Tornano i timori sulle banche e con essi le vendite sui titoli bancari. Se aggiungiamo anche l’attesa per le prossime decisioni di Fed e Bce, in programma per la prossima settimana, il rosso è servito. Nel giorno della Festa della liberazione sul Ftse Mib (-0,83%) si salva solo Inwit (+0,97%). Il resto del listino si tinge di rosso intenso con tutti i principali big del credito in cima alla classifica dei titoli peggiori della giornata: Unicredit (-3%), Bper (-2,7%), Banco Bpm (-2,47%) Mps (-2%), FinecoBank (-1,9%), Intesa Sanpaolo (-1,7%).
In questo frangente lo spread si muove in rialzo a 188 punti base (+1%), mentre il rendimento del BTp decennale è intorno al 4,33% dal 4,36% della vigilia.
Le ultime notizie sulle Borse europee: in rosso Santander e Ubs
Non va meglio sulle altre piazze europee, con Madrid che indossa la maglia nera della giornata (-1,25%) zavorrato dal crollo di Banco Santander (-4,25%). Il gruppo bancario spagnolo Santander questa mattina ha pubblicato i conti del primo trimestre, chiuso un utile netto quasi piatto. La crescita è solo dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2022 a 2,57 miliardi di euro grazie a maggiori proventi sul mercato europeo che hanno compensato una performance più debole in Brasile e negli Stati Uniti. Il risultato, ha comunicato la banca, è stato conseguito nonostante un impatto negativo di 224 milioni di euro legato alla nuova tassa introdotta in Spagna sulle attività bancarie. Escludendo l’effetto dell’imposta, l’utile è cresciuto del 10% su base annua nel trimestre.
Cede lo 0,6% Parigi, mentre Francoforte viaggia poco sotto la parità (-0,1%). Sale invece dello 0,2% Zurigo nonostante il -2,6% segnato da Ubs. La prima banca svizzera ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 1,03 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 2,14 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente.I ricavi sono scesi del 6,8% a 8,74 miliardi di dollari. Nella nota Ubs ha affermato che la performance dei primi tre mesi del 2023 è’ stata determinata dagli effetti negativi dei contenziosi legali aperti: effetti che sono stati in parte compensati dall’afflusso di nuovi capitali netti nella sua attività di gestione patrimoniale globale legato all’acquisizione di Credit Suisse. Il ceo di Ubs Sergio Ermotti, ha invitato gli investitori a pazientare sull’acquisizione di Credit Suisse, ma promette di chiarire la situazione relativa alle attività domestiche delle due banche svizzere “nei prossimi mesi”.
Future Usa negativi dopo la fuga da First Republic Bank
Se ad acuire i timori degli investitori europei contribuisce la fuga dai depositi di Credit Suisse, a nutrire le paure di quelli americani è la fuga di depositi registrata da First Republic Bank, crollata nel post-mercato a New York, che ha moltiplicato i dubbi sulla tenuta degli istituti statunitensi di media dimensioni. Ma a rendere teso il clima è anche il ritorno delle tensioni Usa-Cina sul fronte degli investimenti tecnologici, con la ripresa economica post-Covid di Pechino che procede a singhiozzo. In questo contesto sono negativi i future di Wall Street, in attesa delle trimestrali delle big tech statunitensi che potrebbero invertire la tendenza. Oggi a pubblicare i loro conti saranno in particolare Microsoft e Amazon
A Piazza Affari Tim scende ancora
Secondo Il Sole 24 Ore Unicredit dovrebbe ricevere a giorni l’autorizzazione della Bce al richiamo del bond AT1 da 1,25 miliardi di euro con reset date a giugno 2023. “Già nelle scorse settimane, nonostante la vicenda Credit Suisse e l’azzeramento di 16 miliardi di AT1, erano emerse indiscrezioni circa la volontà di Unicredit di agire in modo market friendly richiamando lo strumento, considerando anche l’ampia dotazione di capitale della banca” scrivono gli esperti di Equita. Rimane invece da verificare se l’istituto “provvederà con la sostituzione dell’AT1 con uno strumento di nuova emissione'” aggiungono. Anche gli analisti di Intermonte sottolineano come ci sia “ancora un po’ di tensione’ su questi strumenti dopo il caso di Credit Suisse ma per UniCredit “non si palesano problemi di rimborso”.
La tensione con i francesi di Vivendi continua a pesare sul titolo Telecom Italia, che oggi cede un ulteriore 1,96% e scende a 0,2607 euro per azione. Male anche Iveco (-2,32%) e Leonardo (-2,16%).
La Bce prepara nuovi rialzi
“L’economia dell’eurozona è riuscita a evitare una caduta in recessione come sembrava inevitabile lo scorso autunno”. Lo ha detto il capo-economista della Bce Philip Lane in un’intervista a Le Monde. Lane ha sottolineato come lo scenario rimanga caratterizzato da grande incertezza con “molte domande sullo stato dell’economia mondiale, sulla guerra della Russia contro l’Ucraina e sull’impatto della stretta monetaria”. “È importante ricordare la portata delle sfide che l’Europa e l’economia mondiale devono affrontare – ha aggiunto. “ Le banche centrali di tutto il mondo hanno alzato i tassi di interesse, il che è stato necessario, ma c’è molta incertezza sull’impatto di questa politica, se provocherà un atterraggio morbido per l’economia mondiale o causerà un rischio al ribasso per prestazione economica”, ha affermato Lane, che ha respinto la definizione di economia stagnante. “Non stagnante – ha detto – ma, rispetto a quanto ci aspettavamo prima della pandemia e prima della guerra russa contro l’Ucraina, l’economia europea e’ attualmente su un percorso molto piu’ modesto”. L’economista ha infine anticipato: “Per la nostra prossima riunione del Consiglio direttivo del 4 maggio, i dati attuali indicano che dovremmo alzare nuovamente i tassi. Non è ancora il momento giusto per fermarsi. Oltre a ciò, non ho una sfera di cristallo; dipenderà dai dati economici. Ma l’analisi suggerisce che sarebbe inopportuno lasciare il nostro tasso sui depositi all’attuale livello del 3%“.
Sulla questione tassi si è espressa in mattinata anche Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo Bce, che in un’intervista al Politico ha affermato: “Le decisioni di politica monetaria dipendono dall’andamento dei dati e questo significa che un nuovo rialzo di 50 punti base a maggio non è escluso”.
L’euro guadagna terreno, gas ancora sotto i 40 euro
Sul mercato valutario, l’euro sale a quota 1,1048 dollari dai 1,1022 di ieri in chiusura, mentre tra le materie prime, il gas naturale resta sotto i 40 euro al MWh e vale 39,3 euro nel contratto maggio sul Ttf di Amsterdam. Piatto il petrolio.