Il d-Day è arrivato. Le Borse sono chiamate stamane a giudicare la Grande Intesa scaturita dall’acquisto per un euro di buona parte delle attività di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. La decisione è stata presa ieri con una riunione lampo del consiglio dei ministri: venti minuti in tutto. “Una decisione importante, urgente e necessaria – ha commentato il ministro Pier Carlo Padoan – che ha evitato un fallimento disordinato”. L’importo complessivo delle risorse mobilitate è di 17 miliardi, anche se l’esborso immediato nei confronti di Intesa ammonta a 5,2 miliardi. Le cifre non impattano sui saldi di finanza pubblica, ha spiegato il ministro, “perché sono già incorporate nel decreto salva-banche”.
In sintesi, per garantire la riapertura degli sportelli stamane, si è proceduto alla cessione della parte sana degli istituti a Intesa, garantendo la piena tutela “di tutti i risparmiatori e dei creditori senior”. Il citato Decreto Legge prevede infatti misure di ristoro per i titolari di strumenti finanziari subordinati retail. I clienti, spiega una nota della popolare di Vicenza, “non subiscono alcuna conseguenza da questo passaggio: gli uffici e gli sportelli della banca saranno regolarmente aperti e pienamente funzionanti; tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, ma sotto la responsabilità di Intesa Sanpaolo”.
TRA I COMMISSARI ANCHE VIOLA
A stretto giro è arrivato il decreto del ministero dell’Economia per la liquidazione e la nomina dei commissari liquidatori da parte di Banca d’Italia nelle persone di Claudio Ferrario, Giustino Di Cecco e Fabrizio Viola. Il comitato di sorveglianza sarà composto da Maria Elisabetta Contino, Francesco De Santis e Raffaele Lener.
Quale sarà la reazione dei mercati? Trascurabile, anzi nullo, l’effetto sull’euro, in recupero stamane a 1,1194 sul dollaro. È prevedibile che gli operatori intendano premiare la determinazione con cui Carlo Messina ha condotto l’acquisizione low cost dei due istituti veneti. È destinata a calare nell’immediato anche la pressione sul settore bancario, da almeno due anni tallone d’Achille del sistema. Ma l’operazione, frutto di convulse trattative del governo su più tavoli (Bruxelles e Francoforte in testa), pur rappresentando un passaggio quasi obbligato, certifica la fine in fasce del bail-in. Se ne ricava la sensazione che: 1) l’unione bancaria da molto difficile sia diventata quasi impossibile, come lasciano intendere le reazioni furibonde di Berlino; 2) il premio al rischio per la finanza italiana è destinato a salire.
Tra i critici più severi, Luigi Zingales ha scritto che “non poteva finire in maniera peggiore. Ci perderanno i contribuenti che dovranno pagare circa due anni di Imu sulla prima casa per ripianare il buco… Ci perderanno i clienti e i dipendenti… ma soprattutto ci ha perso la credibilità delle istituzioni italiane ed europee per come l’intera vicenda è stata gestita”. A questa tesi si può opporre che la liquidazione ordinata, dopo tanti errori, è probabilmente il male minore, forse l’unica strada per evitare il collasso di sistema. Un‘ultima considerazione: hanno fatto un ottimo affare gli speculatori che hanno comprato fino a pochi giorni fa al 30% obbligazioni delle due banche che valevano zero e saranno invece rimborsate alla pari.
RIFLETTORI ANCHE SU MPS E CARIGE, CHIUDE L’AUMENTO UBI
La battaglia del credito non è comunque finita. Mercoledì scade l’esclusiva concessa al fondo Atlante per la cartolarizzazione dei crediti deteriorati di Monte Paschi. Il fondo è rimasto solo dopo la defezione di Fortress ed Elliot, che hanno ritenuto troppo alta la richiesta per gli Npl. La conclusione della vicenda delle banche venete libera però Atlante dagli impegni già presi sugli Npl delle due banche.
Settimana importante anche per Banca Carige, che aspetta la risposta delle Bce all’ultima proposta del vertice dell’istituto: la costituzione di una società veicolo, un consorzio partecipato al 51% da investitori istituzionali e operatori del settore e al 49% da Carige, a cui cedere 2,4 miliardi di crediti deteriorati. Verranno anche ceduti immissioni e partecipazioni per abbassare l’entità dell’aumento di capitale.
Domani, infine, si chiuderà l’aumento di capitale di Ubi, varato per sostenere l’acquisizione di tre delle quattro good banks (Popolare Etruria, Cassa Marche e Cassa di Chieti) cedute dal Tesoro.
AL VIA LE ASTE DEL TESORO. DOMANI L’OFFERTA DI CTZ E NTPEI
Il salasso di Stato per le banche venete cade alla vigilia delle aste del Tesoro di fine mese. Domani il ministero metterà a disposizione degli investitori fino a 3,5 miliardi di euro tra Ctz e Btp indicizzati. Mercoledì 28 giugno maggio sarà la volta dei Bot semestrali con scadenza dicembre 2017 per 6,75 miliardi di euro (in scadenza 6,5 miliardi di euro). Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso in settimana all’1,90%, dall’1,98%, con lo spread che si è ridotto di 6 punti base, a 164.
AVVIO POSITIVO IN CINA, VOLA A TAIWAN LAFABBRICA DI APPLE
Non c’è solo la liquidazione delle banche venete. Stamane si è consumata la resa di Takata, il gruppo giapponese schiacciato dallo scandalo degli airbag difettosi. L’azienda ha dichiarato bancarotta sia in Giappone che in Usa sotto la pressione di 8,1 miliardi di dollari di debito. La notizia, così come il nuovo tonfo di Toshiba (-6,9%) non ha però impedito un’apertura positiva della settimana finanziaria: il Nikkei sale dello 0,4%. Bene anche la Cina: Shanghai e Shenzhen +0,7%, Hong Kong +0,5%. Da segnalare a Taiwan il balzo del 7,6% di Hon Hai, la fabbrica degli iPhone. Ma una parte delle Borse è chiusa per la festività che segna la fine del Ramadan. A favorire il rimbalzo è il recupero del petrolio: Brent +0,5%, a 45.78 dollari, Wti a 43,22 dollari nonostante un nuovo aumento dei pozzi di shale oil in attività (+11 impianti nella settimana).
LA BRI FAVOREVOLE ALL’AUMENTO DEI TASSI
È tempo di grandi appuntamenti per il mondo bancario internazionale. Domani si aprirà a Sintra in Portogallo il meeting annuale dei banchieri centrali, organizzato dalla Bce, alla presenza di 150 invitati. Non ci sarà Janet Yellen (il primo intervento sarà dell’ex presidente della Fed, Ben Bernanke), ma nella tre giorni è previsto un confronto diretto tra Mario Draghi, Marc Carney, governatore della BoE, il giapponese Haruhiko Kuroda e Stephen Poloz, numero uno della Bank of Canada. In contemporanea, martedì, Yellen parlerà sul tema dell’economia globale.
Alla vigilia dell’incontro di Sintra il report annuale della Banca dei Regolamenti Internazionali lancia un caldo invito alle banche centrali ad alzare il costo del denaro a “condizioni normali”. La bassa inflazione, si legge nel report, è conseguenza del progresso tecnologico e dell’organizzazione del lavoro: un esplicito sostegno alla politica dei rialzi praticata dalla Fed.
Mercoledì sera, a Borsa chiusa, la Fed annuncerà la seconda parte degli stress test sulle banche sistemiche Usa. Si avrà un quadro analitico dello stato di salute ciascuna delle 34 banche esaminate, da cui si potranno trarre indicazioni sui dividendi e sui buy back prossimi venturi.
UE E MESSICO, IN VISTA ACCORDO ANTI-TRUMP
In grande fermento la diplomazia dell’Eurozona. Oggi la delegazione di Bruxelles si incontrerà con il governo messicano. In discussione il rinnovo dell’accordo di libero scambio, il secondo con un Paese dell’area Nafta, eloquente risposta alla politica protezionistica di Donald Trump che punta, senza risultati, ad accordi bilaterali con gli Stati dopo aver seppellito l’accordo inter atlantico. Ma potrebbe essere anche la settimana decisiva per l’accordo commerciale tra la Ue e il Giappone. In discussione l’abolizione dei dazi giapponesi sull’alimentare (pomodori in scatola e formaggi) e la parallela rimozione di quelli sulle auto di Tokyo.
A WALL STREET RIFLETTORI SUI CONTI NIKE
L’attenzione di Wall Street si concentrerà giovedì 29 sui conti di Nike. Il titolo ha perso terreno dopo l’annuncio di un piano di ristrutturazione, ma un report di Goldman Sachs ha anticipato a venerdì il prossimo varo di un’alleanza per vendere i prodotti via Amazon.
Grande attenzione in settimana anche ai numeri di Monsanto e di Walgreen Boots Alliance. Le previsioni del mercato per la prossima stagione delle trimestrali non sono brillanti. Le stime degli analisti sono state ritoccate al ribasso per 10 degli 11 settori dell’indice Dow Jones (si salvano solo gli industriali). La crescita dei profitti dell’indice S&P 500 dovrebbe aggirarsi sul 7,9%, in calo rispetto al 15,3% del trimestre precedente e sulle previsioni più recenti (+10,25). La frenata è legata all’andamento del petrolio.
OGGI IL DIVIDENDI STM, ATTESA PER L’ASSEMBLEA MEDIASET
Da segnalare nell’agenda di Piazza Affari la distribuzione oggi del dividendo di Stm. Riflettori accesi sull’assemblea di Mediaset di mercoledì 28. Sarà l’occasione per attivare le misure anti-scalata Vivendi.
È stata una settimana moscia per Piazza Affari e per le altre Borse europee. L’indice milanese FtseMib è sceso dello 0,4% nelle ultime cinque sedute. La Borsa di Parigi ha chiuso la settimana con un progresso dello 0,1%, Francoforte -0,1%, invariato l’indice Euro Stoxx 50.
IN PIAZZA AFFARI ARRIVA GEDI. COMINCIA L’ITER DI ESSELUNGA
Si profila l’arrivo di matricole eccellenti in Piazza Affari. La Consob ha dato venerdì il via libera alla pubblicazione del prospetto di quotazione in Borsa di Gedi, nata dalla fusione tra il gruppo editoriale l’Espresso e Itedi. Lo rende noto un comunicato della società, in cui si ricorda che il prospetto ha ad oggetto l’ammissione alle negoziazioni sul mercato di 96.651.191 azioni, emesse a seguito dell’aumento di un aumento di capitale pari a 79,969 milioni di euro. L’emissione delle azioni è prevista entro il prossimo 30 giugno. Alla presidenza di Gedi è stato nominato Marco De Benedetti che succede così al padre Carlo.
Si stringono intanto i tempi, comunque non brevi, per l’Ipo più attesa: l’offerta di Esselunga. In settimana potrebbe prendere il via la fase uno dell’operazione, con l’acquisizione dell’intero capitale dell’immobiliare Villata Partecipazioni, cassaforte degli immobili del gruppo. Una volta liquidati alcuni eredi (i figli di primo letto dell’imprenditore) si procederà alla fusione con Supermarkets Italiani, la holding che a quel punto avrà riunito supermercati e immobili e che sarà oggetto della quotazione, probabilmente tra più di un anno. La catena della grande distribuzione italiana ha chiuso il 2016 con vendite (a rete corrente) in crescita del 3,1%, a 7,5 miliardi di euro. In rallentamento rispetto al 4,3% del precedente esercizio.
LO SPRINT PER DUCATI SPINGE PIAGGIO. ATTENZIONE A FERRARI
La trattativa per la cessione di Ducati all’americana Harley-Davidson (-1,6% venerdì al Wll Street) sfiora anche Piazza Affari per i riflessi su Piaggio, altra azienda del made in Italy a due ruote, e su Ferrari, il simbolo del lusso sui motori. Il cavallino rosso chiude la trasferta a Baku con il quarto posto di Sebastian Vettel che però guadagna punti sul rivale Hamilton.
Riflettori anche su Fiat Chrysler, che ha annunciato il ritiro momentaneo di Pacifica, il minivan Chrysler impiegato anche da Google come base per l’auto a guida autonoma.