Borse europee positive a metà seduta. Nell’ultima sessione settimanale, i listini europei hanno attraversato un periodo di oscillazioni, influenzate dalla delusione per il mancato annuncio di un taglio del costo del denaro nel 2024 da parte della Bce, a differenza della Fed che ne prevede addirittura tre. Malgrado ciò, i listini del Vecchio Continente hanno cercato di chiudere in territorio positivo: Milano (+0,51%), Parigi (+0,56%), Francoforte (+0,32%) e Madrid (+0,30%). La peggiora d’Europa è Londra che cede lo 0,51%.
Le decisioni delle banche centrali continuano a essere al centro dell’attenzione, con i dati macroeconomici a guidare le scelte. In particolare, l’attenzione è stata rivolta ai dati sull’inflazione in Francia (-0,2% mensile a novembre e +3,5% annuo) e Italia (-0,5% mensile a novembre e +0,7% annuo), oltre agli indici PMI dei servizi e manifatturiero nell’Eurozona, in Germania e in Francia. I dati provvisori dell’indagine indicano che il settore della manifattura resta stabile mentre prosegue il calo dei servizi. A dicembre, l’indice Hcob Pmi composito della produzione nell’eurozona, elaborato da S&P Global, è sceso a 47 punti rispetto ai 47,6 di novembre.
L’inflazione cala ma il debito tocca un nuovo record
A novembre 2023, l’inflazione in Italia registra una diminuzione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua, da +1,7% nel mese precedente (la stima tendenziale preliminare era +0,8%). Questo calo è guidato dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici e dalla decelerazione dei prezzi di alcuni servizi e degli alimentari lavorati. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici, è del +3,6%.
Mentre l’inflazione cala, il debito italiano tocca un nuovo record ad ottobre. Il valore assoluto del debito pubblico a ottobre è salito di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente pari a 2.867,7 miliardi. È quanto emerge nel supplemento statistico “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” di Banca d’Italia. Questo incremento è dovuto principalmente all’aumento delle risorse finanziarie disponibili per il Tesoro, al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e ad altri fattori come gli scarti e i premi legati alle emissioni di titoli, la rivalutazione di titoli indicizzati all’inflazione e le variazioni dei tassi di cambio.
A Piazza Affari brilla Tim, tonfo di Diasorin e Campari
A Piazza Affari scatta al rialzo Telecom Italia (+5,75%) ora che c’è la certezza che la vendita di Netco a Kkr proseguirà. Vivendi ha presentato un ricorso presso il tribunale di Milano contro la vendita della rete, ma nell’azione legale, secondo quanto si apprende, non c’è la richiesta di una sospensiva. Molto bene anche Stmicroelectronics che ha registrato un aumento del 2,78%, supportata dall’upgrade di Ubs che ha alzato la valutazione da neutral a buy e rivisto l’obiettivo di prezzo da 52 a 54 euro per azione. Maglia nera invece a Diasorin che cede oltre il 4%, % in attesa della presentazione del piano strategico a mercati chiusi. Anche Campari è in calo (-2,17%), un giorno dopo l’avvio di trattative esclusive per acquisire Courvoisier, storico produttore di cognac premium.
In termini di performance, Stellantis, Iveco Group e Cnh Industrial viaggiano in territorio positivo, con incrementi del 2,58%, 2,64%, e 0,70% rispettivamente.
Nel complesso, il settore bancario registra un forte ribasso con Bper Banca, Bpm e Unicredit che hanno segnato decrementi del 2,17%, 2,08%, e 0,18% rispettivamente. Bpm ha inoltre annunciato la completa acquisizione di Vera Vita e Vera Financial da Generali Italia.
L’euro si rafforza; il petrolio sale e il gas scende
Il mercato valutario ha visto un dollaro debole, con l’euro che ha toccato la soglia di 1,1 dollari. Il petrolio ha registrato un aumento, con il Wti a 71,91 dollari al barile e il Brent a 76,84. Mentre è in forte calo il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam, pari a 33,56 euro/megawattora.
Il giorno delle streghe
Nella giornata delle “tre streghe”, il terzo venerdì dell’ultimo mese di ogni trimestre naturale che segna la scadenza di obbligazioni, future e opzioni, lo Stoxx 600, l’indice dell’area europea, registra un incremento di oltre un quarto di punto, trainato in particolare dal settore dell’energia.
Infine, lo spread è stabile a 167 punti, con il rendimento decennale benchmark al 3,72% e il Bund decennale a +2,04%.