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Borse 10 aprile in altalena: Milano e l’Europa in rally ma Wall Street in rosso per inflazione e presa di profitti dopo il boom di ieri

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Questi non sono tempi per deboli di cuore sulle borse globali: oggi i listini europei rimbalzano in misura robusta e in scia al salto compiuto ieri da Wall Street, euforica dopo che il presidente Usa Donald Trump ha annunciato il rinvio di tre mesi dei dazi reciproci. Per tutti, ma non per la Cina sui cui prodotti la stangata è salita al 145%. In risposta alla mano tesa della Casa Bianca la Ue, poche ore fa, ha così sospeso le imposte doganali decise solo ieri. Morale tra dazi, contro dazi, svolte e giravolte Piazza Affari chiude oggi una seduta in forte recupero, +4,73%, torna a 34.277 punti base e vede tutte le blue chip in verde, con Unicredit +8,36% in testa.

Il listino milanese è il migliore in Europa, dove Francoforte si apprezza del 4,49%, Londra +3,04%, Parigi +3,83%, Amsterdam +2,86%, Madrid +4,02%.

Le turbolenze viste fin qui però potrebbero non essere finite. I listini europei infatti erano molto più tonici prima dell’avvio stonato di Wall Street che, per ora, accelera al ribasso. Domani parte anche la stagione delle trimestrali Usa, che potrà offrire indicazioni sullo stato di salute delle aziende americane. La prima a presentare i risultati sarà JPMorgan Chase.

L’inflazione degli Stati Uniti di marzo inoltre appare migliore delle attese, ma in realtà fotografa una situazione antecedente il “giorno della liberazione”, quello che ha scatenato il putiferio sui mercati globali. Il petrolio è in picchiata, il dollaro precipita e l’oro si muove nuovamente su record storici.  

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Wall Street in rosso, per JP Morgan la sospensione allunga l’incertezza

Wall Street, dopo aver vissuto ieri una delle sedute migliori di sempre, si sta muovendo in calo in questo momento (DJ -3,23%, S&P500 -3,95%, Nasdaq -4,67%) tra fisiologiche prese di profitto e dubbi serpeggianti. Il sismografo della volatilità, il Vix, ha oscillato paurosamente in questo periodo per stabilizzarsi poi intorno a 40, quasi il doppio della media storica. Il panic selling non è scongiurato.

Secondo gli analisti di Morgan Stanley il congelamento dei dazi Usa non fa che prolungare l’attuale fase d’incertezza e i mercati notoriamente amano la stabilità. Sul presidente Usa si allunga poi l’ombra di insider trading e il deputato democratico Adam Schiff chiede al Congresso di indagare su un’eventuale manipolazione del mercato per l’improvvisa sospensione delle tariffe che ieri ha messo il turbo ai listini. Un sospetto alimentato dal fatto che poche ore prima dell’inatteso annuncio il presidente aveva scritto su Truth: “Adesso è un momento grandioso per comprare!”.

La maggior parte degli osservatori però offre però una spiegazione al cambio di idee del tycoon. A indurlo a più miti consigli sarebbe stata la svendita di titoli di Stato. Il combinato disposto di dollaro, azionario e obbligazionario in picchiata avrebbe convinto Trump che era meglio prendere provvedimenti. A conferma di questa ipotesi le parole del massimo consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, secondo che l’andamento del mercato obbligazionario avrebbe aggiunto “un po’ di urgenza” alla decisione di mettere in pausa i dazi. 

Si stabilizza l’obbligazionario Usa, mentre a marzo scende l’inflazione e stelle e strisce

La decisione di Trump ha per ora ottenuto l’effetto sperato e oggi i T-Bond vedono prezzi in rialzo e rendimenti in calo, con il decennale che vede un rendimento un tasso al 4,3% dopo aver toccato il 4,5% alla vigilia. Le aste ieri sono andate bene e oggi si vedrà quale accoglienza riceverà il collocamento del trentennale.

Intanto buone notizie arrivano dall’inflazione, anche se ogni notizia invecchia rapidamente in questo periodo a causa delle troppe e contraddittorie news che arrivano in questo periodo da Washington.

In ogni caso, per restare ai fatti, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono saliti in marzo del 2,4%, sotto le attese degli analisti e meno del 2,8% di febbraio. Su base mensile c’è stato un calo dello 0,1% mentre il mercato attendeva +0,1%. L’indice core – al netto di energia e alimentari – è salito annua del 2,8%, meno del 3,0% atteso, e su base mensile dello 0,1%.

Euro in rally, oro da record, petrolio giù

Sul mercato dei cambi le vendite bombardano il dollaro, che cede circa il 2% contro lo yen, valuta rifugio per eccellenza, status perso dal biglietto verde negli ultimi tempi.

L’euro è in rally e guadagna a sua volta quasi il 2% contro dollaro, per un cross a 1,162.

La situazione però da tenere maggiormente sotto controllo è quella dello yuan offshore cinese, contro cui il dollaro è salito dell’1%, poiché la Banca Popolare Cinese ha permesso al tasso ufficiale di indebolirsi per il sesto giorno consecutivo, ai minimi di 19 mesi. 

Una pioggia di acquisti sta inondando inoltre l’oro, galvanizzato dalla riduzione del dollaro e dalla domanda di asset sicuri. Lo spot gold è nuovamente in zona record e tratta al momento a 3164,79 dollari l’oncia.

L’andamento è opposto per il petrolio, che guarda con grande preoccupazione allo scontro al fulmicotone tra le due più grandi economie del mondo. Il future Brent, giugno 2025, prezza 63,01 dollari  (-3,77%), mentre il future Wti maggio 2025 a 59,73 dollari (-4,2%).

Piazza Affari, 40 sfumature di verde

Sono 40 sfumature di verde quelle offerte oggi dal principale listino di Piazza Affari. Tra le banche, che molto hanno sofferto negli ultimi tempi, svettano Unicredit e Banco Bpm +7,58%.

Brilla anche il risparmio gestito con Finecobank +7,48%. La regina dei pagamenti Nexi si apprezza del 7,4%. Giornata da incorniciare anche per Telecom +8,31%, Prysmian +7,5%, Interpump +7,18%, Buzzi +6,31%, Campari +5,94%.

Trova spunti di ottimismo il lusso con Cucinelli +6,19%, nel giorno in cui Prada e Capri Holding hanno trovato un accordo per Versace. Prada acquista infatti il 100% del marchio della Medusa per un controvalore (enterprise value) pari a 1,25 miliardi di euro, pari a 1,375 miliardi di dollari.

Fuori dal paniere principale svetta il Sole-24 ore (+38,46%) dopo il lancio dell’opa da parte di Confindustria con obiettivo il delisting.

Si sgonfia lo spread

Si sgonfia oggi lo spread tra Btp e Bund, dopo la fiammata della vigilia, dovuta al fatto che gli investitori cercavano riparo nel debito tedesco.

La carta italiana oggi ha ritrovato sprint e il decennale vede un rendimento in discesa al 3,81%, contro il 2,58% del Bund 10 anni. Il differenziale arretra a 123 punti base, registrando un calo del 5,32%.

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