L’ennesimo attentato nel cuore di Parigi a tre giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali rende ancor più drammatica la vigilia del voto. La prima impressione è che la tragedia degli Champs Elysées possa dare una spinta alle chances di Marine Le Pen, già segnalata in difficoltà dai sondaggi. Per la soddisfazione della Borsa di Parigi che ieri ha scommesso sull’affermazione dell’europeista Emmanuel Macron ma anche sulla resurrezione di François Fillon, rilanciato dal fallito attentato di Marsiglia.
Si vedrà stamane la reazione della Borsa e delle obbligazioni dell’Eurozona, che finora hanno contenuto lo spread nei confronti del Bund. Di sicuro la Francia (anzi, l’Europa) sembrano destinate a vivere due settimane ad altissima tensione in attesa del ballottaggio, un fattore che non potrà essere trascurato dal consiglio della Bce di giovedì 27.
Per l’occasione, secondo gli esperti, non sono previste nuove misure, ma il direttorio potrebbe presto estendere il quantitative easing oltre dicembre, tagliando però l’importo mensile degli acquisti oggi pari a 60 miliardi di euro. La ragione? I collaterali dei titoli, specie quelli tedeschi, cominciano a scarseggiare, come ha segnalato il bollettino della Banca centrale.
SALE L’ASIA, TRUMP METTE NEL MIRINO L’ACCIAIO CINESE
Chiusura di settimana positiva per i listini asiatici. A Tokyo l’indice Nikkei è salito dello 0,9% (+1,4% il guadagno settimanale). Hong Kong e Shanghai +0,4%. In lieve discesa l’euro dopo l’attentato di Parigi a 1,0716 sul dollaro da 1,0778 di giovedì.
Il presidente Donald Trump ha autorizzato un’indagine sull’import di acciaio dalla Cina, ma la notizia non ha danneggiato Baosteel (+0,8%) e gli altri principali produttori dell’area (+ 2,1% la coreana Posco). In compenso volano le aziende Usa: indice di settore +8%.
Il buon andamento delle trimestrali ha ridato ossigeno a Wall Street. L’indice Dow Jones ha guadagnato lo 0,85%, S&P 500 +0,76%. Il Nasdaq (+0,92%) ha messo a segno un nuovo record assoluto a 5.916,78. Brilla la stella di American Express (+5,9%) dopo risultati in calo, a meno delle previsioni. Il titolo peggiore è stato Philip Morris (-3,5%).
Positivi i petroliferi: Exxon Mobil +0,9%, Chevro+0,9%. Il Brent è poco mosso a 52,98 dollari il barile, Wti a 50,27 dollari (-17 cents). A Piazza Affari Eni invariata, Tenaris -1,7%. Saipem -2,2%. Stamane verranno comunicati i conti approvati dal Cda nella serata di ieri.
VOLA PARIGI, PIATTE LE ALTRE BORSE
Vola la Borsa di Parigi sulla scommessa di una sconfitta di Marine Le Pen già al primo turno delle presidenziali. Assai più cauti gli altri listini del Vecchio Continente al termine di una giornata ricca di appuntamenti societari. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un +0,13% a 19.849 punti. Corre al rialzo a Parigi il Cac40 (+1,48%). Poco mosse Francoforte (+0,09%) e Londra (+0,06%). Piatta anche Madrid (+0,02%).
Rallentano i segnali di inflazione in Germania: i prezzi alla produzione a marzo sono rimasti invariati su febbraio, contro attese di +0,2%. Il Meccanismo di stabilità europeo Esm potrebbe trasformarsi nel breve termine in un Fondo monetario europeo. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble parlando a margine degli incontri primaverili del Fondo monetario internazionale a Washington. Secondo Schaeuble, inoltre, qualsiasi altro nuovo programma di aiuti finanziari per i Paesi della zona euro dovrebbe essere realizzato senza il Fmi.
Chiusura in lieve rialzo per il mercato obbligazionario italiano, che, pur tra volumi sottili, fa meglio del resto della zona euro.
CALA LO SPREAD, MERCOLEDÌ 6 MILIARDI DI BOT A SEI MESI
Il tasso del decennale italiano è sceso al 2,26% dal 2,28% del finale di seduta di mercoledì. In discesa lo spread a 203 punti base dai 208 della vigilia. In un clima che resta di cautela, la discesa dello spread Francia/Germania nel tratto decennale sotto i minimi da due settimane dimostra che buona parte degli investitori tenda ad escludere una vittoria di Marine Le Pen, favorevole all’uscita della Francia dall’euro. Il rendimento del decennale francese è sceso allo 0,856% (minimo da tre mesi), il Bund sale a 0,244%.
Gli ultimi sondaggi confermano il candidato centrista Emmanuel Macron avanti al primo turno di domenica rispetto a Marine Le Pen e poi vittorioso, con ampio margine, al successivo ballottaggio. Ma non si esclude che François Fillon possa strappare il posto alla candidata del Front National.
Il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori Bot semestrali per 6 miliardi di euro nell’asta che si terrà mercoledì 26 aprile, a fronte di un importo in scadenza di pari entità. Lo comunica una nota del Tesoro.
BANCHE ANCORA IN RALLY. IL 62% DI UNICREDIT IN MANO AI FONDI
La spinta positiva alle Borse è venuta dalle banche: l’indice europeo Stoxx del settore è salito dello 0,7%, l’indice italiano dell’1,3%.
A Milano Intesa ha guadagnato lo 0,6%. Meglio Banco Bpm (+2,8%) e Ubi (+3%). Sale anche Banca Generali (+0,75%): Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 26 euro sul titolo, attendendosi che i risultati del primo trimestre 2017 evidenzino una forte crescita.
Unicredit +1,8% nel giorno dell’assemblea. Nel corso dell’assemblea è stato alzato il velo sul nome degli azionisti più importanti. Il direttore generale, Gianni Franco Papa, ha annunciato che gli investitori istituzionali detengono il 62% (il 2% del quale in capo a italiani), i fondi sovrani il 10%. Le fondazioni sono al 6%, gli investitori retail sono al 13%. L’unico azionista con una partecipazione superiore alle soglie rilevanti previste è il fondo sovrano di Abu Dhabi Aabar con il 5,038%. Per quanto riguarda i vertici, mercoledì sera la Banca ha comunicato che Luca Cordero di Montezemolo ha lasciato la carica di vice presidente. In marzo si era dimesso il secondo dei tre vicepresidenti, Fabrizio Palenzona. A Parigi Bnp Paribas è salita del 4,1%, SocGen +3,4%.
LA CITY DÀ FIDUCIA A MEDIASET
Ancora sotto i riflettori l’affaire Vivendi. Dopo un avvio in calo, Mediaset ha investito la rotta andando a chiudere con un guadagno del 2,6% nonostante i risultati in forte perdita del quarto trimestre. Barclays ha tagliato la raccomandazione a Underweight da Equal Weight e il target price a 3,25 euro da 4,15 euro. SocGen taglia il target price a 3,85 euro da 4,13 euro. In cambio sono emerse buone indicazioni dal meeting con gli investitori a Londra con i vertici del gruppo sul raggiungimento dei target 2020. Invariata Telecom Italia (+0,6%).
YNAP AL TOP (+5,9%), NUOVO MASSIMO PER MONCLER
Diversi titoli del lusso in passerella. In testa al paniere principale svetta Yoox-Net-a-Porter con un balzo del 5,9% con volumi vivaci, estendendo i rialzi della vigilia. Si segnala anche il +1,4% di Salvatore Ferragamo. Moncler (+0,8%) ritocca il massimo storico a 22,08 euro. JP Morgan ha rafforzato la raccomandazione Overweight portando il target price a 23 euro da 21,50.
FRENA ATLANTIA, REALIZZI SULLA JUVENTUS
Scende Atlantia (-2,6%). Dopo la conferma dei colloqui preliminari con Abertis, Deutsche Bank ha tagliato il giudizio a ‘hold’ da ‘buy’. In calo le altre utility: Enel perde l’1,3%, Snam -0,8%.
Tra le mid/small cap, la Juventus chiude in ribasso del 5,2% dopo avere segnato in mattinata i massimi dal 2006 grazie al passaggio di turno in Champions ai danni del Barcellona.
Ovs (+4,9%) segna nuovi massimi dell’anno: Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 6,2 a 6,9 euro, confermando la raccomandazione buy.
Anche Fincantieri (+6,8%) segna il record dal 2015. Il titolo ha accelerato al rialzo dopo aver superato la soglia di 0,8 euro. Un analista tecnico ha sottolineato che il titolo presenta un’impostazione positiva.