Si chiude con una seduta in rosso l’altalenante settimana finanziaria europea, che ha visto Piazza Affari particolarmente penalizzata dal calo delle banche, in recupero nelle ultime sedute, ma oggi contrastate. Il Ftse Mib questo venerdì perde l’1,05% (28.274 punti base), zavorrato soprattutto da Diasorin (-3,56%) e Stellantis (-3,44%), quest’ultima in scia alla performance negativa registrata dai titoli del settore ieri a New York, a causa, secondo Bloomberg, di crescenti preoccupazioni per le richieste sindacali Usa che possono far salire vertiginosamente i costi del lavoro delle case automobilistiche.
Nel resto d’Europa le cose in giornata non sono andate meglio: Parigi perde l’1,26% e vede in fondo all’indice principale Stellantis (-3,39%) e Stm (-3%). Londra cede l’1,25%, con la sterlina in crescita a fronte di dati macro-migliori del previsto. Francoforte arretra dell’1,05%, Amsterdam -1,62%, Madrid -0,73%. Anche Zurigo segna -0,64% nonostante il balzo di Ubs (+4,41%), che ha annunciato di non avere più bisogno di una garanzia finanziaria dal governo elvetico nell’ambito dell’acquisizione di Credit Suisse.
La Borsa Usa è poco più ottimista, mentre soppesa l’andamento dell’inflazione dopo i prezzi alla produzione cresciuti a luglio in misura leggermente superiore alle attese. Wall Street, debole in avvio debole, tenta ora il recupero con il Dow Jones (+0,1%), ma il Nasdaq (-0,85%) è appesantito dai titoli tech, anche a causa dei rialzi dei rendimenti dei titoli di Stato.
Borse volatili in vista del Ferragosto e con inflazione Usa
Una quota di volatilità dei mercati è probabilmente da attribuirsi al periodo, con volumi ridotti in vista del Ferragosto. Ieri poi Wall Street ha frenato in chiusura e influenzato negativamente l’andamento dei listini asiatici. Inoltre oggi dagli Usa è arrivato il dato sui prezzi alla produzione nel mese di luglio, che sono saliti in misura leggermente superiore alle attese (+0,3% mese, maggior aumento da gennaio; +0,8% nel 12 mesi) così come ieri la crescita dei prezzi al consumo era risultata appena sotto le stime (in accelerazione rispetto a giugno). Un quadro forse deludente, ma che, al momento, non modifica le previsioni degli esperti sul meeting di settembre delle Fed: secondo il FedWatch Tool di Cme Group, c’è il 90,5% di possibilità che Jerome Powell decida di tenere i tassi d’interesse fermi al 5,25%-5,5%; il giorno prima, era l’86%.
In questo contesto il dollaro è in recupero e l’euro cambia sotto 1,1.
I prezzi dei titoli di Stato statunitensi sono in ribasso e i rendimenti in rialzo, con il decennale al 4,11% e il titolo a 2 anni al 4,9%. Sarebbe quest’ultimo a mettere sotto pressione le mega cap (in particolare Tesla e Nvidia, perdono l’1,5% circa).
Petrolio vicino ai recenti massimi
Il petrolio viaggia intorno ai recenti massimi con le previsioni positive sulla domanda da parte dell’Opec e dell’Aie (agenzia internazionale per l’energia). Secondo quest’ultima le scorte di greggio potrebbero calare bruscamente a livello globale nei prossimi mesi, ma nel 2024 l’aumento della domanda dovrebbe rallentare a un milione di barili al giorno (-150mila barili) rispetto alla precedente stima. Per quanto riguarda l’offerta i prezzi sono sostenuti dall’estensione dei tagli di Arabia Saudita e Russia.
Al momento il Brent, consegna ottobre, sale dello 0,4% a 86,75 dollari al barile; Il Wti, consegna settembre, sale di analoga percentuale a 83,16 dollari.
Si stabilizza in Europa il prezzo del gas, poco mosso oggi a 36,94 euro Mwh (-0,31).
Piazza Affari, brilla Saipem, piatta Tim
Tra le blue chip di Piazza Affari svetta Saipem, +6,57%, premiata dagli acquisti dopo i contratti per circa 700 milioni di dollari con Eni Congo e Bp.
Tra i bancari si confermano in rally Banca Monte Paschi di Siena +3,14% e Bper +2,17%, mentre perde parzialmente quota Unicredit -0,89%.
Seduta in lieve recupero per Generali, -0,46%, mentre la febbre da azioni Telecom si spegne e il titolo chiude con un piccolo calo (-0,14%), dopo il concretizzarsi delle indiscrezioni e la firma di un memorandum of understanding tra Kkr e il Mef che prevede l’ingresso del ministero nella Netco per una quota fino al 20%.
Tra i titoli in grande ribasso ci sono Iveco -2,48%, Stm -3,05%, Pirelli -1,95%, Enel -1,48%. In calo Unipol -1,16%, dopo la pubblicazione dei conti.
Salgono spread e rendimenti
La seduta è stata negativa anche per i titoli di Stato italiani. Sul mercato secondario lo spread tra Btp 10 anni e Bund di durata uguale sale a 166 punti base (+1,22%) e soprattutto crescono i rendimenti, rispettivamente a +4,25% (da 4,13% della chiusura di ieri) e +2,59% (da 2,5%).