Il balzo dell’inflazione italiana ha gelato Piazza Affari, interrompendo il ciclo positivo di quattro sedute al rialzo. L’indice azionario, già negativo, è scivolato sotto dell’1,4% dopo l’aumento record dei prezzi: +11,9% ad ottobre, ai massimi dal marzo 1984, al traino dei prezzi energetici (bollette +25%) ma anche del carrello della spesa, salito del 12,7% ai livelli del 1983. Poi l’indice ha ridimensionato il ribasso sotto l’1%. In rosso anche gli altri listini del Vecchio Continente, frenati da alcune trimestrali tra cui Volkswagen (-2,9%), a fronte di utili e vendite in calo ed Air France (-10.5%). L’economia tedesca è cresciuta inaspettatamente nel terzo trimestre. Il PIL è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.
A Milano Stm lascia sul terreno un altro 5,8% dopo i conti non brillanti di Apple: Intermonte ha deciso di aumentare il target price a 44 euro. In forte calo anche Nexi-4,5% cui non giova di sicuro la decisione del governo di allargare l’uso del contante a danno di sistemi di pagamento più evoluti e trasparenti.
Per i Btp settimana record, spread oggi in lieve rialzo
Anche il BTP decennale ha accusato il colpo schizzando al 4,19% da 3,98% di ieri sera. Il bilancio della settimana resta comunque ampiamente positivo, il future è cresciuto del 5,8%. Lo spread sul Bund decennale, protagonista della miglior settimana dal 2011, è sceso ieri a un passo dai 200 punti base. Oggi risale ma di poco a 204 punti base: solo due settimane fa era pari a 250 punti. Occorre risalire al “whatever it takes” di Mario Draghi (luglio 2012) per ritrovare una settimana altrettanto positiva per i Btp.
C’è da chiedersi se la reazione positiva all’aumento dei tassi da parte della Bce possa reggere all’urto dell’inflazione di casa nostra. Per ora resiste una visione parzialmente ottimista: “I futuri aumenti dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea non saranno necessariamente aumenti “giganteschi”, ha affermato Francois Villeroy de Galhau, membro del consiglio direttivo della Bce e governatore della Banca di Francia, ospite di un evento sul portale finanziario Boursorama. A mercati chiusi l’agenzia Dbrs si pronuncerà sulla revisione del rating, ira BBB (high) con outlook stabile.
Deludono le trimestrali tech negli Usa, lo show di Musk
In attesa dei dati macro sull’inflazione Usa, i risultati del trimestre di Apple e di Amazon spingono il future del Nasdaq in ribasso dell’1,2%. Future sul Dow Jones-0,5%. A tener banco sono le prime mosse di Elon Musk dopo l’acquisto di Twitter. L’Unione Europea gli ha già fatto sapere che “le regole le fissiamo noi”. Il tycoon che ha già licenziato quattro top manager replica: “l’uccellino è libero”.
A Milano Eni in controtendenza, in rosso Tim
In Piazza Affari continua la corsa di Eni +2,85% che, tra l’altro, ha annunciato l’intenzione di emettere un bond “verde” rivolto al retail, quasi una novità per un gruppo petrolifero.
In forte rialzo anche Leonardo +1,6%, tra le poche blue chip in guadagno di oggi. La quotazione sale ai massimi da un mese. Da inizio anno il titolo guadagna il +28%, seconda miglior performance tra i 40 componenti del FTSEMIB, superata solo da quella di Tenaris (+70%).
In evidenza anche Hera +2,6%. Italgas +0,3% prevede di concludere l’acquisizione del 49% di Eda Thess da Eni “nelle prossime settimane”, ha detto l’AD Paolo Gallo nel corso della conference call con gli analisti sulla trimestrale.
In rosso Tim -1,65% a poche ore dal cda che dovrebbe dare il proprio via libera alla richiesta di CDP e Macquarie di posticipare il termine per raggiungere un accordo sulla vendita della rete dell’ex-monopolista. Il nuovo termine per un’offerta non vincolante è indicato al 30 novembre, con l’obiettivo di arrivare ad un accordo definitivo entro il primo trimestre.