Al termine di una settimana di guadagni i listini europei archiviano oggi una seduta in ordine sparso, che ha trovato qualche spunto rialzista con l’avvio di Wall Street, intonato, nonostante il tonfo di Amazon (-11%) e l’addio al Nyse di Twitter. A sostenere i corsi contribuiscono Apple ed ExxonMobil dopo conti migliori delle attese. In particolare, il produttore di petrolio ha registrato un utile trimestrale record, paragonabile a quello della Mela di Cupertino.
In chiusura Piazza Affari limita le perdite allo 0,27%%, tra prese di profitto, trimestrali e un’inflazione choc vicina al 12%. Si tratta del dato più alto dal 1984. Sono stabili però i titoli di Stato e i rendimenti in asta sono scesi.
Nel resto d’Europa sono in leggero calo Amsterdam -0,28%, Madrid -0,03% e Londra -0,31%, mentre Francoforte e Parigi salgono rispettivamente dello 0,25% e dello 0,46%.
Molte sono le trimestrali del giorno che colorano diversamente i titoli: Volkswagen perde il 2%, anche a causa della svalutazione degli asset russi; in profondo rosso Air France-Klm -14,34%; bene Danone +3,16% ed Eni +1,66%.
Euro debole; cala il petrolio mentre sale il gas
L’euro resta poco sotto la parità con il dollaro, all’indomani della decisione della Bce di alzare i tassi di 75 punti base. Misura ampiamente attesa dal mercato.
Arretrano i prezzi del petrolio, allarmati da nuove misure restrittive anti Covid in Cina. Il Brent cede l’1,47%, 95,53 dollari al barile.
Il gas sale e a metà giornata i future TtF segnavano un rialzo del 4,3% a 112 euro per megawattora.
Inflazione choc in Italia, ma la Germania evita la recessione
In Italia l’inflazione, a ottobre, ha raggiunto il livello choc dell’11,9%, massimi da marzo 1984. L’Istat parla di una “straordinaria accelerazione” trainata dai beni energetici, sia regolamentati che no. Ma anche il cosiddetto carrello della spesa – costituito da beni più acquistati come alimentari, beni per la cura della casa e della persona – è salito al 12,7% dal precedente 10,9%.
In ambito macroeconomico ha stupito positivamente il fatto che la Germania ha evitato la recessione, registrando una crescita del PIL nel terzo trimestre dello 0,3% (contro attese a -0,2%). I prezzi picchiano duro però anche a Berlino, dove l’inflazione a ottobre ha toccato l’11,6%.
La Bce avverte che l’aumento dei prezzi nel blocco potrebbe andare oltre le proiezioni della stessa Bce al 2024.
Nella zona euro rallentano inoltre le economie di Francia e Spagna.
Sempre in Eurolandia e nella Ue scende inoltre la fiducia nell’economia e le attese di occupazione.
Appaiono positivi, ma da interpretare in chiave Fed, i dati Usa usciti oggi nel premercato, dopo la bella sorpresa di ieri, con il PIL aumentato al tasso annualizzato del 2,6% rispetto ai tre mesi precedenti, contro attese per un +2,3%, dopo due trimestri in negativo.
Dai dati odierni risulta che i redditi personali e le spese per i consumi sono aumentati più del previsto e l’inflazione Pce, pur se in aumento, ha fatto segnare un dato inferiore alle previsioni; il costo del lavoro infine è in linea con le attese.
In Piazza Affari rimbalza Diasorin, ma le vendite colpiscono ancora Stm
Tra le blue chip di Piazza Affari brilla Diasorin +2,79%, colpita pesantemente dalle vendite ieri dopo l’uscita dei dati trimestrali. Nel settore salute brilla anche Recordati +1,78%.
Eni è tonica, grazie ai numeri luglio-settembre superiori alle attese. “I risultati sono stati buoni e superiori alle attese” commenta Banca Akros osservando in particolare che il business Global Gas and LNG portfolio ha registrato una performance “eccellente”.
Nel settore oil migliora i superlativi guadagni della vigilia Saipem, +1,06%, mentre scende Tenaris -3,16%.
Tra le banche svetta anche oggi Banco Bpm +1,16%.
Nell’industria si fa spazio Leonardo 1,64%.
Nella parte bassa del Ftse Mib ci sono Moncler, -2,31%, Iveco -2,02% e ancora Stm -2,17%, appesantita dalla tragica settimana delle Big Tech Usa e dalle indicazioni prudenti sull’ultima parte dell’anno rilasciate ieri.
Perde Nexi, -1,36%, tra progetti sul tetto all’uso del contante del nuovo governo e problemi di indebitamento in una fase di rialzo dei tassi.
Spread stabile, tassi in calo nelle aste
Il secondario italiano chiude stabile, a 208 punti base (+0,49%), ma i tassi sono in aumento: il Btp decennale segna +4,16%, mentre il Bund di pari durata è al 2,08%.
I rendimenti sono risultati in calo invece nelle aste del Tesoro, che ha collocato 6,5 miliardi di Btp. Nell’asta a 5 anni, con scadenza primo dicembre 2027, è stato assegnato l’intero importo offerto di 2,75 miliardi (richiesta oltre 4,1 miliardi, con un rapporto di copertura a 1,49), a un rendimento lordo in flessione di 64 punti base al 3,48%. Btp a 10 anni, scadenza primo maggio 2033 (3,75 miliardi, a fronte di una richiesta di oltre 4,8 miliardi, con un rapporto di copertura a 1,30) a un rendimento in discesa al 4,24%, -46 punti base. Infine, un miliardo di Ccteu T.V. a 6 anni, con scadenza il 15 aprile 2026. L’importo richiesto è stato di 2,155 miliardi, con un rapporto di copertura a 2,16 e rendimento di 2,54%.