Si indeboliscono le Borse europee, frenate dallo stallo della trattativa sui dazi e dalla crisi di Hong Kong. Rallenta l’indice EuroStoxx 50 (-0,6%), anche nell’attesa degli annunci del rappresentante al commercio Usa Robert Lightizer sulle eventuali tariffe sull’auro europea. È probabile un rinvio, ma con Donald Trump non si può mai sapere. Alle 17 il presidente della Fed Jerome Powell comparirà di fronte alle commissioni del Congresso.
In questa cornice, sfumano in Piazza Affari (-0,97% a 23.500 punti) i guadagni della vigilia. Fa peggio Madrid (-1,5%): la svolta a sinistra non piace, anche perché le prospettive del governo minoritario sono peggio che precarie. Sotto dello 0,8% Francoforte, giù di mezzo punto Parigi, così come Londra.
Per quanto riguarda il quadro macro, produzione industriale di settembre leggermente meglio delle attese nella zona euro: +0,1% su mese, -1,7% su anno.
Segno più per i beni rifugio: primeggia l’oro, che guadagna lo 0,6%, a 1.465 dollari, allontanandosi dai minimi degli ultimi tre mesi. Terzo giorno di ribasso invece per il petrolio Brent, a 61,7 dollari il barile. Tutte giù le società legate al petrolio: a Milano Saipem -3%, Tenaris -2%.
Contrastato l’andamento dei Btp oggi in asta, anche se sono stati assegnati tutti i 7,25 miliardi a tassi in ascesa. Il nuovo titolo a sette anni ha registrato una domanda per 4,1 miliardi a fronte di un’offerta di 3,25. Il rendimento lordo si è attestato allo 0,91% contro lo 0,6 di ottobre. Il 3 anni, collocato allo 0,22%, segna un rialzo di 5 punti base. Infine, il 30 anni è stato assegnato al 2,29%.
Dopo i recenti massimi sono scattate le prese di profitto specie su auto e banche.
Sul fronte delle quattro ruote soffrono Pirelli (-2,9%), Fca (-1,5%) e Brembo (-1,8%).
Crolla Prysmian dopo i conti: il titolo, dopo un passaggio in asta di volatilità, è il peggiore del Ftse Mib.
Tra le banche giù Unicredit (-2%) e Ubi Banca (-1,1%). In controtendenza Mediobanca (+0,5%): il mercato annusa aria di scontro con Leonardo Del Vecchio, ormai il primo azionista di piazzetta Cuccia. Tengono i titoli del risparmio gestito: Azimut -0,5%, FinecoBank -0,1%.
In recupero Salvatore Ferragamo (+3%), nonostante gli scontri ad Hong Kong che condizionano il lusso. Moncler (-1,5%) ha avviato una ristrutturazione della catena di controllo che fa capo a Remo Ruffini.
Vola Safilo (+6%). Nel terzo trimestre le vendite nette delle attività in continuità sono state pari a 212,8 milioni di euro, in crescita del 2,2% a cambi correnti e sostanzialmente in linea con l’anno precedente a cambi costanti (+0,1%).
Debole anche Enel (-0,9%) dopo conti che hanno confermato le stime positive. Il gruppo ha chiuso il terzo trimestre con 4,5 miliardi di euro di Ebitda, appena sopra le aspettative degli analisti. Debito netto a 46,5 miliardi di euro, un miliardo di euro sopra le attese. La società ha rivisto al rialzo, di poco, l’obiettivo 2019 per quel che riguarda l’Ebitda.
A2A si muove in ribasso dell’1,5%: sono scattate le prese di profitto dai massimi dell’anno toccati nel corso della settimana. Gli utili dei primi nove mesi sono ammontati a 250 milioni.
Frena Mediaset (-3%) dopo i risultati del trimestre: perdita operativa pari a 39 milioni di euro, in linea con le aspettative del consensus degli analisti. Per quanto riguarda la pubblicità, la società ha detto che è ancora più volatile del solito. Il direttore finanziario Marco Giordani ha escluso il lancio di un’Opa su ProSiebenSat1.
Da segnalare anche il balzo in avanti di Fiera Milano (+3%) e di Tinexta (+2%).