L’euforia persino dei fedelissimi di Trump ha lasciato il posto a un vero panico. Trump quando è arrivato alla Casa Bianca aveva detto che avrebbe cambiato le cose, ma il bagno di sangue di questi giorni e di ieri in particolare è decisamente oltre l’immaginazione. Il suo mantra Make America Great Again, con il programma pro-crescita che comprendeva tagli fiscali e deregolamentazione che avrebbe favorito le azioni, ora stride con la politica dei dazi, i tagli alla forza lavoro federale, ma soprattutto la noncuranza dimostrata anche rispetto alla possibilità di una recessione: ciò ha spaventato aziende, i consumatori e gli investitori, ma anche gli stessi amici di Trump. Ieri sono stati spazzati via 4 trilioni di dollari dal picco dell’S&P 500 del mese scorso, quando ancora Wall Street stava esultando per gran parte del programma di Trump. Il cosiddetto “Trump trade” è in piena ritirata e il “Trump put”, ovvero l’aspettativa che il presidente possa essere sensibile ai cali del mercato azionario, al momento non esiste. Il calo del 4% del Nasdaq è stato il più ripido degli ultimi due anni e mezzo. I rendimenti obbligazionari sono crollati bruscamente e i mercati stanno ora scontando una probabilità del 50% che la Fed tagli i tassi a maggio. A simbolo del crollo c’è il titolo di Tesla, dimezzato rispetto ai picchi post-elettorali, ma anche il dollaro è in ritirata. Pesante anche il Bitcoin, scivolato sotto gli 80.000 dollari ai minimi dallo scorso novembre.
I miliardari amici di Trump hanno perso 209 miliardi
Quando Donald Trump ha prestato giuramento il 20 gennaio, era affiancato da alcune delle persone più ricche del mondo. I miliardari presenti quel giorno, tra cui Elon Musk , Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, non erano mai stati così ricchi, pieni di grandi guadagni da mercati azionari spumeggianti. Sette settimane dopo, la storia è diversa. L’inizio del secondo mandato di Trump ha portato a un’inversione di tendenza sorprendente per molti di quei miliardari seduti dietro Trump nella Rotonda del Campidoglio, con cinque di loro che hanno perso complessivamente 209 miliardi di dollari di ricchezza, secondo il Bloomberg Billionaires Index.
Wall Street crolla. Citi declassa gli Usa, gli hedge fund scappano
Ieri sera, dopo una giornata drammatica per Wall Street, Citi ha declassato la sua raccomandazione sull’allocazione delle attività negli Stati Uniti, tagliando i titoli azionari da “sovrappeso” a “neutrale” e ha migliorato il giudizio sull’azionario cinese a “sovrappeso”, affermando che almeno per i prossimi mesi non è chiaro se la sovraperformance dell’economia statunitense possa continuare. Inoltre una nota di Goldman Sachs pubblicata ieri sera avverte che gli hedge fund hanno ridotto l’esposizione alle azioni nella misura più grande in più di due anni. Gli analisti di Deutsche Bank hanno scritto in una nota che il posizionamento azionario degli investitori è diminuito nelle ultime settimane, attestandosi per la prima volta a un livello leggermente sottopesato da quando aveva brevemente raggiunto quel livello ad agosto. Un ulteriore calo verso il basso dell’intervallo storico per la ponderazione delle azioni, come si è visto durante la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina di Trump nel 2018-2019, potrebbe trascinare l’S&P 500 fino a 5.300, ovvero un ulteriore calo del 5,5% rispetto ai livelli attuali, hanno aggiunto.
Dopo le incertezze accumulate negli ultimi giorni a causa dell’imposizione dei dazi di Trump, gli analisti dicono che la goccia che ha fatto trabocarre il vaso è stata l’intervista di Trump nel weekend in cui si è dimostrato non curante di fronte alla possibilità che l’economia più grande del mondo possa cadere in recessione.
Il benchmark S&P 500 è sceso ieri del 2,7%, il suo più grande calo giornaliero dell’anno, accumulando un -8,6% rispetto al massimo storico del 19 febbraio perdendo oltre 4 trilioni di dollari di valore di mercato da allora. Il Nasdaq Composite è sceso del 4%, il maggior calo giornaliero da settembre 2022, accumulando un -10% rispetto al picco di dicembre della scorsa settimana. L’indice S&P 500 aveva registrato guadagni consecutivi di oltre il 20% nel 2023 e nel 2024, guidati da titoli tecnologici e correlati alla tecnologia come Nvidia e Tesla.
L’indice Bloomberg che raggruppa i Magnifici Sette ha perso il -5,4%, mettendo a segno una delle peggiori sedute della sua storia e tornando su livelli che non vedeva da settembre. Dal primo gennaio 2025 ha perso il -16%. Ieri Apple e Nvidia sono entrambe crollate di circa il 5%. Tesla è crollata del 15%, perdendo circa 125 miliardi di dollari di valore: dall’elezione di Trump, Tesla era cresciuta del +120% fino al record del 20 dicembre e da quel giorno ha perso il -55%. Nell’azione afterhours Delta Air Lines ha tagliato a metà le sue stime di profitto del primo trimestre, facendo scendere le sue azioni del 14%. Il CEO Ed Bastian ha attribuito la colpa all’accresciuta incertezza economica degli Stati Uniti.
I dazi si ritorcono sull’economia
Gli investitori guardano con crescente preoccupazione agli effetti delle politiche di Donald Trump sull’economia americana, temendo un rallentamento dell’economia se non addirittura una battuta d’arresto a causa dei dazi. L’entrata in vigore delle tariffe cinesi su alcuni prodotti agricoli e alimentari americani e la minaccia dello stato canadese dell’Ontario di tagliare l’elettricità agli Stati Uniti – nel mirino ci sono i confinanti Stati di New York, Minnesota e Michigan – stanno alimentando il timore di una guerra commerciale a tutto campo.
All’orizzonte gli investitori guardano se i legislatori approveranno una legge di finanziamento per evitare una chiusura parziale del governo federale, mentre mercoledì incombe un rapporto sull’inflazione. I dazi fanno male anche agli Stati Uniti.
Asia in calo contenuto. Buone prospettive per la Cina
I mercati asiatici hanno fatto del loro meglio per risollevare la situazione, aiutati anche dal fatto che tutti i mercati al di fuori degli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggio da eventuali flussi di rimpatrio di asset statunitensi abbandonati.
L’indice Nikkei di Tokyo perde l’1,6% e tocca i minimi da settembre, mentre lo yen si rafforza a 147,1, da 147,7 del giorno prima, ai massimi da ottobre 2024. Il governo giapponese ha rivisto al ribasso l’espansione del prodotto interno lordo per il periodo ottobre-dicembre, dallo 0,7% trimestre su trimestre allo 0,6%, a causa di dati più deboli del previsto sui consumi interni e sulle esportazioni. I consumi delle famiglie, che rappresentano quasi il 60% del PIL giapponese, sono rimasti fermi nell’ultimo trimestre dell’anno.
Le borse della Cina sono in calo, ma in allontanamento dai minimi di stanotte. Hang Seng di Hong Kong -0,8%. CSI 300 dei listini di Shanghai Shenzhen -0,5%. Taiex di Taipei-1,5%. Alcuni analisti vedono possibilità di rialzi sul mercato cinese, per via dei passi in avanti nell’intelligenza artificiale e il sostegno del governo al settore tecnologico, mentre le valutazioni sono ancora convenienti.
Il presidente degli Stati Uniti potrebbe recarsi in Cina ad aprile per incontrare il suo omologo cinese Xi Jinping, in un momento in cui le due potenze hanno relazioni tese a causa delle loro dispute commerciali, secondo il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. La borsa della Corea del Sud è in calo, indice Kospi -1%. Poco sotto la parità, in avvio di seduta, il mercato azionario dell’India.
Restano in tensione i bond europei: occhi alla Germania
Mentre i Treasuries Usa hanno visto notevoli acquisti, spingendo il rendimento del decennale al 4,18%, sui minimi da tre mesi, è rimasta alta la tensione sui bond governativi europei che guardano agli sviluppi in Germania. I Verdi tedeschi hanno annunciato che non intendono fornire i voti necessari per l’approvazione in Parlamento della riforma del freno al debito che limita la capacità di indebitamento del governo allo 0,35% del pil. “La presidenza del gruppo parlamentare raccomanderà ai deputati di non votare questo progetto” ha dichiarato alla stampa la capogruppo dei Verdi, Katharina Dröge, spiegando che per il partito gli investimenti annunciati nella Difesa e nell’economia dal premier in pectore Friedrich Merz non rappresentano la vera motivazione per la riforma delle regole dell’indebitamento. Se i Verdi dovessero confermare il loro rifiuto, Merz potrebbe non disporre della maggioranza dei due terzi necessaria per approvare le modifiche costituzionali richieste per questo programma di spesa senza precedenti. Il rendimento del Bund decennale tedesco è rimasto a 2,83% così come quello del Btp decennale è rimasto a 3,96%, con lo spread a 112 punti base.
Borse europee tentano il rimbalzo
In Europa si tenta un leggero rimbalzo, mentre il Future di Wall Street è +0,2%. Focus sulle aziende:
Generali Francesco Gaetano Caltagirone, con molta probabilità, punta a fare eleggere dalla prossima assemblea della compagnia triestina fino a sei consiglieri di amministrazione, ma non intende proporre un nuovo candidato per il ruolo di Ad. Lo dicono due fonti e una terza persona a conoscenza della questione.
Unicredit Sarebbe vicina all’8% di Generali e secondo alcuni rumors in assemblea potrebbe sostenere una eventuale lista di Assogestioni, anche se non avrebbe ancora preso decisioni, scrive La Stampa. Commerzbank ha reso noto che Bank Of America deteneva al 4 marzo una partecipazione del 10,16% dell’istituto tedesco tra diritti di voto e derivati. La banca tedesca è nel mirino di Unicredit, che a fine 2024 ha accumulato tra azioni e derivati una quota di quasi il 30% della banca guidata da Bettina Orlopp.
Italgas L’Antitrust ha comunicato di aver autorizzato Italgas ad acquistare 2i Rete Gas subordinando l’operazione al rispetto di misure dismissive e comportamentali.
Iveco e Ford Trucks uniscono le forze per lo sviluppo congiunto di una nuova cabina per camion pesanti. L’intesa, che segue il memorandum of understanding siglato a marzo del 2024, segna l’inizio di una collaborazione operativa che punta a rafforzare la competitività di entrambi i marchi.
Leonardo cda bilancio (preliminari pubblicati il 20 febbraio) e aggiornamento piano industriale; segue conference call (17,30).
Nexi Ha firmato un finanziamento da 2,9 miliardi, aumentando l’importo iniziale dei 2 miliardi di Ipo facilities che erano in scadenza nel 2026, e da rifinanziare.
Prysmian UBS promuove a Buy.
Buzzi JPMorgan alza il target da 46 a 55 euro.
Campari Intesa e Stifel abbassano il target rispettivamente a 6,50 e 8,50 euro.
Saipem Cda bilancio (risultati preliminari pubblicati il 25 febbraio).
Danieli Il gruppo che produce acciaio e Newcleo, l’innovatore sull’energia nucleare, hanno siglato un memorandum of understanding per studiare l’integrazione dei reattori veloci raffreddati a piombo (Lfr) di newcleo con la tecnologia siderurgica di Danieli con l’obiettivo di andare avanti nell’unire la produzione di acciaio green con la produzione di energia nucleare.
Rai Way La società delle torri partecipata da F2i e Mfe MFEB.MI avrebbe chiesto alle banche creditrici un allungamento al 2027 di un finanziamento in essere da 633 milioni. Lo scrive Il Messaggero.
Sanlorenzo Il gruppo chiude il 2024 con risultato netto a 103,1 milioni di euro, in crescita dell’11,1% su base annua, superiore al massimo della forchetta della Guidance 2024 (99-101 milioni).