Accelerano, in Europa come gli Usa, gli acquisti di beni rifugio: l’oro segna il nuovo massimo storico a 1.628 dollari l’oncia, l’argento si porta oltre i 41 dollari, massimo da inizio maggio. Intanto il franco svizzero si muove su livelli record contro dollaro (0,8) e euro (1,156). E’ questo il copione che domina i mercati finanziari, nell’ennesima giornata negativa, specie per la Borsa di Milano che amplia le perdite, frenata dai bancari.
L’indice Ftse Mib è il peggiore d’Europa e scende del 2,81%, il Ftse/Mib precipita a quota 18.494 punti. Massicci ribassi anche per Londra -1,14%, Parigi -1.4% e Francoforte -1,25%. L’Italia è così tornata ad essere oggetto di vendite, sia sull’azionario che sull’obbligazionario. La pressione è cresciuta nel pomeriggio dopo l’avvio negativo di Wall Street. In questa cornice s’inserisce la levata di scudi, all’unanimità, della Commissione Finanze della Camera che chiede al governo italiano di muoversi in sede europea per denunciare le agenzie di rating, colpevoli di “aggiotaggio”, all’Esma (European securities market authority).
Intanto, in attesa che il governo “si attivi per la nascita di un’agenzia di rating creditizio pubblica e indipendente”, sui mercati continua il tiro al bersaglio, favorito dal quadro politico di casa nostra. Il rendimento dei Btp decennali sale di 12 punti base al 5,7%, lo spread con il Bund tedesco è tornato ad allargarsi a 306 dai 288 della chiusura di ieri sera. In mattinata era balzato a 315 punti base. A complicare le cose, almeno per l’industria più sensibile alla dinamica dell’export (unica valvola di sfogo, vista la debolezza della domanda interna) c’è la robustezza dell’euro a quota 1,447 contro dollaro, sui massimi da inizio mese: l’incremento è di quasi il 5% nell’arco di due settimane.