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Borsa ultime notizie: listini europei sugli scudi dopo la Bce. Petrolio e oro in rialzo, giù spread e rendimenti

Le Borse europee sono ormai convinte che sarà la Bce ad inaugurare la stagione dei tagli. A Milano rimbalzano le banche, corrono Amplifon e Saipem

Borsa ultime notizie: listini europei sugli scudi dopo la Bce. Petrolio e oro in rialzo, giù spread e rendimenti

Le Borse europee rimbalzano nell’ultima seduta della settimana ormai convinte del fatto che sarà la Bce a fare da apripista al taglio dei tassi. Lagarde, del resto, lo ha detto chiaramente: “Non dipendiamo dalla Fed”. E dunque anche se la banca centrale Usa deciderà di spostare in avanti l’allentamento della politica monetaria, l’Eurotower andrà avanti per la sua strada, intervenendo sul costo del denaro già nel mese di giugno (dati permettendo). 

Borsa ultime notizie: l’Europa rimbalza dopo la Bce 

In questo contesto Piazza Affari procede tonica insieme alle altre Borse europee dopo il calo di ieri innescato dalla debolezza delle banche dovuta proprio alle aspettative di un taglio dei tassi Bce a giugno. A metà giornata il Ftse Mib sale dell’1,17% a 34.108 punti, registrando una delle migliori performance del vecchio continente. Salgono dello 0,95% Parigi e Amsterdam, mentre Francoforte avanza dello 1,1%. Leggermente più arretrata Madrid (+0,57%), mentre fuori dall’Ue è sugli scudi Londra (+1,25%) nonostante il rallentamento del Pil del Regno Unito. 

Sull’azionario è da segnalare la nuova corsa di Société Générale (+4%) alla Borsa di Parigi dopo un’operazione di disinvestimento. La banca francese ha annunciato la cessione di due filiali in Marocco per 745 milioni, all’indomani dell’annuncio dell’accordo per la vendita della Sgef. A Francoforte crolla invece Varta (-29,3%). Il produttore tedesco di batterie ha comunicato che aggiornerà il piano di riassetto, in quanto non è sufficiente rispetto agli obiettivi. Thyssenkrupp è in rialzo del 2,7%: l’azienda ha reso noti i dettagli di un programma di ristrutturazione per la divisione siderurgica, con misure che prevedono tagli ai posti di lavoro non ancora quantificabili.

Pioggia di dati macro, comincia la stagione delle trimestrali Usa

Comincia oggi la stagione delle trimestrali statunitensi. Ad aprire le danze saranno come da tradizione le grandi banche. Nel primo pomeriggio sono infatti attesi i conti di Jp Morgan Chase, Citigroup e Wells Fargo. 

Nel frattempo in Europa è arrivata una pioggia di dati macro. Si parte dall’Italia, dove a gennaio, stima l’Istat, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, registra un calo congiunturale sia in valore (-3,1%) sia in volume (-2,6%). Si osserva, invece, un incremento congiunturale per il settore dei servizi sia in valore (+1,6%) sia in volume (+1,7%). Su base tendenziale, a gennaio 2024, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, mostra una flessione sia in valore (-3,6%) sia in volume (-1,8%). I giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2023. Nei servizi, invece, si registrano incrementi tendenziali del 3,6% in valore e del 3,8% in volume.

Dal Regno Unito arrivano invece i dati sul Pil che a febbraio è aumentato dello 0,1% su base mensile, rallentando leggermente rispetto alla crescita dello 0,3% registrata un mese prima, come hanno mostrato i dati dell’Ufficio per le statistiche nazionali. In Germania l’inflazione armonizzata di marzo è cresciuta dello 0,6% mese su mese, mentre il dato risulta in aumento del 2,3% anno su anno. In Spagna invece, secondo i dati finali dell’Istituto nazionale di statistica (Ine) l’inflazione è salita al 3,3% nei 12 mesi a marzo dal 2,9% del periodo fino a febbraio. Il dato è superiore alle attese. 

E rimanendo sui prezzi al consumo, i previsori della Bce hanno lasciato invariate le prospettive di inflazione dell’Eurozona per l’anno in corso e i successivi. Secondo la Survey of professional forecasters (Spf) per il secondo trimestre, infatti, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo è visto al 2,4% nel 2024 e al 2% sia nel 2025 che nel 2026. Nessun cambiamento anche nelle stime sull’inflazione “core”, che esclude cibo ed energia, né nelle aspettative più a lungo termine, invariate al 2%.

A Piazza Affari scatta Amplifon, rimbalzano le banche

Scatto di Amplifon a Piazza Affari con il titolo che torna a salire (+3,5%) dopo lo scivolone di due giorni fa a causa dell’indagine Antitrust Ue sugli apparecchi acustici. Oggi a dare impulso agli scambi ci pensano gli analisti che si aspettano una partenza d’anno “coerente” con le guidance quindi la conferma di “un solido trend”. Equita ha alzato il target price a 33 euro (da 29 euro). Intermonte si aspetta un fatturato di gruppo a 566 milioni, in crescita del 4,7% (di cui 5,1% organico) e un Ebitda adj a 133 mln (+7% con un margine del 23.4%) con un progresso piu’ marcato in Emea e in misura inferiore nelle altre regioni. 

Sugli scudi (+3,5%) anche Saipem, mentre tra le utility si mettono in luce A2a ed Enel, entrambe a +2,7%, Snam (+2,22%) e Terna (+2%). Leonardo continua ad avanzare in scia alle tensioni geopolitiche (+2,6%).

Rimbalzano le banche dopo le perdite della vigilia. L’indice di settore sale dell’1,4%, trainato da Pop Sondrio (+2%), Unicredit (+2%) e Intesa Sanpaolo (+1,75%). 

Solo quattro le blue chip in ribasso: Interpump (-1,75%), Iveco (-1,49%) Stellantis (-0.97%) e Diasorin (-0,09%). 

Petrolio in rialzo, l’oro continua la corsa

Salgono i prezzi del petrolio rimbalzano sulla scia dell’inasprimento delle tensioni in Medio Oriente che aumenta il rischio di interruzioni delle forniture dalla regione, anche se il mercato è indirizzato a chiudere la settimana in rosso sulle aspettative di un minor numero di tagli dei tassi di interesse statunitensi quest’anno. Alle 12.30 i futures sul Brent salgono dello 0,7%, a 90,4 dollari il barile, mentre i futures sul Wti avanzano dell’1%, a 85,88 dollari. I benchmark hanno ridotto il rialzo dopo che l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha tagliato le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2024 e ha previsto un ulteriore rallentamento nel 2025.

Tra le materie prime non si ferma la corsa dell‘oro, che oggi ha raggiunto un nuovo record storico oltre i 2.400 dollari sia sul pronti che sui mercati a termine. Il prezzo spot dell’oro ha raggiunto un picco di 2.400,59 dollari l’oncia, per poi assestarsi poco sotto questo massimo a 2.395,87 dollari/oncia. Il contratto future per consegna giugno è balzato a 2.412,95 dollari l’oncia, rispetto ad un massimo di 1.428,05 dollari, proseguendo la performance ampiamente positiva tracciata da inizio anno che evidenzia un +16%.

Spread e rendimenti in forte calo 

Cala lo spread tra BTp e Bund, dopo che l’annuncio della Bce di giovedì aveva fatto salire i rendimenti. A metà giornata il differenziale tra decennale italiano e tedesco si attesta a 135 punti base, quattro in meno della chiusura di giovedì. In forte ribasso anche il rendimento del BTp decennale benchmark che scende al 3,75% dal 3,86% della vigilia.

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