Telecom Italia sempre più in difficoltà. A Piazza Affari il titolo viaggia oggi in ribasso del 2,3%, scivolando addirittura a quota 58 centesimi per azione. Un valore così basso non si vedeva dal settembre del 2013.
In una giornata debole per tutto il comparto, con il Ftse Italia Telecomunicazioni in calo del 2%, le azioni della società guidata da Amos Genish si piazzano in fondo al Ftse Mib, realizzando la peggior performance tra le blue chip.
Alla base del sell off i rumors pubblicati dal Sole 24 ore secondo cui, la società potrebbe seguire il modello inaugurato in Francia da Orange che dirà presto addio al rame e al “telefono fisso”.
Ma sul cattivo andamento borsistico di Tim pesa soprattutto l’instabilità del vertice (l’Ad Genish resta o se ne va?) e dell’azionariato, perchè gli equilibri tra Vivendi che sogna la riscossa e il fondo Eliott che, dopo aver incassato il ribaltone, non riesce ad imporre la svolta (che fine ha fatto la conversione della risparmio) e non ha ancora deciso con chiarezza il da farsi.
Ampliando l’orizzonte d’analisi rispetto all’oggi, i dati borsistici si fanno ancora più preoccupanti. Nel mese di agosto, sulla scia delle ennesime indiscrezioni sull’uscita del ceo Genish, il titolo Telecom Italia hanno ceduto quasi il 12 per cento, che diventa -20,6% negli ultimi sei mesi.
Dai massimi del 2018 segnati ad aprile con un rally dovuto alla battaglia in assemblea tra Elliott e Vivendi, le quotazioni sono scese di oltre un terzo (-34%) portando la capitalizzazione di Borsa sotto i 9 miliardi di euro.