L’Asia risale malgrado un Pil giapponese al di sotto delle attese. Ma Tokyo chiude con il segno meno a causa dei dati sul Pil giaponese, al di sotto delle aspettative.
Il rallentamento dell’economia cinese aveva influenzato le ultime sedute, ma le previsioni sulla seconda economia del mondo si sono rasserenate, nel senso che lo scalar di marcia si ferma a un tasso di crescita del 7%, e non al di sotto. Questa più sobria valutazione si è fatta strada nei mercati, che hanno messo da parte il malumore: il dollaro australiano, da sempre attento all’andamento del grande cliente cinese, si è ripreso dai minimi di una settimana fa, e così il prezzo del petrolio, altra grandezza sensibile all’assorbimento dei paesi voraci di materie prime (il WTI quota appena sopra i 106 e il Brent 108 $/b).
L’indice MSCI Asia Pacific sta salendo di circa lo 0,2%, dopo essere calato a seguito delle delusioni sul Pil giapponese del secondo trimestre: i dati comunicati questa mattina danno un tasso di crescita annualizzato del 2,4%, al di sotto delle attese degli analisti; ma i consumi privati crescono al 3,2%, come nel trimestre porecedente, e la cattiva performance degli investimenti produttivi potrà cambiare adesso che il governo fa pressione sulle imprese per aumentare le spese in conto capitale: le imprese giapponesi hanno una enorme liquidità disponibile, che attende solo di essere impiegata.
La Borsa di Shanghai è cresciuta dell’1,7%, e, ora che il malumore sta passando, potrebbe crescere ancora: fra le 10 maggiori borse del mondo è quella che ha il p/e più basso, intorno a 8,3. L’euro è poco variato, intorno a 1,333 e così lo yen (96,2 contro dollaro). L’oro si rialza ancora e quota 1329 $/oncia.
http://www.bloomberg.com/news/2013-08-12/asia-stocks-fall-as-yen-strengthens-after-japan-gdp-data.html