Ancora una volta, dopo Brexit e l’elezione di Trump, i mercati finanziari hanno smentito le previsioni più negative. Piazza Affari, dopo la caduta iniziale (-2%) ha invertito la rotta nel corso della mattinata. L’indice Ftse Mib, dopo vari saliscendi, è poco sotto la parità (-0,2%), comunque sopra la barriera dei 17mila punti. Meglio gli altri mercati europei, sospinti dalla forza del dollaro e dall’attesa del prolungamento del Quantitative Easing da parte della Bce: Parigi +1,16%, Francoforte +1,42%. Madrid +1,04%. Più modesto il rialzo di Londra (+0,34%).
Anche sul mercato dei cambi, dopo un iniziale calo a 1,056 il cross Euro/Dollaro si riporta a 1,064.
Il Btp decennale h visto il rendimento salire a 2,00% da 1,89% di venerdì, spread in allargamento di 10 punti base a quota 170 per poi invertire la rotta. Le sale operative segnalano la presenza della Bce.
“La speculazione non se la sente di andare contro la banca centrale – spiega Vincenzo Logo di Ig Markets – È importante però che ci sia una risposta politica rapida, altrimenti la crisi potrebbe inasprirsi verso la fine della settimana”.
Il petrolio torna a salire dopo la corsa di settimana scorsa: Brent a 55,1 dollari al barile (+1,3%). Ripartono i titoli energetici: Eni +0,1%: Morgan Stanley ha alzato il giudizio a Equal Weight da Underweight portando il target price a 13,4 euro da 12,3 euro. Tenaris +1%, Saipem +3,2%.
L’oro perde l’1% a 1.164 dollari l’oncia.
“Stamattina stavamo valutando se comprare qualche cosa ancora, per esempio le banche, ma lo avremmo fatto se avessero sofferto di più; ma il mercato è migliorato, il che non sorprende data la sottoperformance già accumulata negli scorsi mesi”. Il commento di Andrea Delitala di Pictet riassume bene l’opinione dei gestori. I mercati restano in allerta, pronti a sfruttare i picchi negativi ma il livelli toccato dalle quotazioni (i prezzi corrispondono ad un valore di libro pari a 0,40olte, sottolinea in Crèdit Suisse) riduce lo spazio per un nuovo tracollo.
Poco prima di mezzogiorno Monte Paschi perde lo 0,87%, paradossalmente meglio degli altri titoli del settore, in attesa degli incontri odierni fra il management e le banche del consorzio. Si riunirà anche il Cda per valutare il risultato referendum. Bisognerà vedere se gli investitori internazionali che avevano manifestato disponibilità di massima a partecipare all’aumento di capitale confermeranno l’interesse a investire. Per Morgan Stanley “l’intervento pubblico è sempre più probabile”. Il bond Mps Tier2 settembre 2020 cedola 5,6% (per istituzionali), uno di quelli coinvolti nell’offerta volontaria di riacquisto promossa dalla banca, cede oltre due punti, portandosi al prezzo di 59,80. Il relativo rendimento sale a sua volta al nuovo record del 22,52%.
Fa molto peggio Unicredit (-4,03%), in attesa del varo tra una settimana dell’aumento di capitale. L’istituto ha accelerato sulla vendita di Pioneer scegliendo l’offerta del gruppo francese Amundi con il quale ha deciso di avviare trattative in esclusiva.
Deboli le altre banche: Intesa -1,2%, Banco Popolare -2,2%, Mediobanca -1,4%. In controtendenza Banca Mediolanum (+2,2%): l’a.d. Massimo Doris ha detto che punta a distribuire un extra-dividendo di 8-9 centesimi da riconoscere nel corso del 2017 dopo la plusvalenza di 40 milioni derivante dalla cessione di Banca Esperia.
Nessuna ripercussione dal voto su Generali (+0,1%) e Unipol (-0,1%).
Il titolo migliore è Fiat Chrysler: +4,4% a 7,5 euro, il massimo da gennaio. Due le ragioni della pinta all’insù: il favore del mercato per i titoli con una forte esposizione ai mercati internazionali ed in particolare all’area dollaro e la nomina della ceo di GM Mary Barra, peraltro non ben disposta nei confronti di Sergio Marchionne, come consigliere del nuovo presidente Usa, Donald Trump. Il mercato scommette che Barra sosterrà delle manovre a favore dell’intero settore auto entrato da due mesi in una fase ciclica di calo dopo anni di boom.
Il dollaro forte spinge Luxottica (+2,6%) e Moncler (+3,5%).
Leonardo-Finmeccanica guadagna il 2,43%. Stamattina gli analisti di Deustche Bank hanno promosso il titolo a Buy da Hold con un target price alzato a 14 euro dal precedente 11,70 euro. Il nuovo target price promette un rialzo del 13% sulla chiusura di venerdì. La forte esposizione al settore Difesa e al mercato americano hanno spinto il titolo a guadagnare oltre il 20% tra ottobre e novembre.
Atlantia gira in rialzo di circa un punto a 21,23 euro, era partita in ribasso del 2% con un minimo a 20,31 euro. Stamattina gli analisti di Natixis hanno promosso il titolo a Buy da Neutral lasciando il target price invariato a 25 euro per azione.
Mediaset guadagna il 2% portandosi a 2,426 euro. Jefferies ha ribadito la raccomandazione Hold (neutrale), limando il target price a 2,46 euro da 2,50 euro, malgrado il titolo abbia accumulato una perdita del 40% da inizio anno.