Utility fiacche in Borsa dopo che l’Autorità dell’Energia ha di fatto avviato il lungo percorso di definizione dei ritorni per i prossimi anni, una revisione da cui il mercato ci si attende indicazioni negative per gli operatori del settore. Enel cede lo 0,7%, A2a lo 0,72%, Terna viaggia in controtendenza e guadagna lo 0,27% mentre il Ftse Mib guadagna oltre lo 0,8%.
Nel fine settimana l’Authority ha pubblicato il primo documento di consultazione con le linee guida per definire il regime regolatorio da applicare a partire dal primo gennaio 2016. Il processo di revisione degli attuali criteri si concluderà a novembre ma, in vista degli attesi dettagli quantitativi che arriveranno solo nelle fasi successive, il mercato ragiona sulle prime novità emerse. Innanzi tutto, il periodo regolatorio verrà esteso da 4 a 6 anni (e quindi dal 2016 al 2021) allo scopo di aumentarne la certezza e la prevedibilità per gli operatori con una possibile revisione intermedia delle variabili considerate esogene. La seconda novità rilevante, secondo le case di investimento, è la volontà dell’Authority di assumere un orientamento “più restrittivo” sugli incentivi agli investimenti rispetto al periodo precedente con una logica basata sui risultati. Nella trasmissione dell’energia, sottolinea Mediobanca Securities, l’Autorità intende introdurre “una profonda riforma degli sistema degli incentivi abbandonando l’attuale logica dell’extra-remunerazione sui ritorni base, e sulla distribuzione ritiene urgente implementare una regolazione basata sui risultati alla luce dei significativi investimenti sulle smart grid. In terzo luogo, l’Autorità punta a offrire minori remunerazioni per quegli operatori i cui ritorni sono disgiunti dai volumi e più elevate per quelli le cui remunerazioni tengono conto del rischio volume (è il caso di Terna). “Si tratta di un primo documento generico senza indicazioni quantitative, dal quale emerge la volontà di introdurre un sistema più selettivo per incentivi sugli investimenti – scrive Equita Sim – e la possibilità di passare ad un sistema di riconoscimento dei costi totali”
In attesa dei dettagli e dell’avanzamento del processo, Credit Suisse ribadisce la proiezione già fatta nei mesi scorsi di attendersi per Terna un calo delle remunerazioni dal 6,3% al 4,6% in termini reali e predica cautela sul titolo visto che è il più esposto alla revisione del sistema regolatorio. Per Enel, che secondo il broker ha il 23% dell’ebitda 2016 derivante dall’attività di distribuzione dell’energia in Italia, Credit Suisse vede un calo delle remunerazioni dal 6,4% al 4,7% e questo, insieme al calo dei prezzi dell’energia, avrebbe un impatto sugli utili per azione 2016 stimabile nell’8%.