Le Borse europee stanno attraversando una giornata nera, con Milano in prima linea per il pessimismo. Il Ftse Mib sta perdendo oltre l’1,5% avvicinandosi pericolosamente ai 32mila punti. In rosso anche gli altri principali indici europei: Parigi, nonostante un rimbalzo della produzione industriale (+0,8% a giugno) perde lo 0,8%, Francoforte l’1,59%, seguono Madrid (-0,77%) e Londra (-0,44%). Questa debacle europea segue una giornata negativa a Wall Street, che ha chiuso in rosso e alimentato l’instabilità globale. La domanda è: si tratta di un calo fisiologico “agostano” o indicativo di un cambiamento generale nell’andamento dei mercati finanziari?
Borsa ultime notizie: ecco le cause dei ribassi
Le preoccupazioni che gravano sui mercati sono diversi. Tra i principali fattori: la paura di una recessione negli Stati Uniti, le incertezze sui tassi d’interesse e le tensioni geopolitiche in Medio Oriente. A Wall Street, i future arretrano mentre i mercati s’interrogano sulle prossime mosse della Federal Reserve, temendo che le banche centrali possano essere troppo caute nel tagliare i tassi per paura di un ritorno dell’inflazione. Oggi, l’attenzione è rivolta ai dati sui salari e sulla disoccupazione negli Stati Uniti, indicatori chiave per valutare lo stato di salute dell’economia americana.
Le trimestrali delle grandi aziende hanno intensificato il pessimismo. Amazon ha pubblicato risultati deludenti e una guidance poco incoraggiante per il trimestre in corso, mentre Apple ha annunciato un terzo trimestre in crescita e da record, ma il calo delle vendite in Cina ha “rovinato” l’entusiasmo. La peggiore è Intel che ha riportato una perdita di 1,61 miliardi di dollari nel secondo trimestre e ha annunciato una maxi piano di ristrutturazione. Il titolo Intel ha subito un pesante calo di oltre il 20% nel dopoborsa a Wall Street, trascinando con sé tutto il settore.
L’umore nero di Wall Street ha contagiato anche i mercati asiatici. La Borsa di Tokyo ha chiuso con un pesante calo del 5,81%, il secondo più grave della sua storia, a causa delle preoccupazioni per l’economia americana e dell’aumento dello yen dopo l’intervento della Banca del Giappone sui tassi d’interesse.
Istat: i dati su produzione industriale e commercio al dettaglio giugno
A giugno, la produzione industriale è aumentata dello 0,5% rispetto a maggio, ma nel secondo trimestre è scesa dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Rispetto a un anno fa, la produzione è calata del 2,6% a causa di meno giorni lavorativi, con una diminuzione maggiore per l’indice grezzo (-5,6%). Per quanto riguarda le vendite al dettaglio, c’è stata una lieve diminuzione sia in valore che in volume (-0,2%) a giugno. Anche se nel secondo trimestre c’è stato un piccolo aumento delle vendite in valore (+0,1%), il volume è sceso dello 0,1%. Rispetto all’anno scorso, le vendite sono diminuite dell’1% in valore e dell’1,8% in volume, con un leggero aumento per i beni alimentari e un calo per quelli non alimentari.
Piazza Affari, banche in rosso: ritorna l’incubo della tassa sugli extraprofitti
In Piazza Affari, il clima è particolarmente negativo. Azimut crolla oltre il 4% dopo la trimestrale, finendo in fondo al listino, mentre STMicroelectronics perde il 3,55% a causa del crollo di Intel. Il settore bancario, già sotto pressione, non fa eccezione: Banca Mps guida i ribassi con una perdita del 3,38%, seguita da Intesa Sanpaolo, Bper, Banco Bpm e Popolare di Sondrio, tutte con perdite superiori al 2%. Il nervosismo è alimentato dalla proposta del “Contributo di solidarietà”, una nuova tassa sugli extraprofitti delle banche che la premier Giorgia Meloni sta considerando. Questa misura, destinata a sostituire la norma precedente che prevedeva l’accantonamento a riserva degli utili extra da parte delle banche, ha suscitato forti preoccupazioni nel settore. Si ipotizza anche che la tassa possa essere estesa a società energetiche e assicurazioni, alimentando ulteriori tensioni.
Tra le azioni energetiche, Enel e Eni scendono rispettivamente dell’1,35% e dell’1,04%. Tra gli industriali, Iveco cede il 3,42%, Stellantis il 3,08% e Leonardo il 2,92%. Le uniche eccezioni sono Pirelli (+0,14%) e Ferrari (+0,08%), sostenute da risultati trimestrali positivi. In cima al Ftse Mib, le utilities come Italgas, Snam e Terna brillano. Più cauta Erg in attesa dei prossimi conti trimestrali.
Al di fuori del listino principali in forte calo ci sono Ferretti e Fincantieri, dopo la nomina di Biagio Mazzotta quale presidente del Cda.
Gli altri mercati
Lo spread tra BTp e Bund è in aumento, raggiungendo i 148 punti base rispetto ai 142 della vigilia. Il rendimento del BTp decennale è leggermente salito (3,65%). Sul fronte valutario, l’euro è risalito poco sopra 1,08 dollari, sulla scommessa che il dato in uscita venerdì sul mercato del lavoro Usa costringerà la Fed a essere più incisiva nel taglio dei tassi. Il petrolio è in rialzo: il Brent guadagna lo 0,25% ma rimane sotto gli 80 dollari al barile e il Wti di settembre sale dello 0,59% a 76,76 dollari, mentre il gas ha visto una discesa a 36,48 euro per megawattora (-1,31%).