I futures stamane anticipavano tempesta, e tempesta è stata. Piazza Affari, in linea con gli altri listini, lascia sul terreno un altro 3,5%, precipitando sotto i 22mila punti (-5,2% in settimana) sui valori di agosto, ai tempi delle dimissioni di Mateo Salvini dal governo. Fanno ancor peggio Parigi -3.7% e Francoforte -3,6%. Stessa perdita per Londra: la Bank of England si accinge ad un taglio di mezzo punto dei tassi.
I future di Wall Street preannunciano un’apertura negativa: S&P500 -2,8%, Nasdaq -3%, Dow Jones -2%. L’indice dei viaggi e del tempo libero crolla del 4,39%, un calo del 20% rispetto al recente picco. Il danno per le compagnie aeree arriverà a 113 miliardi di euro.
Airbus crolla di circa il 7%: a febbraio il carnet dei nuovi ordini è risultato zero. La furia del virus non si placa, anzi il contagio è ancora in fase di espansione. I contagi di coronavirus nel mondo solo saliti a 100mila, le morti sono 3.385. Anche questo favorisce la fuga dal rischio:
- Precipitano i rendimenti delle obbligazioni. Il T bond decennale scende dello 0,3%, anticipando un nuovo calo dei tassi a meno di una settimana dall’ultimo intervento della Fed.
- In forte calo anche i Gilt inglesi (0,246% il dieci anni).
- Il bund tedesco precipita ai minimi: il decennale tratta a – 0,738%. , il 2 anni a – 0,89%. Sottozero anche Il 30 anni a -0,30%, nuovo record negativo.
- Tiro al bersaglio anche sui Btp. Il rendimento del dieci anni sale a ridosso dell’1,2%, massimo da fine gennaio. Il 2 anni passa in terreno positivo.
- Lo spread vola sopra i 190 punti.
- Il rendimento delle obbligazioni della Grecia arriva a +1,39%, +16 punti base.
- L’oro, salito ieri del 2,2%, stamattina guadagna un altro mezzo punto. Nella settimana il guadagno è del 6%.
- Precipita il petrolio -5%, sotto i 50 euro, ai minimi da tre anni. Anche se l’Opec ha preso la decisione di annunciare un maxi taglio alla produzione da un milione e mezzo di barili al giorno, il petrolio Brent la frana non si ferma. Oggi si saprà se la Russia si adeguerà al colpo di mano dell’Arabia Saudita e degli altri paesi del cartello, ma se anche dovesse accettare la riduzione prevista dall’accordo raggiunto ieri, secondo Goldman Sachs, sui mercati la situazione di scompenso non cambierà: il provvedimento entrerà in vigore solo il mese prossimo.
- A Piazza Affari vacilla Saipem -5,7%. Eni -4,4%.
Non si salva nessun titolo tra i bancari. Tra i peggiori Ubi -5% e Mps -5,3%. Intesa e Unicredit arretrano del 3,3%.
Nel gestito male Azimut -5,7%. Si “salva” solo Poste Italiane, che a metà giornata è seppur di poco l’unico titolo in territorio positivo, dopo aver pubblicato i conti: “I risultati – scrive Equita – sono migliori delle attese e il dividendo in linea. La guidance 2020 è migliorata del 18% (utile netto da 1,1 a 1,3 miliardi) 6% sopra le stime”.
Fa impressione il tonfo di Prysmian -9%. La società ha chiuso il 2019 con un miliardo di euro di Ebitda rettificato, in linea con le attese e con le stesse indicazioni della società. Debito netto a fine anno pari a 2,14 miliardi di euro. Previsioni sul 2020: Ebitda rettificato tra 950 e 1.020 milioni di euro, sotto le previsioni del consensus. Sprofonda anche Atlantia, sempre -9%.
In rosso Leonardo -3,5% e Stm -4%. Ferragamo -4%. Stm -4%. Ferrari -3,7%. Pirelli -4,7%. Tim -4%. Dovrebbe uscire oggi il parere dell’Antitrust sulla riorganizzazione del settore torri che coinvolge anche Inwit. Non va meglio alle utility: Enel -2%. Italgas -2,5%.
Da segnalare:
- Geox -11%, ha pubblicato i dati del 2019 e qualche indicazione sull’andamento delle attività in febbraio, nell’ultima settimana dello scorso mese il fatturato è crollato, sia per effetto di un calo delle vendite, sia a causa della chiusura di molti centri commerciali e negozi nel Nord Italia.
- In controtendenza il titolo As Roma +7%: l’affare Friedkin è in dirittura d’arrivo.