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Borsa, Unipol e ancora Nexi tengono a galla il Ftse Mib

Pixabay

Chiusura contrastata per le borse europee, al termine di una seduta cauta, frenata dall’incertezza da coronavirus e dalle molte e contraddittorie notizie intorno a questa epidemia. Anche Wall Street procede piano e in ordine sparso, dopo la debolezza della vigilia. 

Piazza Affari vede allontanarsi leggermente la meta, non ancora raggiunta, dei 25mila punti (in seduta ha toccato un massimo a 24.983) e chiude in calo dello 0,1% a 24.867 punti base. In un contesto di debolezza brilla però il gruppo Unipol (Unipol +6,42%; Unipolsai +5,31%), che ha battuto le attese del mercato su utili e dividendi: la controllante Unipol mostra un utile netto in crescita del 73% a 1,1 miliardi e pagherà 0,28 euro per azione, un dividendo più alto del 56% rispetto all’anno prima. La compagnia UnipolSai ha un utile netto normalizzato di 721 milioni di euro (+3,2%) e propone un dividendo di 0,16 euro per azione (+10%). Fra gli assicurativi si apprezza anche Generali +0,65%. 

Resta sugli scudi Nexi, +4,56%, caldeggiata da molte banche d’affari dopo i conti in linea con il previsto e nella prospettiva di future aggregazioni. Fra le blue chip più comprate di oggi ci sono inoltre Diasorin +1,75%, Prysmian +1,06%, Enel +0,85%; Ferrari +0,69%. 

La maglia nera va a Recordati -1,59%. Male Moncler -1,42%; Telecom -1,39%, dopo il balzo di ieri; Leonardo -1,38%; Fiat -1,37%. Deboli le banche a partire da Bper -1,43%, di cui Unipol è azionista con una quota del 20%. Giù anche Banco Bpm -1,18% e Unicredit -1,01%. Lo spread è in leggera ripresa a 135 punti base, +1,2%, anche se il rendimento del Btp 10 anni è poco mosso a 0,91%. Fuori dal listino principale scatto di Interpump, +6,53%, dopo i conti e in scia alle prospettive. Si apprezza inoltre un’altra azienda emiliana: Ima, +1,24%, che ha reso note le stime preliminari di consuntivo 2019 e mostrato ricavi in crescita a 1,6 miliardi di euro.

Nel resto d’Europa: Francoforte -0,02%; Parigi -0,39%; Madrid +0,41%; Londra -0,58%. L’euro-dollaro è piatto, a 1.084, vicino ai minimi da due anni e al termine di una settimana in cui ha perso circa l’1%. La moneta unica paga lo scotto di un’economia stagnante nell’area. In particolare è crescita zero in Germania nel quarto trimestre 2019 e questo getta nuove ombre sulle prospettive della prima economia del blocco. 

Fra le materie prime l’oro è in frazionale progresso a 1584,75 dollari l’oncia. Il petrolio, Brent, si apprezza dell’1,46%, 57,16 dollari al barile.

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