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Borse 17 agosto pomeriggio: la Fed spinge al rialzo i rendimenti dei bond ma fa soffrire i listini azionari

Imagoeconomica

 Agosto si conferma un mese ostile alle Borse e i listini globali risultano particolarmente nervosi in questi giorni a causa di banche centrali ancora in trincea contro l’inflazione (a partire dalla Fed), dati macro in chiaroscuro e crescenti timori sull’andamento dell’economia cinese.

Le principali piazze europee chiudono oggi in rosso, mentre Wall Street, dopo un avvio che faceva sperare in un rimbalzo, già si muove debole a fine mattinata. Il DJ limita i danni, sorretto da Cisco System (+4%) dopo i numeri superiori alle attese (scende invece Walmart -0,83%), ma il Nasdaq cede lo 0,5%, soffrendo il continuo rialzo dei rendimenti dei T-Bond, con il decennale che si muove intorno al 4,3% e il titolo a due anni, che meglio riflette le aspettative sui tassi a breve termine, scivola al 4,94%.

Europa in rosso

Piazza Affari si allontana ulteriormente dall’agognata meta dei 30mila punti base e scende sotto la soglia psicologica dei 28mila punti (27.879), chiudendo con un calo dell’1,03%, zavorrata da titoli finanziari, moda e industria. 

Frana d’altra parte Amsterdam, -2,54%, allarmata dalla recessione del paese e travolta dal crollo di Adyen Nv, -38,4%, società che si occupa di pagamenti e che ha mancato le stime degli analisti e i suoi stessi ambiziosi obiettivi di utile per il primo semestre.  

Londra contiene le perdite allo 0,63%, ma Bae Systems, la più grande società britannica del settore difesa, arretra del 3,91% in scia all’annuncio di aver accettato l’acquisto degli asset aerospaziali di Ball Corp per circa 5,55 miliardi di dollari in contanti.

Sono negative Parigi -0,94%, Madrid -0,81% e Francoforte -0,73%.

La banca centrale norvegese alza i tassi

A tenere sotto scacco il Toro è ancora l’orientamento delle banche centrali, dopo la lettura, ieri, dei verbali dell’ultima riunione della Fed (secondo cui l’inflazione resta a livelli “inaccettabili”) e l’incremento del costo del denaro da parte della Norges bank, che ha portato il tasso ufficiale al 4% con un incremento di 25 punti base. Si tratta del dodicesimo rialzo in due anni. Il tutto mentre l’economia della Cina preoccupa il mondo e il Financial Times scrive che gli investitori stranieri hanno scaricato azioni e obbligazioni di Pechino, delusi dalle promesse del partito di dare un maggiore sostegno alla ripresa economica del paese. Oggi però nel rapporto sulla politica monetaria del secondo trimestre della banca centrale, si legge che l’istituto cinese adeguerà e ottimizzerà “le politiche immobiliari tempestivamente”.

In questo contesto il dollaro si raffredda leggermente e l’euro recupera qualche posizione, pur muovendosi sotto 1,09. 

Trova la via dei guadagni il petrolio confortato, secondo Reuters, dalle promesse della banca centrale del dragone. Al momento il contratto ottobre del Brent si apprezza dell’1,5% a 84,70 dollari al barile, mentre il contratto di settembre del greggio Wti, sale dell’1,85% a 80,85 dollari al barile. 

In Piazza Affari si salvano solo Saipem ed Eni

Tra le blue chip di Piazza Affari sono così solo due titoli petroliferi come Saipem (+0,41%) ed Eni (+0,32%) a salvarsi dalle vendite.

Il resto del Ftse Mib è una lunga scia di perdite. Si parte da Nexi -3,63%, allarmata dal quadro offerto dalla concorrente olandese Adyen. Tra i titoli finanziari arretra in misura consistente Finecobank -2,58%, mentre le banche sono in rosso ma non figurano tra i maggiori ribassi del giorno. 

Sono in evidenza nella lista negativa invece Moncler -2,61% e molti titoli industriali come Interpump -2,66%, Iveco -2,06%, Prysmian -1,96%.

Vanno particolarmente giù inoltre Campari -2,02%, Stm -1,84%, Amplifon -1,91%, A2a -1,82%.

Spread stabile, ma tassi in rialzo 

Le vendite in questi giorni non stanno risparmiando neppure l’obbligazionario della zona euro. Sul secondario lo spread tra Btp 10 anni e Bund 10 anni oggi si conferma a 172 punti base, ma i rendimenti si portano rispettivamente al 4,39% (dal 4,34% di ieri in chiusura) e al 2,67% (dal 2,61%).   

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