Chiusura di settimana in rosso per Piazza Affari, -0,88%, 19.258 punti, alle prese con una pioggia di trimestrali che affondano Leonardo -8,79% e Telecom -4,83%. Fuori dal listino principale crolla Fincantieri -15,69%.
Prosegue intanto il braccio di ferro con Bruxelles sulla manovra finanziaria e si ferma in calo l’obbligazionario: lo spread si avvicina a quota 300 punti (298.70) +1,39% e il rendimento del decennale italiano è al 3,4%.
Sottotono gli altri listini europei, dopo la chiusura negativa delle Borse asiatiche, zavorrate dai segnali economici poco incoraggianti provenienti dalla Cina (rallentamento della crescita dei prezzi alla produzione e calo vendite auto). Francoforte è piatta +0,02%, Parigi perde lo 0,48%; Madrid -0,46%; Londra -0,51%. Wall Street viaggia in ribasso, all’indomani della riunione della Fed che ha mantenuto i tassi d’interesse invariati preparando però gli investitori a una nuova stratta a dicembre. La conferma dell’orientamento restrittivo sostiene il dollaro: il cambio con l’euro si muove in area 1,134. Le vendite colpiscono le materie prime. Il petrolio, tipo Brent, è a 70,13 dollari al barile (-0,74). Il Wti è in calo per la decima seduta di seguito: 61,24 dollari al barile, -1,21%. L’oro soffre l’esuberanza del dollaro e scende in area 1208 dollari l’oncia.
A Milano i conti affossano Leonardo. Lo stesso accade a Telecom, mentre si riaccende lo scontro fra il primo azionista Vivendi e il fondo Elliott (che esprime la maggior parte dei consiglieri), dopo che ieri il cda ha deciso di svalutare l’avviamento di 2 miliardi.
Il calo del greggio porta a fondo i petroliferi, in vista del summit dell’Opec che si terrà nel fine settimana ad Abu Dhabi. Il peggiore è Saipem -5,25%. Male l’auto: Ferrari -2,89%.
Moncler, -3,72% si allinea alla debolezza del lusso a livello continentale, dopo risultati al di sotto delle stime ottenuti nel primo semestre del colosso dell’orologeria svizzero Richemont (-6,37% a Zurigo), a seguito de rallentamento della domanda cinese di beni top.
Ferragamo però archivia una seduta in controtendenza ed è maglia rosa fra le blue chip, +2,3%, con gli analisti che vedono segnali di ripresa per il gruppo.
Gli acquisti premiano anche le utility, in particolare A2a +2,01%, Italgas +1,89% e Terna +1,98%. Bene Campari +1,64%. Atlantia, +1,34%, dopo i conti dei primi nove mesi.
Fuori dal listino principale il debutto è frizzante per Garofalo Health +8,68%.