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Borse 14 febbraio sostenute dai rinvii dei dazi di Trump e dalle speranze della pace in Ucraina. Il dollaro arretra. Occhio ad Hermes

Il rinvio dell’imposizione dei dazi di Trump e gli spiragli di speranza di una pace in Ucraina sono motivi più che sufficienti per muovere al rialzo i listini. In più in Asia, Hong Kong cavalca ancora l’entusiasmo per il tech. Le borse europee sono viste stornare dai massimi e si attende Hermes

Borse 14 febbraio sostenute dai rinvii dei dazi di Trump e dalle speranze della pace in Ucraina. Il dollaro arretra. Occhio ad Hermes

Le preoccupazioni per i dazi, che avevano creato tante tensioni sui mercati nelle scorse settimane, vanno riducendosi lasciando spazio agli investitori per guardare agli sviluppi dei colloqui tra Trump e Putin per una eventuale pace in Ucraina. Per ora gli investitori tirano un sospiro di sollievo, poiché la tabella di marcia per i dazi reciproci indicata ieri da Donald Trump lascia intravedere margini di negoziazione che avranno bisogno di tempi non brevi. A Wall Street si sono scatenati gli acquisti e anche le borse asiatiche si sono mosse al rialzo, trainate dai titoli tecnologici dopo la svolta della start-up locale DeepSeek il mese scorso. Il dollaro è in ritirata. Le borse europee invece, dopo il rally delle scorse sedute, potrebbero prendere beneficio e aprire in calo in attesa dei dati della maison del lusso Hermes.

La guerra commerciale di Trump fa meno paura

Ieri Trump ha firmato una direttiva indicando una sommaria tabella di marcia in cui ha dato il via a quelle che potrebbero essere settimane o mesi di indagini sulle imposte imposte sui prodotti statunitensi da altri partner commerciali, per poi elaborare una risposta. I mercati finanziari globali sono per ora inclini a sentirsi sollevati per il ritardo nell’imposizione delle tariffe, accantonando anche per il momento i conseguienti titmori che i dazi possano riscaldare l’inflazione. Tuttavia non è chiaro se il ritardo rifletta necessariamente una minore probabilità che queste vengano infine imposte. La scorsa settimana Trump ha dato il via a una guerra commerciale, prima imponendo tariffe a Messico e Canada e poi sospendendole, ma mantenendo i dazi sui prodotti cinesi.

Wall Street rimodula le aspettative sui tassi Fed

Negli Usa gli investitori, messasi alle spalle la campagna di utili aziendali, puntano l’attenzione sui dati macro della settimana per cercare di intuire le prossime mosse della Fed, mentre si sta facendo largo la fiducia che i colloqui tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin possano portare alla fine della guerra in Ucraina.

Ieri il dato sui prezzi alla produzione è aumentato dello 0,4% il mese scorso dopo il +0,5% a dicembre, sopra le attese. Tuttavia, i componenti dei dati PPI che fanno parte della spesa per consumi personali (PCE), che è la misura dell’inflazione mirata preferita dalla Fed, sono stati deboli e hanno alimentato le speranze che la lettura del PCE possa essere più fredda di quanto attualmente previsto. I dati seguono quelli dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) di mercoledì, che ha registrato la maggiore accelerazione in quasi un anno e mezzo. Le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed continuano a essere rinviate quest’anno, con i trader che hanno pienamente scontato un taglio di 25 punti base solo a ottobre.

Il rendimento dei titoli di riferimento statunitensi a 10 anni è rimasto stabile al 4,535% nelle ore asiatiche, dopo essere crollato di 10 punti base ieri, registrando il calo giornaliero più grande in un mese.

A Wall Street son volati gli acqusiti con il Dow Jones in aumento dello 0,77% e giornata di guadagni e di record anche per l’S&P-500, che termina la giornata a 6.115 punti. Salgono il Nasdaq 100 (+1,43%) e l’S&P 100 (+1,11%). Tra le migliori Blue Chip del Dow Jones, Intel (+7,34%), Cisco Systems (+2,09%), Apple (+1,97%) e Wal-Mart (+1,39%).Tra i best performers del Nasdaq 100, GE Healthcare Technologies (+8,82%), Intel (+7,34%), Tesla Motors (+5,90%) e Moderna (+4,54%).

L‘indice del dollaro, che misura il dollaro rispetto a un paniere di valute, si è attestato a 107,13 dopo essere sceso dello 0,8% ieri, il calo percentuale giornaliero più grande dal 20 gennaio. L’euro si è attestato vicino al massimo delle ultime due settimane, a 1,0453 dollari, sostenuto dall’ottimismo circa i possibili colloqui di pace tra Ucraina e Russia.

I prezzi del petrolio sono aumentati, pronti a porre fine a tre settimane di calo, sostenuti in parte dalla crescente domanda di carburante. I future sul Brent sono saliti dello 0,2% a 75,17 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è aumentato dello 0,14% a 71,39 dollari.

A Hong Kong tutti pazzi per i tech

In Asia, le azioni a Hong Kong continuano a salire, cavalcando l’entusiasmo per l‘intelligenza artificiale generato da DeepSeek, ma anche dalla prospettiva che Apple Inc. possa portare le sue funzionalità di intelligenza artificiale in Cina entro la metà di quest’anno. L’indice di riferimento di Hong Kong resta vicino al massimo di quattro mesi e si avvia a chiudere la sua settimana migliore da settembre chiudendo una serie di cinque settimane di vittorie consecutive, la più lunga dal 2022. L’aumento dell’11% dell’Hang Seng finora quest’anno lo ha reso facilmente il mercato azionario più performante in Asia e tra i migliori a livello mondiale.

Si parla anche del fatto che KKR valuterà l’investimento in Nissan dopo la fine dei colloqui con Honda, mentre TSMC crolla perchè gli analisti mettono in dubbio i benefici del piano Intel. HSBC ha pianificato un nuovo round di tagli di posti di lavoro nelle banche d’investimento la prossima settimana, mentre le azioni Sony salgono grazie ai solidi dati nel settore giochi.

L’indice giapponese Nikkei 225 lima lo 0,93%, arrestando la serie di tre rialzi consecutivi, avviata lunedì scorso. In frazionale calo Mumbai (-0,45%); leggermente positivo Sydney (+0,24%).

Borse europee viste stornare dai massimi

Le borse europee sono viste aprire in negativo dopo la serie di rally delle scorse sedute con l’indice paneuropeo STOXX 600 che ha registato quasi ogni giorno nuovi massimi. I futures indicano un’apertura in ribasso per i mercati azionari europei con l’indice EuroStoxx50 a -0,4%%.

Hermes sarà al centro dell’attenzione in Europa, dove gli investitori sono ansiosi di scoprire se il produttore di borse Birkin sia ancora nella posizione migliore per resistere alla crisi del settore del lusso, data la sua clientela più abbiente. Le aziende di beni di lusso sono alle prese con le vendite più lente degli ultimi anni, mentre i consumatori in Cina stringono la cinghia, nonostante i risultati positivi di Burberry, Richemont, proprietario di Cartier e altri hanno alimentato la speranza che il settore stia iniziando l’anno su basi più solide.

BPER Banca. S&P Global Ratings ha confermato a “BBB-/A-3” i rating emittente di lungo e breve termine della Banca, mantenendo l’outlook positivo, dopo l’OPS su Banca Popolare Sondrio. In caso di finalizzazione, si legge in una nota, “la business combination è ritenuta positiva dall’agenzia di rating, in considerazione del solido razionale strategico di BPER, della complementarità geografica, della proposizione di business e delle limitate sovrapposizioni. Nel complesso, la business combination aumenterà la scala e l’efficienza del Gruppo, consentendone un rafforzato posizionamento in un mercato in cui la crescente digitalizzazione e la necessità di aumentare la diversificazione dei ricavi richiederanno investimenti significativi e di scala”.

BP Sondrio. L’agenzia S&P ha migliorato l’outlook da “stabile” a “positivo” e ha confermato i rating, dopo l’annuncio del 6 febbraio scorso di Bper Banca di promuovere un’Ops sulla totalità delle azioni dell’istituto.

ENI. Ha in programma di aumentare nei prossimi due anni le perforazioni nel maxi giacimento di gas Zohr in Egitto dove, con la ripresa delle trivellazioni entro poche settimane sarà avviata l’attività di produzione, ha detto il premier egiziano Mostafa Madbouly.

Moncler. Goldman Sachs ha alzato il target da 58,70 a 70 euro, resta Buy. Chiude il 2024 con un utile operativo di 916,3 milioni, sopra le stime di consensus, e un margine in sostanziale tenuta su ricavi sostenuti nel quarto trimestre da una crescita a doppia cifra in Cina. Il gruppo non ha alcuna strategia di M&A e rimane focalizzata su i suoi due marchi, ha detto il management nel corso della conference call post risultati.

Poste. Secondo alcune fonti, entro il fine settimana dovrebbe tenersi un consiglio per esaminare il possibile ingresso nel capitale di Tim. Lo schema in discussione prevederebbe uno swap della quota detenuta dalla società in Nexi (3,78%) con quella posseduta da Cdp in Tim (9,8%).

Recordati. Mediobanca ha alzato il target da 61,3 a 67,5 euro.

TIM. Poste Italiane e Iliad sono entrambe valide opzioni in un eventuale scenario di consolidamento del mercato italiano delle tlc, secondo l’Ad Pietro Labriola che però ha escluso di essere stato coinvolto in trattative M&A nelle ultime settimane.

Unicredit Commerzbank stima per l’anno in corso utili in calo a 2,4 miliardi di euro, a causa del taglio costi.

Unipol ha chiuso il 2024 con un utile netto consolidato di 1,12 miliardi, +5,2%. La raccolta diretta assicurativa nel 2024 è salita del 4,6% a 15,6 miliardi, di cui 9,17 miliardi nei Danni (+7,7%) con un combined ratio del 93,6% rispetto al 98,2% del 2023. Il Cda proporrà la distribuzione di un dividendo pari a 0,85 euro per azione.

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