L’incertezza sul debito Usa e sulle prossime mosse di Fed e Bce pesano sui listini continentali che proseguono sulla strada della debolezza nonostante la performance brillante del settore Hi-Tech. Archiviati i tentativi di rimbalzo visti in avvio, a metà mattinata le Borse continentali viaggiano in rosso, con Piazza Affari che cede lo -0,6% zavorrata dalle banche e da Telecom Italia.
Deboli le altre piazze: Madrid (-0,68%), Francoforte (-0,37%). A Parigi (-0,19%) va in scena la debacle di Casino che alla ripresa della quotazione dopo tre giorni di sospensione cede l’8,6% del suo valore con il mercato che reagisce all’avvio di una procedura di conciliazione con i creditori e all’accordo per la cessione di un centinaio di punti vendita in Francia. È poco sotto la parità (-0,1%) Londra, mentre Amsterdam riesce a salvarsi (+0,28%).
I dati macro di oggi
Dopo gli attesi dati su Pil e inflazione Usa, entrambi superiori alle attese, questa mattina in Gran Bretagna sono stati pubblicati i numeri relativi alle vendite al dettaglio, salite ad aprile dello 0,5% in volume rispetto a marzo. Su base annua la flessione è del 3%, in lieve calo rispetto al -3,9% registrato a marzo. Rispetto al livello pre-coronavirus (COVID-19) del febbraio 2020, le vendite totali al dettaglio sono aumentate del 16,5% in termini di valore, ma i volumi sono diminuiti dello 0,8%.
Dall’Istat sono arrivati invece i dati sulla fiducia dei consumatori. A maggio l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso da da 105,5 a 105,1, mentre quello composito del clima di fiducia delle imprese è passato da 110,4 a 108,7. Il clima economico è aumentato da 119 a 119,8 mentre quello personale, corrente e futuro sono diminuiti, rispettivamente, da 100,9 a 100,1, da 100,2 a 100,0 e da 113,3 a 112,6).
Patuelli ed Enria al Festival dell’Economia di Trento
Al Festival dell’Economia di Trento, il numero uno dell’Abi Antonio Patuelli ha risposto a distanza alla presidente della Bce, Christine Lagarde, che aveva auspicato un rialzo delle remunerazioni sui depositi da parte delle banche (alla luce dell’aumento dei tassi d’interesse di Francoforte). “Segnalo a Lagarde di essere più equanime: se invoca qualcosa, lo invochi per tutti non solo per alcuni. Gli interessi dei conti correnti bancari sono molto competitivi e più remunerativi di quelli postali. Non possiamo essere gli unici redarguiti”. Parlando poi della possibile introduzione di una tassa sugli extra profitti delle banche, Patuelli ha affermato: “Gli extra-profitti non esistono in dottrina, altrimenti esisterebbero anche le extra-perdite. Veniamo da un decennio di estrema difficoltà delle banche, in cui si sono trovate da sole ad affrontare i problemi. Siamo l’unico settore che, quando una banca va male, le altre anziché approfittarne sono chiamate alla solidarietà” e “se lo Stato non poteva aiutare le banche quando erano in difficoltà, non puo’ approfittare ora di un momento di ripresa”.
Infine, commentando l’attuale congiuntura economica internazionale il presidente dell’Abi si è detto preoccupato per l’impatto della recessione tedesca: “Temo che l’impatto sul Pil sia di rallentamento ulteriore, perché il Pil previsto nel 2023 è inferiore a quello dell’anno precedente e i previsori non tenevano conto del freno della locomotiva tedesca, con la quale l’Italia lavora con grandi esportazioni e la produzione di componentistica”.
A Trento è intervenuto anche il numero uno della Vigilanza Bce, Andrea Enria, secondo cui “lo stato di salute delle banche europee è buono, in termini di solidità patrimoniale, di liquidità e di redditività la situazione è molto buona”. Enria ha però avvertito: “È un periodo ancora di rischi elevati, con l’incremento dell’inflazione e la rapida uscita dai tassi di interesse negativi che pongono anche dei rischi ed è importante che anche le banche europee siano allerta”.
Rispondendo alla domanda di un risparmiatore che lo interpellava sui tassi infimi che le banche continuano ad offrire per remunerare la liquidità della clientela retail sui conti correnti, Enria ha detto: “Lei ha ragione: ci deve essere un momento in cui la concorrenza spinge i tassi verso l’alto e forse quel momento è arrivato. Non c’’è abbastanza concorrenza in Europa”.
Banche in rosso a Piazza Affari
A Milano scattano le vendite sul comparto bancario con l’indice di settore che perde oltre il 2%. La peggiore è Mps (3,25%), seguita da Banco Bpm (-2,64%), Intesa Sanpaolo (-2,36%), Bper Banca (-2,06%) e Unicredit (-1,64%).
In rosso anche Generali (-1,7%) all’indomani della trimestrale, mentre l’incertezza sul futuro continua a pesare su Telecom Italia. A metà giornata il titolo segna -1,38% a 0,2564 euro per azione, toccando i minimi da gennaio, mentre sale l’attesa per la nuova offerta che il prossimo 9 giugno si appresta a depositare il fondo Kkr, concorrente del duo Cdp-Macquarie. Il timore, però, è che siano rivisti alcuni dettagli tecnici della proposta, più che il corrispettivo economico, che secondo indiscrezioni si aggirava attorno a 19 miliardi di euro. Cifra giudicata troppo bassa dal socio Vivendi, che valuta la rete 31 miliardi di euro e che al limite, secondo indiscrezioni, sarebbe disposto a scendere a patti per un controvalore di 26 miliardi di euro, ma non di meno.
Passando alle buone notizie, il titolo migliore della giornata è Interpump (+0,78%), seguito da Cnh Industrial (+0,7%) e da Stmicroelectronics che si mette in scia all’ottima performance di Nvidia (+24,3% giovedì) e guadagna lo 0,68%. Positive anche Moncler, Hera e Terna, che segnano rialzi compresi tra +0,4% e +0,6%
Gas ai minimi da maggio 2021
Sull’obbligazionario, lo spread tra Btp e Bund viaggia in rialzo a 189 punti base (+2,4%), con il rendimento sul BTp decennale benchmark in rialzo al 4,39% dal 4,34% del riferimento precedente. Sul mercato valutario, è debole l’euro che viaggia a quota 1,0735 sul biglietto verde.
L’attenzione degli investitori si concentra però sul gas. A metà mattinata il prezzo del Gas Naturale TTF sul mercato Amsterdam è in forte calo a 25,3 Eur/Mwh, dopo aver toccato i minimi da maggio 2021. Da inizio anno il ribasso è del -67%. A contribuire sulla riduzione dei prezzi è soprattutto la debolezza dei consumi di privati e imprese, che continuano a bruciare meno gas dopo l’impennata dei prezzi scatenata dalla guerra in Ucraina. Pesa ancheil tasso di riempimento degli stoccaggi della Ue, già arrivato al 66% e che potrebbe salire al 100% già ad agosto, con largo anticipo rispetto all’avvio della stagione termica.