Prima su, poi giù giu. La reazione di Piazza Affari agli sviluppi dell’affaire Telecom riflette le difficoltà degli operatori a capire i prossimi sviluppi di una partita inedita e dall’esito in parte imprevedibile, ora che l’ex incumbent delle tlc si è infilato nel tunnel delle battaglie legali.
Borsa: Tim sull’ottovolante, il mercato teme la battaglia legale
E così il titolo, dopo un prolungamento dell’asta di preapertura e un rialzo teorico fino a oltre il 9%, ha aperto con un lusinghiero +5% a 0,27 euro per poi arretrare di nuovo attorno a 0,25. Anche il governo è consapevole che la decisione di procedere alla vendita della Rete accettando l’offerta di KKR non segna la parola fine delle tribolate disavventure di Tim, bensì l’inizio di un nuovo capitolo. “Vivendi ha i suoi diritti e li esercita”, ha riconosciuto stamane il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ma il Governo ha deciso che la strada migliore, se non l’unica, per salvare Telecom è un’altra. “Abbiamo fatto una proposta e il consiglio di amministrazione l’ha accettata. Adesso ovviamente gli azionisti hanno i loro diritti e li faranno valere nelle sedi opportune però il progetto è quello”.
L’offerta Kkr valorizza NetCo a 18,8 miliardi
L’offerta, come è noto, valorizza NetCo a un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro. La vendita consente al gruppo una riduzione del debito di circa 14 miliardi di euro.
Sarà sufficiente per garantire un futuro a quel che resta della società? Per una risposta credibile sarà necessario conoscere quanti dipendenti verranno girati alla società della Rete e le eventuali modifiche regolamentari idonee a generare benefici a favore di Netco. Nel complesso, le varie novità potrebbero portare al pagamento a favore di Tim di “un importo massimo di 2,5 miliardi di euro”. In questo modo la ServiceCo, cioè quel che resta di Tim, dovrebbe quindi avere un rapporto tra debito netto ed ebitda inferiore a 2 volte. Per quanto riguarda Sparkle, il consiglio, avendola ritenuta non soddisfacente, ha dato mandato al ceo di verificare la possibilità di ricevere un’offerta vincolante a un valore più elevato una volta completata la due diligence, il cui termine è stato esteso fino al 5 dicembre.
Rete Tim a Kkr: Vivendi sulle barricate
Ma questo punto entra in scena l’opposizione di Vivendi, decisa ad usare ogni possibile via legale per far valere i suoi diritti di azionista al 23,9%. La società dl gruppo Bolloré ritiene che la deliberazione adottata dal consiglio di amministrazione, senza passare dall’assemblea degli azionisti, sia illegittima e comporti la responsabilità degli amministratori di Tim che hanno votato a favore dell’operazione, esclusi perciò gli indipendenti che hanno votato contro: “Conseguentemente, rimasti inascoltati tutti gli appelli alla ragionevolezza – recita un comunicato – Vivendi utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti”.
Tim-Vivendi: Equita conferma buy. Le Monde consiglia Bolloré di tornare al Mef
Insomma, ne vedremo ancora delle belle. Per alcuni analisti il socio francese ha poche chance di bloccare la cessione della rete, per altri c’è un rischio crescente di una controversia legale. Equita calcola quanto vale Tim compresi gli earn-out e conferma buy sul titolo, Da segnalare il comento di Le Monde, al solito tutt’altro che tenero nei confronti di Bolloré. “Dopo otto anni di interventi pazienti e più di 4 miliardi di investimenti, il gruppo francese non è riuscito a far valere le sue ragioni in questa commedia dell’arte. Come riuscirà Pantalone Vivendi a venire a capo di questa commedia dell’arte? Potremmo immaginare un Vivendi Arlecchino capace di ingraziarsi il governo per avere spazio in una nuova trattativa con la famiglia Berlusconi per rientrare nel settore media italiano. Una bella capriola ma, oggi come nel Cinquecento, i colpi di scena non mancano mai”.
Una fantasia, certo. Ma è difficile che non si arrivi ad un compromesso.