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Borsa, tutta l’Europa in rosso tranne Milano: risorge il lusso, Intesa ok

FIRSTonline

Seduta negativa per le Borse preoccupate dallo spettro deflazione in Europa e dal tapering della Fed. Milano però sul finale si porta in parità +0,03% mentre Parigi -0,34%, Londra -0,43%, Francoforte -0,7%. Wall Street viaggia in deciso calo con il Dow Jones che cede lo 0,74%, l’S&P 500 lo 0,59% e il Nasdaq lo 0,6% e si avvia a chiudere il primo mese con un bilancio negativo dallo scorso agosto. Nonostante alcuni buoni dati macro, le trimestrali non brillanti di Amazon, Wal-Mart non aiutano il sentiment dei mercati. In controtendenza Google che cresce con la pubblicità.

Pesa anche il caos valutario degli emergenti. In netto calo le valute di Turchia alla Corea del Sud ma anche il rublo che ha toccato i minimi storici nei confronti del paniere dollaro/euro della banca centrale. Nel corso del mese di gennaio, l’indice Msci emerging markets è caduto del 7,2 per cento, un avvio così non si registrava dal 2008.

Con l’uscita dall’azionario, vanno in rally i T-bond. Negli Usa sono stati pubblicati i dati sui consumi e sui redditi. Le spese personali dei consumatori negli Stati Uniti a dicembre sono aumentate dello 0,4% mensile grazie agli acquisti effettuati nel periodo natalizio mentre i redditi sono rimasti invariati. Le attese erano per un aumento inferiore delle spese (+0,2%) e leggermente superiore dei redditi (+0,1%). La fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan in gennaio è scesa a 81,2 punti dagli 82,5 del mese precedente, leggermente meglio delle stime.L’indice Ism Pmi di Chicago a gennaio è sceso a 59,6 punti dai precedenti 60,8 punti di dicembre, segnando un risultato sopra le attese. In particolare, l’indice sui nuovi ordini è balzato a 64,6 punti dai precedenti 43,9 punti.

In mattinata in Europa sono stati diffusi i dati sull’inflazione per l’Eurozona che hanno registrato a gennaio un calo inatteso dello 0,7%, secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat, dopo che a dicembre aveva già segnato un rallentamento allo 0,8 per cento. Gli analisti avevano invece stimato un leggero recupero dell’inflazione allo 0,9 per cento. Il dato mette ulteriormente pressione sulla Bce e alimenta i timori sui rischi di deflazione. La disoccupazione rimane al centro delle emergenze per la ripresa. Nell’Eurozona la disoccupazione è risultata stabile al 12%, lo stesso livello dei due mesi precedenti e contro l’11,9% del dicembre 2012. In Italia si è registrato un calo della percentuale di disoccupati, al 12,7% (-0,1% su novembre) ma in un solo anno l’Italia ha perso 100mila giovani occupati. L’euro chiude in ribasso a 1,3501 dollari(1,3553 ieri) e 138,01 yen (138,93). Il petrolio Wti cede lo 0,33% a 97,91 dollari al barile.

A Piazza Affari lo spread si attesta a 214 punti base, le banche tengono in territorio positivo . Mps +0,7%, Unicredit +0,18%. Banco Popolare +0,39%. il presidente Carlo Fratta Pasini e l’amministratore delegato Pier Francesco Saviotti in una lettera inviata a soci e clienti hanno annunciato che con l’aumento di capitale il Banco Popolare si prepara anche ad “approfittare delle opportunità che potessero derivare da eventuali operazioni di riassetto o integrazione nell’ambito del mercato bancario”. In evidenza Intesa +2,6%, secondo miglior titolo del Ftse Mib. In controtendenza Bpm -0,20%, Ubi Banca -0,64%. Banca Profilo +8,2%, che ha annunciato il nuovo piano industriale.

Bene il lusso con Ferragamo che vola dopo i conti +4,3%, Yoox +0,93%. Tra i migliori titoli anche Mediaset +0,9% e Buzzi Unicem +0,8%. Su telecom Italia -0,8% si spegne la speculazione legata a un possivbile interesse di Naguib Sawiris. Sempre in volo la galassia Cabassi: Bastogi +19,64%, Brioschi +12,62%. Vendite su Finmeccanica -1,9%, peggior titolo dle Ftse Mib, su Cnh -1,76% dopo i conti annunciati ieri, prese di beneficio su Azimut -1,2%.

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