pesa sul listino per lo 0,85%, al netto del quale il Ftse Mib sarebbe allineato con gli altri indici principali. Nel resto d’Europa, infatti, si apprezzano Francoforte +0,48%, Parigi +0,56%%, Londra +0,67%, Amsterdam +0,59%, Madrid +0,72%. In un clima ancora semifestivo, dopo il lungo weekend pasquale, i mercati europei si sono mossi con prudenza in una situazione che resta incerta per le politiche tariffarie della Casa Bianca e per gli attacchi all’indipendenza della banca centrale Usa sferrati ieri da Trump, mentre la scomparsa di Papa Francesco, ha gettato una lunga ombra di mestizia su questa stagione di guerre e divisioni.

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Nuovi record per l’oro

Nel dubbio gli investitori scelgono ancora l’oro, che nella consegna 2025 ha toccato la cifra record di 3.509,06 dollari l’oncia, per poi ripiegare. Lo spot gold al momento tratta a 3420,46 dollari l’oncia (dopo aver sfiorato i 3.500 dollari).

Il petrolio è in buon rialzo: Brent +1,9%, 67,52 dollari al barile; Wti +2,29%, 63,84 dollari al barile.

Sul mercato dei cambi il dollaro sta recuperando leggermente terreno dopo le recenti perdite. L’euro tratta poco sotto 1,15.

Il Fondo monetario rivede le stime al ribasso e ricorda che l’indipendenza delle banche centrali è un pilastro del sistema 

Dopo il nuovo attacco frontale sferrato ieri da Trump a Jerome Powell – e mentre gli esperti si interrogano sulle strettoie giuridiche che il tycoon potrebbe sfruttare per ottenere la testa del presidente della Fed – il Fondo Monetario ricorda che l’indipendenza delle banche centrali è uno dei pilastri del sistema: “Le banche centrali devono restare credibili e parte di questa credibilità dipende dalla loro indipendenza” ha detto Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI.

L’ente internazionale, nel World Economic Outlook di aprile, ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita globale a causa della guerra commerciale in corso. Il Pil mondiale rallenterà dello 0,5% nel 2025, scendendo a +2,8% rispetto alle precedenti previsioni, e dello 0,3 nel 2026 fermandosi al 3%. Per i 20 Stati della zona euro si scende allo 0,8% nel 2025 e all’1,2% nel 2026, -0,2 punti rispetto a quanto indicato all’inizio dell’anno. L’Italia non si distingue in positivo, anzi i numeri peggiorano e restano da prefisso telefonico: +0,4% da +0,7% previsto a gennaio, mentre per il 2026 la crescita dovrebbe attestarsi allo 0,8%, un decimo in meno delle proiezioni di tre mesi fa. Pure le due superpotenze pagheranno dazio allo scontro in atto: gli Usa cresceranno dell’1,8% nel 2025 (-0,9 punti) e dell’1,7% nel 2026 (-0,4); la Cina +4% nel 2025 e 2026 (-0,6 e -0,5 punti).

Una stima flash della Commissione Europea ha mostrato inoltre che il morale dei consumatori della zona euro questo mese è sceso a -16,7 da -14,5 a marzo.

Piazza Affari, bene Tim, Inwit e utility

La seduta di Piazza Affari è stata condizionata dallo stacco dividendi di Banca Mediolanum (-2,06%), Campari (+1,48%), Ferrari (+1,31%), Iveco (-0,34%), Prysmian (-3,31%), Stellantis (+1,33%) e Unicredit (+0,127%). Fuori dal paniere principale la cedola ha influito anche su Maire (-1,27%) e Piaggio (-3,98%).

Il Ftse Mib oggi è guidato da Telecom +2,29% e Inwit +2,19%. Le utility sono in progresso, grazie al loro ruolo di titoli difensivi e alla recente decisione della Bce di tagliare nuovamente i tassi. Svettano tra le blue chip Italgas +2,23%, Terna +2,11%, Snam +1,74%, Enel +1,7%. I titoli finanziari trovano spazio nella top ten di oggi grazie a Unipol +1,83% e Generali +1,46%. Il Leone triestino resta al centro dell’attenzione mentre si avvicina l’assemblea del 24 aprile per il rinnovo del cda. Una partita in cui potrà dire la sua anche Unicredit, molto delusa dai paletti imposti dal governo con il Golden power per l’ops su Banco Bpm (-0,58%), una mossa che potrebbe arrecare danno alla “sana gestione” e che potrebbe mettere in discussione la scelta di Piazza Gae Aulenti. Sui possibili passi dell’istituto guidato da Andrea Orcel, Equita sostiene proprio come “sarà fondamentale osservare l’orientamento della banca rispetto a scenari alternativi, un primo segnale del quale potrebbe emergere già nell’assemblea di Generali del 24 aprile”.

La zona rossa del paniere accoglie anche Leonardo -0,91%, Buzzi -1,91%, Finecobank -1,11%.

Spread stabile

Lo spread appare stabile oggi e i tassi scendono nell’area della moneta unica, nonostante la fiducia in calo nel blocco, le fosche previsioni del Fondo monetario e la leggera revisione al rialzo per l’inflazione da parte della Bce (2,2% nel 2025, 2% nel 2026 e nel 2027).

Sul secondario il differenziale di rendimento tra decennale italiano e tedesco chiude a 117 punti base e i tassi sono rispettivamente al 3,61% e 2,44%.

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