In rosso le borse europee dopo il tracollo della produzione industriale tedesca, che a dicembre ha registrato il peggiore risultato degli ultimi dieci anni. Piazza Affari perde lo 0,18%, in linea con Parigi. Francoforte è sotto dello 0,5%, fa peggio Londra (-0,6%). Stamattina è emerso che la produzione industriale d’oltre Reno a dicembre è scesa del 3,5% sul mese precedente, è il calo più marcato dal gennaio 2009. Le aspettative erano per un ben più modesto -0,2%. Su base annua si registra un vero e proprio tracollo: -6,8%. Soltanto parzialmente stimato, visto che gli economisti si attendevano un calo del 3,7%.
Intanto S&P Global Ratings ha ridotto le sue stime sulla crescita economica in Cina quest’anno al 5% rispetto al 5,7%, citando l’impatto dell’epidemia di coronavirus. L’agenzia di rating ha detto di prevedere una ripresa della crescita nel 2021, al 6,4%. Reuters scrive che il Pil cinese del primo trimestre potrebbe frenare a +2%, ma se il contagio dovesse fermarsi, il rimbalzo che seguirebbe potrebbe portare a una crescita annuale solo marginalmente più bassa di quella stimata fino a qualche mese fa.
L’euro tratta ai minimi da ottobre: gli operatori corrono sul dollaro in attesa del dato odierno sugli occupati mensili Usa non agricoli, da cui si attende la conferma che il mercato del lavoro è in buona salute.
Invece lo spread Btp/Bund si attesta a 134 punti base, con il rendimento del decennale italiano allo 0,95%, in attesa del giudizio di Fitch sul rating sovrano dell’Italia.
Il petrolio Brent è in rialzo dello 0,3%, a 55,1 dollari il barile, dal -0,6% di ieri. A meno di clamorosi recuperi nel corso delle prossime ore, la settimana dovrebbe chiudersi in ribasso: sarebbe la quinta con il segno meno. Ieri i consulenti ed i tecnici dell’Opec+ hanno raccomandato ai membri del cartello allargato una temporanea riduzione della produzione.
Saipem (-0,6%) ha annunciato di aver firmato contratti per lavori nel settore offshore aventi un controvalore di 500 milioni di dollari. Eni -0,1%.
Tra i bancari rallenta Unicredit (-0,55%) dopo il balzo di ieri. Morgan Stanley ha alzato il target price a 16,5 euro. Banco Bpm +1,6% dopo il +4% registrato ieri prima dei risultati resi noti a mercati chiusi, che vedono un ritorno all’utile di 797 milioni di euro, contro una perdita di 59 milioni nel 2018. In flessione anche Bper dopo i dati con una flessione dello 0,5%. Spunti, invece, per Mediobanca (+1,7%) sulla scia dei risultati del trimestre.
FinecoBank (+2%) ha registrato una raccolta a gennaio di 323 milioni, di buona qualità
Mps (+0,4%) rallenta dopo la conference call sui conti 2019. L’istituto senese ha chiuso il 2019 con una perdita di 1,033 miliardi di euro, a fronte dell’utile di 279 milioni realizzato lo scorso anno. Sul risultato, si legge in una nota, pesa la svalutazione per 1,2 miliardi di euro delle Dta (attività fiscali differite). L’utile netto operativo è stato di 323 milioni di euro, in crescita del 3,3%, mentre l’utile ante imposte è stato di 53 milioni a fronte di una perdita di 109 milioni nel 2018.
Nexi +1%. Il consiglio d’amministrazione di Sia ha deliberato di procedere con la quotazione, da portare a termine prima dell’estate.
Sempre volatile Atlantia, già in recupero sul finale di seduta ieri: oggi il titolo sale dell’1,3%, ma rimane in balia delle indiscrezioni sull’eventuale revoca delle concessioni autostradali. Citigroup ha alzato la raccomandazione a “buy” da “neutral” con un prezzo obiettivo portato a 25,8 euro da 22 euro precedente. Luciano Benetton ha licenziato Oliviero Toscani per i commenti sul ponte Morandi.
Tra le utility Enel (+1,3% a quota 8,24 euro) ha chiuso il quarto trimestre con 17,9 miliardi di euro di Ebitda ordinario, meglio delle aspettative degli analisti e delle indicazioni societarie. Debito netto a 45,2 miliardi di euro, contro i 45,9 miliardi stimati da Enel. Confermate le previsioni sul 2020.
A2A -1,2%: Goldman Sachs taglia il giudizio a Sell. Svetta con un balzo del 4,3% la controllata di Monza e Brianza Acsm-Agam.
Vendite su Fca, che cede il 2% nell’ambito di un settore auto comunque debole. Ferrari -0,2%, Brembo -2%. Si temono impatti del coronavirus sulla catena di produzione delle grandi case.
Leonardo +1%: Morgan Stanley alza il target price a 13,80 euro.
Sempre debole il lusso: Moncler-0,2%. Ferragamo -1%. Burberry ha comunicato stamattina di aver chiuso 24 dei suoi 64 negozi in Cina, gli altri sono aperti con un orario ridotto. Nel comunicato, l’amministratore delegato Marco Gobbetti avverte che l’epidemia sta colpendo in modo pesante la domanda di beni di Lusso.