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Borsa ultime notizie: occhi sulla Fed, Kering affonda il lusso, corre Terna. Lagarde: possibile taglio tassi a giugno

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Banche centrali, lusso e piani industriali. Sono questi i tre driver della giornata sui mercati che per il momento adottano la strategia dell’attendismo. “Aspettiamo Powell e vediamo che succede”, è il sussurro che si sente nei palazzi della finanza. Alle 20 di stasera, ora italiana, la Fed emetterà il suo verdetto sui tassi d’interesse. Nessuno pensa che la banca centrale tocchi i tassi adesso, ma in molti sperano di ascoltare qualche possibile indicazione sulla politica monetaria che verrà nei prossimi mesi.

Nel frattempo, a parlare è Christine Lagarde. Alla conferenza “The Ecb and Its Watchers XXIV” a Francoforte la presidente della Bce ha confermato: “Entro giugno avremo a disposizione nuove proiezioni che confermeranno o meno la validità dell’andamento dell’inflazione da noi previsto a marzo. Se questi dati riveleranno un sufficiente grado di allineamento tra l’andamento dell’inflazione di fondo e le nostre proiezioni, e ipotizzando che la trasmissione rimanga forte, potremo passare alla fase di allentamento del nostro ciclo di politica monetaria e adottare una politica meno restrittiva”. Insomma, le possibilità che l’Eurotower si decida a tagliare i tassi a giugno ci sono eccome, ma Lagarde avverte:  “Le nostre decisioni dovranno continuare a fondarsi sui dati ed essere definite di volta in volta a ogni riunione, sulla scorta delle nuove informazioni disponibili. Ciò comporta che anche dopo il primo abbassamento dei tassi, non possiamo vincolarci a un determinato percorso di riduzione”. 

Borsa ultime notizie: Europa cauta, Parigi in rosso con il lusso 

In questo contesto, Piazza Affari prosegue poco sotto la parità (-0,15%), mantenendo però la soglia dei 34mila punti. Livello simile per Madrid, mentre sono più ispirate Francoforte e Amsterdam, entrambe in progresso dello 0,2%. Cede oltre mezzo punto percentuale Parigi, zavorrata dalle vendite sui colossi del lusso. Fuori dalla Ue, Londra perde lo 0,2% nonostante la frenata dell’inflazione in Gran Bretagna (+0,6% a febbraio e +3,4% annuo).

Kering lancia un warning sulle vendite di Gucci: il titolo affonda e zavorra il lusso

Tutto parte da Kering (-14,2%). Il gruppo ha avvertito che le vendite del primo trimestre di Gucci – che rappresenta la metà delle vendite del gruppo e due terzi degli utili -, sarebbero calate di circa il 20% a causa della situazione di debolezza in Asia. Di conseguenza le vendite su base comparabile dell’intero gruppo potrebbero calare del 10% su base annua nel primo trimestre. 

L’allarme lanciato da Kering “è un segnale piuttosto preoccupante per il settore del lusso”, commenta Citi in una nota inviata ai clienti, aggiungendo che gli analisti a questo punto dovrebbero ridurre del 15% le loro stime sull’utile operativo corrente e sull’utile netto per azione per l’esercizio di Kering. Gli esperti di Jp Morgan si dicono sorpresi perché l’annuncio di Kering contraddice le dichiarazioni fatte dal gruppo in occasione della pubblicazione, il mese scorso, dei risultati del quarto trimestre, secondo cui lo slancio commerciale di Gucci nell’Asia-Pacifico era visto in miglioramento. Da Gucci “la transizione richiederà tempo”, prevedono a JPMorgan. Gli analisti di Equita evidenziano le “indicazioni caute” sul primo trimestre, in particolare per Gucci e tagliano la stima di fatturato del 2% e dell’utile netto del 6%, ovvero il 7% sotto il consensus.

La vicenda Kering sta avendo ripercussioni su tutti i titoli del settore. A Parigi Lvmh cede il 2%, Hermes lo 0,7%. A Zurigo Richemont è in rosso del 2,9%, a Londra Burberry segna -3,3% dopo aver lanciato a sua volta un profit warning su gennaio. Non fanno eccezione i titoli del lusso italiani, che però col passare delle ore provano a limitare i danni: Moncler (-0,85%), Salvatore Ferragamo (-1,8%), Brunello Cucinelli (-0,28%)

A Piazza Affari vola Terna, in rosso Poste Italiane

Reazioni opposte ai piani industriali di Terna e Poste. Il titolo della società guidata da Giuseppina Di Foggia ha annunciato ricavi, utile netto, investimenti e dividendi in crescita nell’arco di piano, ricevendo anche l’upgrade di Equita che ha migliorato la raccomandazione (a Buy) e il target price (a 8,8 euro per azione, +5%). Il piano strategico presentato questa mattina da Poste Italiane ha invece ricevuto un’accoglienza piuttosto tiepida. Al 2028 sono previsti ricavi a 13,5 miliardi,  in crescita di circa il 3%, risultato operativa 3,2 miliardi (+4%). L’utile netto è stimato a 2,3 miliardi nel 2028, in crescita di circa il 4% (cagr 2023-28). Secondo Equita il piano si caratterizza per target finanziari “su ebit/net income complessivamente in linea o leggermente inferiori alle nostre attese, mentre migliori sul fronte della remunerazione”. Gli analisti di Intermonte fanno notare come, al contrario del passato, sempre sul fronte della remunerazione degli analisti non è stata indicata una guidance anno per anno in termini di Dps” Per Banca Akros invece le aspettative sull’utile netto sono “leggermente inferiori” alle attese. 

Le prese di beneficio colpiscono le banche, dopo i forti rialzi delle ultime sedute: Pop Sondrio (-2,3%), Mps (-1,3%), Intesa Sanpaolo (-0,8%), Mediobanca (-0,56%). 

Tra i titoli migliori figura invece Prysmian (+1,81%), rimbalza Nexi (+1%). Enel e Snam guadagnano entrambe lo 0,69%.

Istat: a gennaio cala la produzione industriale

A gennaio 2024 l’Istat stima che l’indice della produzione industriale è diminuito dell’1,2% rispetto a dicembre e del 3,4% rispetto a un anno prima. L’indice torna dunque ai livelli di novembre 2023, con diminuzioni mensili estese a tutti i principali comparti, ad eccezione dell’energia.Il quadro è negativo anche su base trimestrale. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, si osserva una caduta in 13 settori su 16. Nei raggruppamenti principali d’industrie è molto ampia la flessione per i beni di consumo e strumentali, mentre si assiste ad una lievissima crescita per l’energia.

Risale lo spread, boom di ordini per il Btp decennale

Parabola ascendente per lo spread, che risale a 127 punti rispetto ai minimi di 122 punti base toccati la settimana scorsa. Scende al 3,68% il rendimento del decennale italiano dal 3,70% di martedì. 

Sul fronte titoli di stato è da mettere in luce l’ottimo risultato del Btp decennale indicizzato all’inflazione, con la domanda che ha superato di oltre otto volte l’offerta, toccando i 41 miliardi di euro

Gli altri mercati

L’euro si muove in area 1,083 sul dollaro, mentre scende ancora il prezzo del petrolio. dopo aver toccato massimi da diversi mesi nella seduta precedente, con gli investitori che si preparano all’annuncio di questa sera della Federal Reserve sui tassi d’interesse. I futures sul Brent di maggio calano dell’1,04% a 86,47 dollari al barile. Il contratto Wti di maggio, più attivo, è a 81,84 dollari al barile, in calo dell’1,08%. Scende anche il prezzo del gas naturale, intorno ai 28 euro al megawattora.

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