Il rialzo odierno del greggio, spinto dai possibili tagli dell’Opec+, mette un po’ di carburante nelle Borse mondiali e contribuisce alla chiusura positiva dei listini europei e all’avvio intonato di Wall Street. Ottobre si apre così all’insegna di un cauto ottimismo, dopo un settembre nero in Europa e negli Usa.
Milano svetta in Europa
Piazza Affari è la numero uno in Europa con un progresso dell’1,57%, che la riporta a un passo dai 22mila punti. Bene gli energetici e le banche, anche se Banca Generali lascia sul terreno il 3,99% dopo la fiammata di venerdì.
Chiude una seduta in verde il secondario italiano: lo spread arretra a 232 punti base (-4,57%), con tassi in calo per il Btp 10 anni a 4,2% e per il Bund di pari durata a +1,89%.
In sintonia con Milano si apprezza Madrid +1,27%, mentre segnano rialzi frazionali Amsterdam +0,81%, Francoforte +0,72%, Parigi +0,55%, Londra +0,22%. Zurigo, +0,21%, regge l’impatto di Credit Suisse (-0,93%), che ha risalito la china dopo il panico mattutino sul piano di ristrutturazione che dovrebbe arrivare con i risultati del terzo trimestre alla fine di ottobre.
Il rialzo dei prezzi del petrolio offre sostegno alla Borsa di Mosca nonostante l’andamento della guerra e nel giorno dell’approvazione da parte della Duma dei trattati per l’annessione delle regioni ucraine di Kherson, Donetsk, Zaporizhzhia e Lugansk.
Oltreoceano brilla la stella brasiliana (la Borsa di San Paolo guadagna oltre il 4%), che guarda positivamente al risultato elettorale, dove, a sorpresa, il candidato della destra Jair Bolsonaro è riuscito a portare al ballottaggio il rivale Luiz Inacio Lula da Silva.
A New York va a picco Tesla, -8,46%, che ha annunciato consegne di veicoli elettrici inferiori al previsto nel terzo trimestre, poiché le sfide logistiche hanno oscurato le sue consegne record.
Inversione a U sulle tasse in GB
Il clima si è schiarito in giornata anche a seguito della correzione del piano fiscale della premier britannica Liz Truss, che ha annullato il taglio dell’aliquota massima del 45%, mossa che aveva scatenato la sfiducia dei mercati. La scelta ha riportato gli acquisti sulla sterlina e sui titoli di Stato inglesi, dando fiato anche ai bond della zona euro, che oggi vedono rendimenti in calo nonostante i dati poco incoraggianti degli indici PMI del manifatturiero nel mese di settembre.
Petrolio in rialzo, l’Opec+ pronto a tagliare
Il petrolio tipo Brent si apprezza del 4,24% a 88,75 dollari al barile e il greggio texano sale di una percentuale analoga in area 82,60 dollari a seguito delle notizie secondo cui l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, più la Russia, sta considerando di ridurre la produzione di un milione di barili al giorno, sarebbe il taglio più grande dall’inizio della pandemia nel 2020.
Sul mercato valutario l’inversione a U del governo britannico favorisce il recupero delle sterlina sul dollaro, intorno a 1,125. Anche l’euro si muove in lieve progresso contro il biglietto verde e tratta attorno a 0,9816 centesimi.
Manifatturiero: Europa e Usa a velocità diverse
I dati macro di giornata mostrano come Europa e Usa si stiano muovendo a velocità diverse nel manifatturiero.
La zona euro è in contrazione, mentre gli Stati Uniti si confermano in espansione-
L’indice Pmi dell’E19 è sotto la linea del Piave di 50 e scende a 48,4 in settembre da 49,6 di agosto. In Germania arretra a 47,8 da 49,1. In Italia sale leggermente a 48,3 da 48.
Prosegue l’espansione del manifatturiero a stelle e strisce: nella lettura definitiva di settembre, si è attestato a 52 punti, al di sopra dei 51,5 di agosto e dei 51,8 punti del dato preliminare.
Piazza Affari in rialzo con Tenaris, bene le utility
Sul Ftse Mib, il principale indice di Piazza Affari, svettano titoli petroliferi come Tenaris +6,99% ed Eni +3,04%. L’attenuarsi delle tensioni sui bond favorisce il recupero delle utility: Enel +3,15%, Snam +3,16%, Terna +2,43%.
Le banche chiudono una seduta positiva con Banco Bpm +3,3% e Unicredit +2,39%. Non si spengono i riflettori nemmeno su Mediobanca +2,83%, dopo le indiscrezioni sul possibile acquisto di Banca Generali. Oggi c’è stata la riunione del nocciolo dei soci storici che blinda il 10% del capitale, ma la questione pare non sia stata discussa. In una nota Piazzetta Cuccia sottolinea che “i Partecipanti all’Accordo di consultazione, riunitisi in data odierna sotto la presidenza di Angelo Casò, hanno esaminato la documentazione resa pubblica sui punti all’ordine del giorno della prossima Assemblea Ordinaria di Mediobanca e hanno completato la nomina del Comitato, ai sensi dell’art. 2 dell’Accordo, che è pertanto così composto: Angelo Casò (Presidente), Massimo Doris e Alberto Pecci”.
Fuori dal paniere principale Mps recupera il 3,65%, dopo le pesanti perdite della scorsa ottava provocate anche dal raggruppamento delle azioni. L’avvio del previsto aumento di capitale da 2,5 miliardi è slittato intanto dal 10 al 17 di ottobre.
Tra le blue chip resta vivace Telecom, +3%, in vista della possibile presentazione di un’offerta non vincolante di Cdp per la rete.
I ribassi partono da Banca Generali, dopo che fonti finanziarie avrebbero negato al momento l’esistenza di trattative concrete tra l’istituto di Piazzetta Cuccia e la controllante di Banca Generali, Generali Ass (incolore).
Scendono Amplifon -1,86%, Campari -1,84%, Ferrari -1,02%.