Borse europee molto nervose dopo il tonfo di ieri di Wall Street – il peggiore da inizio marzo – e il profondo rosso delle borse asiatiche. I listini continentali in mattinata provano a reagire al sell-off degli ultimi giorni scegliendo un atteggiamento attendista in vista di novità sui dazi, ma a metà giornata la musica cambia. I negoziati tra Usa e Cina riprenderanno il 9 e 10 maggio a Washington e sarà proprio in questo contesto che si capirà se le minacce fatte da Donald Trump domenica scorsa diventeranno realtà o se i negoziatori cinesi atterrati negli Usa riusciranno a fargli cambiare idea. Il Presidente americano ha annunciato un aumento delle tariffe dal 10 al 25% su 200 miliardi di dollari di merci, mandando letteralmente nel panico gli investitori e facendo schizzare ai massimi da 4 mesi il Vix, l’indice che misura la volatilità dei mercati, oggi a quota 19.76 punti. Il rialzo dei dazi potrebbe entrare in vigore alle 6 del mattino (orario italiano) di venerdì.
In Europa Parigi è piatta (-0,2%), mentre Madrid cede lo 0,5%. Intorno alla parità anche Francoforte (-0,1%), che prova a resistere trainata dall’exploit di Siemens, che dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre guadagna il 4,35%, e dal dato sulla produzione industriale tedesca, che nel mese di marzo ha battuto le attese, registrando un miglioramento dello 0,5% dopo il +0,7% di febbraio. Londra -0,3%.
Piazza Affari è ancora una volta la peggiore e alle 12.25 segna un ribasso dello 0,8% a quota 21.052 punti. Pesa il forte calo di Poste Italiane che dopo la pubblicazione dei conti trimestrali perde il 3,7% a 9,07 euro. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha chiuso i primi tre mesi del 2019 con un utile in ribasso del del 9,5% a 439 milioni di euro e ricavi pari a 2,8 miliardi (-1,5%). Nei conti ci sono tuttavia elementi positivi: a livello adjusted, i risultati sono positivi e in crescita, mentre tra i comparti i servizi finanziari, assicurativi e di pagamenti e mobile registrano performance incoraggianti. In aumento anche i ricavi da recapito pacchi.
Continuano le vendite su Finecobank che, dopo il -7,45% di ieri, cede un ulteriore 2,05% a 10,04 euro in seguito all’annuncio di Unicredit (-0,44%) che ha fatto sapere di aver venduto una quota del 17% della società al prezzo di 9,80 euro per azione.
Rimanendo nel comparto bancario, viaggia in rosso Intesa Sanpaolo (-2,1%) all’indomani dei conti del primo trimestre, chiuso con utili sopra il miliardo di euro, ma in calo del 16% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Giù anche Banca Generali (-1,47%). In controtendenza Banco Bpm (+1%).
Tra i titoli peggiori c’è Cnh Industrial (-2,83%) nonostante il trimestre positivo. -1,2% per Fca.
Dall’altra parte della barricata, in vetta al Ftse Mib troviamo un altro titolo della galassia Agnelli: la Juventus (+1,1%), che dopo le pesanti perdite dell’ultimo mese (-20,29%) prova a rialzare la testa e a lasciarsi alle spalle l’eliminazione dalla Champions League. Positivi i petroliferi con Tenaris (+0,85%) ed Eni (+0,22%). In rialzo Leonardo (+0,4%) e Azimut (+0,6%).
Fuori dal Ftse Mib spicca la performance di Piaggio (+6,15%) che ieri ha pubblicato risultati sopra le stime con un utile netto di 7,8 milioni di euro, in crescita del 97,7%, ricavi in salita del 10,8% a 346,2 milioni e margine lordo industriale in rialzo del 7,5%. Inoltre, l’indebitamento finanziario netto è stato pari a 456,1 milioni, in miglioramento rispetto a 502,9 milioni al 31 marzo.
Passando alle valute, l’euro viaggia in rialzo e supera quota 1,12 sul dollaro, mentre il cambio euro/yen è a 123,33 punti. Per quanto riguarda il petrolio, in attesa dei dati settimanali Usa sulle scorte di greggio, il Wti scende dello 0,24% a 61,25 dollari al barile, il Brent cede lo 0,4% a 69,62 dollari.
Lo spread tra Btp e bund, in forte rialzo ieri dopo l’allarme della Commissione Ue sulla crescita italiana, continua a salire e arriva a quota 271 punti base con un rendimento al 2,64% (+2%).